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Innovazione

Dalle generazioni future all’uso etico della terra

La partecipazione di Carlo Casonato al Comitato Intergovernativo di Bioetica dell’Unesco. Molti i temi trattati

27 aprile 2021
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Carlo Casonato, professore di diritto costituzionale comparato della Facoltà di Giurisprudenza di UniTrento e componente del Comitato Nazionale per la Bioetica ha partecipato in qualità di osservatore per lo Stato italiano alle riunioni del Comitato Intergovernativo di Bioetica dell’Unesco (IGBC). Gli abbiamo rivolto alcune domande.

Professor Casonato, quale funzione svolge l’Intergovernmental Bioethics Committee (IGBC) dell’Unesco?

L’Unesco, che si occupa per l’ONU di educazione, scienza e cultura, è da molto tempo attenta anche alle questioni bioetiche. Si è così dotata di tre comitati: il Comitato Internazionale per la Bioetica (IBC), la Commissione Mondiale sull’Etica della Conoscenza Scientifica e della Tecnologia (COMEST) e il Comitato Intergovernativo di Bioetica (IGBC). Mentre i primi due sono comitati di espertiCarlo Casonato (l’Italia è presente in entrambi, con Laura Palazzani e Amedeo Santosuosso), il terzo è composto da una trentina di delegati nazionali e si occupa dei collegamenti fra i due comitati e la Direzione generale. L’IGBC discute quindi i pareri proposti dagli altri due organi in una prospettiva di sistema, anche in vista della loro accettazione e concreta realizzazione da parte degli Stati membri. 

Lei ha partecipato agli ultimi incontri del Comitato Intergovernativo di Bioetica, quali temi sono stati affrontati?

Abbiamo discusso quattro proposte di parere fra loro molto differenti, ma tutte cruciali e attualissime. La prima riguarda l’utilizzo etico della terra e propone agli Stati strumenti concreti per uno sviluppo sostenibile limitando la deforestazione, ad esempio, e affrontando il problema crescente dell’e-waste: l’inquinamento dovuto ai rifiuti speciali di tutti i dispositivi che incessantemente cambiamo e gettiamo nella spazzatura.

Il secondo tema è quello dell’Internet of Things (IoT): la rete dei dispositivi connessi a Internet che possono ottimizzare l’uso degli elettrodomestici o l’irrigazione dei campi, ad esempio, ma che pongono anche problemi di privacy e di sorveglianza diffusa. Abbiamo anche affrontato alcune novità delle neuroscienze, come l’interfaccia computer-cervello (brain-computer interface), lavorando sul concetto di “privacy mentale” a fronte della possibilità di condizionare i processi cognitivi.

La tutela delle generazioni future è stata discussa in riferimento tanto ai determinanti sociali della salute quanto alle possibilità di intervenire sul genoma umano con effetti poi ereditabili (germline editing).

In un momento così delicato, che ruolo ha la bioetica nelle azioni per fronteggiare la pandemia?

A questo tema è stata dedicata un’apposita sessione dell’incontro. Il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, che ha aperto la riunione, ha sottolineato come una distribuzione equa del vaccino non sia solo eticamente giusta, ma sia anche il modo più efficace per controllare la pandemia e riavviare l’economia a livello globale.

Difficile dargli torto. Ad oggi, abbiamo un’assegnazione dei vaccini molto sbilanciata, tanto che il 75% delle dosi è stata prenotata da una decina di Stati ricchi, e si calcola che i paesi più poveri non potranno acquistarne prima del 2023. Si è parlato al riguardo, di una nuova versione di apartheid vaccinale. Per questo, si sta portando avanti, anche all’Unesco, una politica di partnership pubblico-privato tesa a riconoscere i vaccini come un bene comune globale, in modo da impedire che logiche di sfruttamento e speculazione commerciale prevalgano sulla necessità di contrastare efficacemente la pandemia da Covid in termini di salute pubblica planetaria.

In quest’ottica, è bene supportare progetti di vaccinazione globale come COVAX che, oltre a puntare sulla copertura vaccinale di almeno il 20% delle fasce di popolazione più vulnerabili (anziani, professionisti della salute e individui con comorbidità, ossia con più patologie), mirano ad aumentare la trasparenza nella comunicazione pubblica, in modo da far aumentare fiducia nella scienza e spirito di solidarietà.

Oltre alle politiche tese al contrasto diretto della pandemia, forte attenzione va anche dedicata alla necessità di monitorare con maggior impegno gli standard globali di igiene e sanità pubblica, di sostenere l’implementazione della disciplina sulla sicurezza alimentare e di procedere a un ripensamento complessivo dei modelli di sfruttamento animale e ambientale.

E visto che la pandemia si nutre anche delle diseguaglianze sociali ed economiche già esistenti, si è efficacemente parlato di sindemia: è necessario non perdere l’occasione per modificare gli attuali assetti di distribuzione della ricchezza e combattere con strumenti concreti ed efficaci - come educazione, formazione e comunicazione della scienza - le presenti e future cause di discriminazione.

