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Orientamento

GESTIRE LE FASI DI PASSAGGIO

L'orientamento professionale di Ateneo: un aiuto per diradare la confusione

27 aprile 2018
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Serenella Panaro
di Serenella Panaro
Lavora presso l’Ufficio Job Guidance dell’Università di Trento, è Member and P.C.C. Professional Certified Coach of ICF - International Coach Federation.

Le “fasi di transizione” ovvero quelle fasi della vita nelle quali dobbiamo prendere decisioni, fare scelte che incideranno nelle esperienze degli anni a seguire, che ci apriranno alcune opzioni e ce ne chiuderanno altre, sono molto spesso fonte di incertezze e paure, a qualsiasi età. Non cambia infatti di molto ciò che proviamo, dopo la scuola, quando ci troviamo a scegliere un percorso universitario, o quando sul finire dell’Università ci apprestiamo a definire cosa fare dopo, o ancora quando, a metà carriera, ci accorgiamo che abbiamo bisogno di dare una virata professionale e allinearci maggiormente alle nostre esigenze di vita. Cos’è che cambia? Cambiano le esperienze fatte, che in alcuni casi – ma non sempre – ci possono guidare a rispettarci con maggiore attenzione. Perché, è questo il punto, spesso siamo in ascolto più dell’esterno che di noi stessi e perdiamo così la migliore bussola che abbiamo per orientarci.

È questa consapevolezza che ha guidato l’Ateneo di Trento a offrire ai propri studenti e studentesse, dei percorsi di orientamento professionale per diradare l’eventuale confusione, per uscire da quella specie di “tornado” - così come lo definisce Bruce Blackstone Hazen nel suo libro “Answering The Three Career Questions: Your Lifetime Career Management System” - che sembra frullare tutto intorno a sé e non consente di trovare la giusta via d’uscita. La via d’uscita c’è, e spesso è più a portata di mano di quanto si pensi. Proprio come accade per un tornado, un luogo di calma e sicurezza c’è, ed è proprio quello che alberga al suo interno, mentre fuori tutto finisce per essere risucchiato e tenuto in turbinio aumentando la pericolosità di chi si trova nei pressi.

Ebbene, quando ci troviamo nel bel mezzo di quel turbinio, la cosa più importante da fare non è continuare a prendere infinite informazioni che finiranno per girare e girare nel gioco del tornado, ma fermarsi, guardarsi dentro, e fare il punto. 
Grazie a questi colloqui di orientamento gli studenti vengono sostenuti nel creare uno spazio di riflessione dove hanno casa tutte le scelte e non solo quelle più logiche, più scontate rispetto al proprio percorso, quelle più facili o più alla moda rispetto a ciò che “si dice là fuori” o si legge sui social. All’interno delle sessioni di orientamento lo studente viene portato a mappare le opportunità e a ricercare quelle più consone a sé, definendo obiettivi specifici e misurabili e viene guidato a raggiungerli con metodo. Nonostante appaia a volte indeciso, lo studente sa quasi sempre ciò che vuole, solo che si è disabituato dal sentirlo, dal prestare ascolto a quella vocina interna che viene tenuta sottotraccia, o perché intorno tutto sembra dichiarare ben altro percorso da fare, o perché lo si farebbe in solitudine e senza garanzia alcuna.

Durante questi colloqui quindi si fa chiarezza su bisogni, desideri, ambizioni e anche su tutti quegli aspetti che pur desiderati vengono creduti irrealizzabili. Si lavora per individuare ed eliminare i “sabotaggi”, autocreati o importati dall’ambiente circostante. Si lavora per definire l’obiettivo da raggiungere e come fare per arrivarci attraverso un check di realtà che non è mai limitante, ma che è invece potenziante perché consente di capire le regole del gioco che bisogna giocare, e a poter quindi trovare le soluzioni più idonee per giungere alla meta, qualsiasi essa sia. Si lavora anche per conoscere con precisione le tempistiche del mercato del lavoro, per evitare di cadere in preda all’ansia se - dopo appena 15 giorni dall’invio di una candidatura - nulla pare accadere. Si prepara con attenzione il curriculum e la lettera di motivazione e ci si allena al colloquio per renderlo una reale occasione di sfida e di apprendimento. Si impara l’importanza del networking e dell’uso dei social network professionali per sviluppare relazioni genuine e preziose nel lungo periodo, gestendo la comunicazione secondo un protocollo professionale ed adulto.

Le fasi di transizione sono spesso faticose è vero, soprattutto se affrontate da soli. Se sono però guidate con strumenti adeguati, sono anche degli snodi interessanti per ottenere dalla vita le soddisfazioni che meritiamo e per le quali abbiamo investito anni di studio.