Piedicastello, Trento, area ex-Italcementi. Foto Michela Dalprà

Innovazione

Economia circolare e nuove comunità climatiche

Uno studio UniTrento sull’area di Piedicastello per il progetto Horizon 2020 ARV a supporto del Green Deal europeo

14 luglio 2021
Versione stampabile
Rossano Albatici
di Rossano Albatici
Professore ordinario di Architettura tecnica del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica (DICAM), Università di Trento.

 

L’edilizia è un settore vitale per le politiche ambientali ed energetiche europee, dal momento che gli edifici sono responsabili del 40% del consumo totale di energia dell'UE e del 36% delle relative emissioni di gas serra in atmosfera. Per questo motivo, da molti anni si pongono in atto politiche di intervento che vanno nel senso della mitigazione e dell’adattamento climatico in ambito edilizio.

Sono passati ormai quasi vent’anni dall’emanazione della prima direttiva europea su questo tema, la Environmental Performance of Building Directive (EPBD) del 2002. Tuttavia, i cambiamenti ottenuti, seppur talvolta efficaci, sono stati lenti e raggiunti a valle di complessi meccanismi soprattutto per la natura conservativa del settore delle costruzioni e per la moltitudine diversificata di stakeholder e utenti finali che devono di volta in volta essere coinvolti.

Inoltre, soprattutto in Italia, la gran parte degli interventi riguarda l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio esistente, spesso tutelato per interessi storico-artistici anche indiretti, il che comporta una sfida complessa e importante per proporre soluzioni progettuali sostenibili. Infine, i costi di investimento costituiscono una barriera significativa dal momento che la volontà e la capacità di pagare per le misure energetico-climatiche sono generalmente limitate in quanto non se ne vedono benefici e ritorni economici immediati.

In questo quadro complesso, è importante individuare soluzioni attrattive, resilienti ed economiche che possano accelerare in misura significativa i processi di revisione energetica in edilizia, con la definizione di misure di intervento semplici, basate su conoscenze e tecnologie già esistenti ma messe virtuosamente a disposizione delle comunità locali secondo un approccio condiviso e circolare. 

Il progetto europeo ARV (parola norvegese che significa ‘eredità’) va in questa direzione provando a esplorare la possibilità di generare Comunità Circolari Climatiche e Positive (Climate Positive Circular Communities - CPCC) che si basano sull'interazione e l'integrazione tra gli edifici, gli utenti e i sistemi locali di energia, mobilità e ICT, includendo anche gli aspetti socio-ambientali e ponendo in evidenza come elemento fondamentale la circolarità dei processi. 

Integrazione, Circolarità, Semplicità: queste sono le parole chiave di ARV, progetto recentemente finanziato all’interno del programma europeo Horizon 2020 a supporto del Green Deal europeo. Coordinato dalla Norwegian University of Science and Technology (NTNU), ARV ha ottenuto il massimo del punteggio nella fase di selezione risultando fra i tre progetti finanziati su 115 proposte sottomesse. Al progetto partecipano sei nazioni: Norvegia (coordinatrice), Danimarca, Olanda, Repubblica Ceca, Spagna e Italia, ognuna delle quali lavora su un progetto dimostrativo di comunità climatica. 

Per l’Italia, coordinata da Eurac Research assieme a 5 partner tutti trentini (Università di Trento, Itea Spa, Patrimonio del Trentino Spa, Habitech e Dolomiti Energia con il supporto della Provincia di Trento e del Comune di Trento e con la collaborazione del Politecnico di Torino), il caso studio è l’area di Piedicastello in Destra Adige a Trento, uno dei più antichi rioni della città. Dopo alcune scelte urbanistiche sfortunate che hanno causato danni anche ambientali di grande impatto tutt’ora visibili, Piedicastello può diventare incubatore e dimostratore di un nuovo modo di pensare le comunità locali, orientate al rispetto climatico in un’ottica di economia circolare e autosufficienza energetica, con lo sviluppo di soluzioni semplici e poco costose, rapidamente esportabili anche in altre realtà cittadine. 

In particolare, il progetto prevede 4 aree di azione che riguardano: la realizzazione di interventi edilizi (sia nuovi sia di recupero e rifunzionalizzazione dell’esistente) con elementi prefabbricati in legno; la realizzazione di uno “one stop shop” per la gestione degli interventi di efficientamento a livello di rione e non più di singolo edificio; la produzione di energia pulita con una “geostruttura energetica” nelle gallerie esistenti (ora dismesse e parte della Fondazione museo storico del Trentino); lo sviluppo di un modello avanzato di parcheggio scambiatore dotato di servizi all´avanguardia per la mobilità elettrica nel parcheggio Ex-Zuffo.

L’Università di Trento, partner del progetto con un gruppo di ricerca (di cui sono coordinatore) del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica (DICAM), si occuperà in particolare dello sviluppo della parte scientifica che riguarda due aspetti principali: il progetto di un nuovo edificio e l’efficientamento energetico di un condominio già esistente.

Il nostro gruppo sta progettando un nuovo edificio a struttura in legno, positivo (ossia produttore al netto di energia), dotato di elementi costruttivi con soluzioni nature-based a basso impatto ambientale e realizzate con ottica circolare. Dal punto di vista energetico, l’edificio vedrà l’integrazione di sistemi passivi (facciate ventilate, massa termica attiva, ventilazione naturale) e attivi (fotovoltaico, combinazione di ventilazione meccanica e pompe di calore geotermiche anche con connessione alla geostruttura energetica) per il risparmio energetico e il benessere abitativo indoor, e sarà dotato di sistemi smart integrati di controllo, gestione e monitoraggio delle prestazioni in tempo reale.

Un secondo progetto che stiamo sviluppando riguarda la realizzazione di un intervento di efficientamento energetico di un condominio esistente con lo sviluppo di un sistema modulare in legno per facciate, rapido, non invasivo ed economico, già dotato delle finiture e dell’integrazione di opportuna dotazione impiantistica tipo “plug and play”, ossia facilmente collegabile agli impianti esistenti per un’installazione veloce ed economica, che garantirà un cantiere più pulito e silenzioso rispetto all’ordinario.

Il progetto ARV - Climate Positive Circular Communities – è finanziato dalla Comunità europea nell’ambito del programma Horizon 2020, Pillar 3 - Societal Challenges, Climate action, environment, resource efficiency & raw materials.
La squadra di UniTrento, coordinata da Rossano Albatici, è composta dai docenti del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica: Paolo Baggio, Michela Dalprà, Ivan Giongo, Giovanna Massari, Maurizio Piazza e Alessandro Prada, che apportano le specifiche competenze nell’ambito del rilievo, degli impianti energetici e delle costruzioni in legno, a dimostrazione di una complementarietà del sapere che è tratto distintivo e punto di forza del DICAM.