Parteciperà ad altri incontri? Qual è stato per lei l'aspetto più interessante e arricchente di questa esperienza?

Vedremo se il governo vorrà confermarmi per i prossimi incontri di fine anno. In ogni caso, oltre alla crescita personale legata alla collaborazione con la rappresentanza italiana dell’Unesco a Parigi, partecipare a riunioni in cui si discute di valori e principi appartenenti a tradizioni e culture così diverse (dell’Unesco fanno parte 193 Stati) porta a confrontarsi su aspetti per nulla scontati e a verificare la bontà delle proprie impostazioni e posizioni.

Si segnala che BioLaw Journal – Rivista di BioDiritto (rivista online in open access, di fascia A edita da UniTrento) ha curato un nutrito speciale su diritto e pandemia e continua a pubblicare contributi al riguardo.


From future generations to ethical land use, there are many issues on the table
Carlo Casonato in the Unesco Intergovernmental Bioethics Committee

Carlo Casonato, Professor of Constitutional law at the Faculty of Law of UniTrento and member of the National Bioethics Committee, participated in the meetings of the Unesco Intergovernmental Bioethics Committee (IGBC) as an observer for Italy. We asked him a few questions.

Professor Casonato, what is the role of the Unesco Intergovernmental Bioethics Committee (IGBC)?

Unesco, the United Nations organization for education, science and culture, has been focusing on bioethical issues for quite some time. That is why it now has three ethics and bioethics committees: the International Bioethics Committee (IBC), the World Commission on the Ethics of Scientific Knowledge and Technology (COMEST), and the Intergovernmental Bioethics Committee (IGBC). The first two are expert committees (Italian members are Laura Palazzani and Amedeo Santosuosso), while the third one is composed by about thirty national representatives and is responsible for relations between the first two and the General Directorate. The IGBC therefore examines the recommendations submitted by the other two bodies in a more general perspective, in view of their acceptance and implementation by Member States. 

You participated in the last meetings of the Unesco Intergovernmental Bioethics Committee; what issues were discussed?

We discussed four draft opinions, on very important and current issues. The first one concerns ethical land use and invites countries to use concrete instruments to foster sustainable development by limiting deforestation, for example, and addressing the problem of e-waste, the electrical and electronic components of the devices that are thrown away.

The second opinion focuses on the Internet of Things (IoT), the network of devices connected to the Internet that can optimize the use of home appliances or even the irrigation of fields, for example, but which poses privacy and surveillance issues. We also discussed some novelties in neuroscience, like the brain-computer interface, by exploring the concept of "mental privacy", given that cognitive processes can be influenced.

We also talked about protecting future generations in terms of social conditions that impact health and of the possibilities offered by genome editing that may have heritable effects (germline editing).

In such a delicate moment, are there bioethical challenges in the context of the pandemic?

One session focused precisely on this issue. Tedros Adhanom Ghebreyesus, Director-General of the World Health Organization, who opened the meeting, underlined that an equal distribution of the vaccine is not only ethically fair, but also the most effective way to control the pandemic and restart the global economy.

How can you disagree? Vaccine distribution is very unequal at the moment, as about a dozen wealthy countries have reserved 75% of doses while, based on estimates, poorer countries might not be able to buy vaccines before 2023. People have begun to talk about vaccine apartheid. To address this problem, Unesco and other organizations are promoting a partnership policy involving private and public entities to make vaccines a global common good, and ensure that the need to effectively fight the pandemic for global public health prevails over commercial interests.

That is why global vaccination projects like COVAX must be supported, because they aim to provide vaccine coverage to at least 20% of people in the most vulnerable categories (the elderly, healthcare workers, people with underlying conditions) and to increase transparency in public communication, thus promoting public trust in science and solidarity.

In addition to policies designed to fight the pandemic, attention must also be paid to the need to better monitor global hygiene and public health standards, to promote the implementation of laws on food safety, and to start an overall rethinking of animal and environmental exploitation models.

And since pre-existing social and economic inequalities contribute to the impact of the pandemic, scholars are talking about a syndemic: we should take advantage of this moment to change the distribution of wealth and address present and future inequalities with concrete and effective instruments: education, training, the communication of science.

Will you participate in other meetings? What was for you the most interesting and rewarding aspect of this experience?

If the government confirms my appointment, I will also participate in the meetings scheduled for the end of the year. But anyway, collaborating with the Italian delegation to Unesco in Paris has been an important experience for my personal growth. Taking part in meetings where values and principles of very different traditions and cultures are discussed (Unesco has 193 members) made me reflect on aspects that cannot be taken for granted and made me question my stance and opinions.

[Traduzione Paola Bonadiman] 

The BioLaw Journal – Rivista di BioDiritto (an online, A-rated, open access journal published by UniTrento) has prepared and published a special issue on law and the pandemic while continuing to publish documents on the subject