Ester Ricci, Lidia Dell'Asta e Irene Nutini in uno screenshot dell'evento.

 

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Storie di ricerca al femminile

Un incontro con tre giovani ricercatrici nella Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza

4 marzo 2021
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Andrea Di Luca
Ester Ricci
di Ester Ricci e Andrea Di Luca
Ricercatrice del Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento; dottorando di ricerca del Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento.

Tre giovani ricercatrici si sono raccontate in diretta YouTube in occasione dell'International day of women and girls in science. In una chiacchierata di più di un’ora, hanno ripercorso le strade che le hanno portate a una carriera nel mondo della ricerca, partendo dal loro primo incontro con la fisica, e della fisica delle particelle in particolare, passando per gli ostacoli che hanno dovuto affrontare.

Celebrata in tutto il mondo l’11 febbraio, questa giornata è stata istituita nel 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per promuovere l'uguaglianza di genere nell’accesso senza discriminazioni a una carriera nell’ambito scientifico. Il Dipartimento di Fisica UniTrento ha aderito sostenendo l’iniziativa organizzata dal gruppo di Astroparticelle (APP): una discussione fra tre giovani ricercatrici universitarie. Insieme a Ester Ricci, sono intervenute Irene Nutini, assegnista di ricerca all'Università di Milano Bicocca, e Lidia Dell’Asta, ricercatrice all'Università Statale di Milano.

Tutte e tre le protagoniste ricercano nel campo della fisica delle particelle, anche se in diverse sue espressioni. Irene Nutini lavora all’esperimento CUORE, dedicato alla ricerca di processi rari e installato presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Si definisce “una fisica da laboratorio” in quanto si occupa di testare e ideare rivelatori di particelle che funzionano a temperature prossime allo zero assoluto.

Lidia Dell’Asta lavora sull’esperimento ATLAS, uno dei maggiori esperimenti installati al Large Hadron Collider al CERN (Conseil européen pour la recherche nucléaire) di Ginevra. Si occupa sia di analisi dati che di mantenimento del rivelatore utilizzato per raccoglierli.

Ester Ricci - coautrice di questo articolo -  lavora per la collaborazione Limadou alla realizzazione di un rivelatore di particelle per applicazioni spaziali.

Le diverse collaborazioni citate hanno dimensioni variabili: dalle circa 3000 persone in ATLAS a un centinaio in CUORE e una sessantina in Limadou. Pur essendo impossibile conoscere direttamente tutti i colleghi e le colleghe, le collaborazioni rappresentano una stimolante fucina di rapporti e permettono di incontrare persone con culture totalmente differenti. Per Dell’Asta questa caratteristica delle collaborazioni “facilita l’attività di ricerca, grazie ai diversi punti di vista e le diverse capacità coinvolte”. La cosa che rende questo tipo di ambiente così speciale è anche la capacità di “definire obiettivi comuni e lavorare all’unisono per raggiungerli, cosa che da soli sarebbe impossibile”, afferma Ricci. Un altro aspetto che rende il lavoro di gruppo esaltante è “lavorare spalla a spalla insieme a giovani studenti e studentesse che si affacciano nel mondo della ricerca” spiega Nutini. Per tutte e tre i rapporti personali rappresentano un aiuto a ravvivare costantemente la passione per il proprio lavoro.

Dal pubblico connesso in diretta su YouTube è arrivata una domanda circa la composizione di genere delle varie collaborazioni e circa i pregiudizi sul lavoro svolto dettati dal proprio genere. L’esperienza delle tre relatrici è in generale positiva. Nutini ha raccontato come durante il suo dottorato fosse “la forza delle donne a portare avanti le attività del criostato” di CUORE, gestito da un team tutto al femminile. Davanti alla complessità di lavorare nell’ambito di progetti scientifici di così vasta portata, quello che conta oltre ogni pregiudizio “è l’impegno e la capacità che si mette nel lavoro”, come afferma Dall’Asta.

Tutte le intervenute hanno voluto sottolineare il valore delle iniziative di comunicazione della scienza, e in particolare quelle rivolte a chi è più giovane. Dover raccontare il proprio lavoro a una platea di non esperti mette la ricercatrice e  il ricercatore nella posizione di dover comprendere più a fondo le leggi della natura che prova a studiare. Lidia Dall’Asta si definisce “figlia della divulgazione”, in quanto il suo interesse per la fisica delle alte energie è nato da un racconto di un amico sulle attività svolte durante la sua tesi. Irene Nutini vede nella divulgazione un’occasione che ogni scienziato deve cogliere per far comprendere come “i prodotti della ricerca di base non siano disconnessi dalla realtà quotidiana delle persone”, citando l’esempio di Internet sviluppato nel 1989 al CERN. Per Ester Ricci la divulgazione rappresenta “un modo per poter raccontare me stessa” vista la passione che la lega alla sua attività quotidiana. 

L’incontro, promosso dal Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento, è stato organizzato dal Laboratorio di Fisica delle Astroparticelle (APP) e in particolare da Ester Ricci e Andrea Di Luca. La registrazione dell’incontro è online su Youtube.
Si possono seguire le attività promosse dal gruppo APP sulla pagina Facebook
Tra queste, nel mese di marzo, le International Masterclass of Particle physics: due giorni in cui i ragazzi e ragazze delle classi quarte e quinte superiori vestiranno i panni di giovani ricercatori e ricercatrici al CERN.