Visualizzazione scientifica di un'equazione matematica.

Orientamento

COMUNICAZIONE DELLE SCIENZE FISICHE. COSA FA UN DOTTORANDO?

L’esperienza di Tommaso Rosi: dopo la laurea ha scelto di proseguire gli studi con un dottorato di ricerca

21 dicembre 2016
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COMUNICAZIONE DELLE SCIENZE FISICHE. COSA FA UN DOTTORANDO?
di Tommaso Rosi
Dottorando della Scuola di dottorato in Fisica dell’Università di Trento, dove ha conseguito la laurea triennale e magistrale in Fisica.

Durante il proprio percorso universitario arriva per tutti il momento in cui una domanda diventa cruciale: “Cosa fare dopo la laurea?”. Se ti appassiona la ricerca, o pensi che ti piacerebbe tentare di intraprendere una carriera accademica, o se, più genericamente, sei interessato a conseguire un ulteriore grado di istruzione, in questo caso puoi proseguire gli studi con un dottorato di ricerca (o PhD).

Ma di cosa si occupa un dottorando, un PhD student? In parte prosegue nella propria formazione con modalità simili a quelle universitarie, specialmente all’inizio del primo anno, seguendo dei semplici corsi; ma soprattutto, durante questo primo anno si delinea più dettagliatamente e si inizia quella che sarà la vera e propria attività di ricerca, il vero “cuore” del dottorato. In cosa consista la ricerca svolta da un dottorando dipende innanzitutto dall’ambito prescelto e dai propri interessi e capacità personali: può trattarsi di una ricerca di sociologia, dell’elaborazione di una teoria economica, della raccolta e analisi di dati di interesse scientifico e così via.

Io svolgo la mia ricerca all’interno del Laboratorio di Comunicazione delle Scienze fisiche e mi occupo di uso di nuove tecnologie nella comunicazione e didattica delle scienze. Questo significa conoscere, saper elaborare e modificare strumenti tecnologici, come uno smartphone o un software, per poter parlare di scienza nelle scuole, nei musei, nelle università, attraverso lezioni, conferenze, video e altri strumenti.

Mi sono specializzato nella visualizzazione scientifica, ossia nella scrittura di programmi che ci permettano di rappresentare con delle immagini dei dati di interesse scientifico, dati che possono riguardare gli atomi, il corpo umano, l’universo e tutto ciò che ci circonda. Ad esempio, ho sviluppato e pubblicato un’app per iOS, “Hydrogen!”, dedicata alla rappresentazione dell’atomo di idrogeno che otteniamo dallo studio della meccanica quantistica, molto diversa dal suo equivalente “classico”. Questo tipo di immagini può essere molto utile per parlare di scienza, in quanto ci permettono di oltrepassare alcuni ostacoli come l’uso di una matematica troppo complessa o l’impossibilità di realizzare un certo esperimento in classe.

Fare ricerca in quest’ambito significa scegliere un argomento che si vuole comunicare, qualcosa che solitamente risulta particolarmente difficile, e cercare nuovi modi di raccontarlo sfruttando le nuove tecnologie in modo da renderne la comprensione più facile o più approfondita. La prima parte della ricerca consiste nel documentarsi: cercare tutto ciò che è già stato fatto, le possibili soluzioni già trovate da altri, i punti di forza e debolezza delle metodologie correntemente usate. A questo punto ci si concentra sulla domanda: “Può un computer, uno smartphone, un proiettore, un certo software, aiutare a raccontare in modo più chiaro, più comprensibile, questo argomento”? Se la risposta è sì, si elabora un nuovo percorso, una nuova narrazione, e la si prova sul campo. Molto importante è l’analisi dei risultati di questa sperimentazione, il verificare se la propria idea può dare dei buoni risultati o meno. A questo punto si arriva a uno degli aspetti più importanti: la condivisione dei propri risultati con la comunità scientifica, attraverso la pubblicazione di articoli su riviste del settore (solitamente internazionali, almeno in ambito scientifico, e quindi scritti in lingua inglese) o partecipando a conferenze e seminari.

Alla fine del periodo di dottorato (che è solitamente di 3 anni), si dovranno presentare i risultati della propria ricerca discutendo la tesi, in modo sostanzialmente analogo a quanto accade al termine di una normale laurea.

Infine, all’interno del dottorato c’è spazio anche per l’imprenditorialità. Proprio in questi giorni stiamo per dare vita a Level Up, una start up patrocinata dall’Università di Trento che offrirà a scuole, studenti e cittadini i risultati e le metodologie elaborate dal Laboratorio. Una ditta, quindi, che propone progetti didattici alle scuole, prepara mostre e conferenze e sviluppa strumenti low-cost per laboratori didattici scientifici. 

Per approfondire
• app Hydrogen!: https://augmenteddidactics.wordpress.com/hydrogen/
• Sito sviluppato per il workshop “Scientific Visualization”: https://scientificvisualization.wordpress.com