Filippo Manfredi e Michele Iori. Foto di Roberta Pisoni, archivio Fondazione Caritro

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IL SOSTEGNO ALLA RICERCA

Scienze della vita, nuove tecnologie, formazione: alcuni progetti UniTrento cofinanziati da Fondazione Caritro

11 maggio 2018
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2 milioni e 470 mila euro è lo stanziamento che Fondazione Caritro ha destinato nel 2018 per il sostegno alla ricerca. Di questi, un milione e 280 mila euro andranno a finanziare progetti specifici nell’ambito della convenzione con l’Università di Trento, mentre un milione e 190 mila euro è il budget complessivo di due bandi - gestiti direttamente dalla Fondazione - rivolti a promuovere l’attività di giovani ricercatori.

In Italia solo l’1,3% del PIL, secondo gli ultimi dati Istat, viene destinato a ricerca e sviluppo (R&S): un dato inferiore alla media europea del 2,03%, che ci lascia nella parte bassa della classifica UE dopo Stati come Estonia (1,5) Ungheria (1,4) e ben lontani da Paesi come Svezia (3,3) e Germania (2,9). Non solo in Italia si investe poco, ma lo Stato dà pochi finanziamenti: fondamentali diventano gli investimenti strategici che arrivano dal settore privato e in particolare dal no profit.

In questo contesto si inserisce il sostegno dato alla ricerca da Fondazione Caritro, come ha sottolineato il presidente Michele Iori: «La programmazione è fondamentale se si vuole incentivare lo sviluppo socio-economico di una comunità e per riuscirci è altrettanto indispensabile creare reti e collaborazioni con le diverse realtà del territorio». La collaborazione con l’Università di Trento è una realtà sempre più consolidata che sta dando buoni frutti, come ha evidenziato il direttore di Fondazione Caritro Filippo Manfredi, illustrando i progetti finanziati.

Nell’ambito della convenzione con l’Ateneo, nel 2018 il Consiglio di Gestione di Fondazione Caritro ha deliberato di cofinanziare progetti di ricerca nei campi delle scienze della vita, nell’area scientifico–tecnologica e nell’ambito della formazione. Questi alcuni fra i progetti pluriennali sostenuti dalla Fondazione.

Verso la biopsia liquida di tumori: un programma di medicina di precisione”. Si tratta di un progetto pluriennale del Centro di Biologia Integrata (CIBIO) per il quale Fondazione Caritro contribuisce per il terzo anno consecutivo. La ricerca è incentrata su un metodo poco invasivo che punta a trovare nuovi indicatori diagnostici e di risposta ai trattamenti antitumorali tramite indagini molecolari, sfruttando le nuove tecnologie di sequenziamento degli acidi nucleici. 

Riposizionamento di farmaci per malattie rare del sistema nervoso: dove le grandi pharma non arrivano”, anche questo un progetto di ricerca del CIBIO. Ha l’obiettivo di realizzare modelli cellulari di malattie neurali rare che permettano un primo screening di tutti i farmaci attualmente approvati per l’uso in farmacologia. Tali farmaci, meno di mille in totale, hanno dimostrato di poter funzionare talvolta in un contesto patologico diverso da quello per il quale erano stati originariamente sviluppati. La logica del repositioning (riposizionamento) permetterebbe di accorciare notevolmente i tempi di sviluppo clinico e non preclude la possibilità di sottoporre i farmaci che dovessero risultare efficaci a modificazione chimica in modo da ottenere molecole nuove e brevettabili. 

“Un progetto per la rilevazione precoce dei disordini dello spettro autistico” condotto presso il Centro Interdipartimentale Mente/Cervello (CIMeC). I Disordini dello Spettro Autistico (DSA) compongono una sindrome neurologica a esordio precoce principalmente caratterizzata da deficit a livello della percezione e comunicazione sociale, e da una ristretta gamma di interessi e comportamenti stereotipati. Molti dati suggeriscono che i bambini affetti da DSA traggano grande beneficio da interventi comportamentali precoci e mirati, ponendo la questione della diagnosi e del trattamento precoci dei DSA come una priorità a livello scientifico, clinico e sociale. La sfida è quella di riuscire a identificare alcuni “campanelli d’allarme” prima dell’età della diagnosi (solitamente attorno ai 36 mesi), vale a dire di sviluppare un indicatore (biomarker) comportamentale in grado di identificare precocemente alterazioni nell’attenzione visiva verso gli stimoli sociali e di porre in atto interventi riabilitativi sempre più precoci e, quindi, più efficaci.

Laboratorio di Deep Learning”: coinvolto in primo piano il Dipartimento di Ingegneria industriale, ma gli attori del progetto sono numerosi. Con il supporto tecnico-scientifico dell’Ateneo e della Fondazione Bruno Kessler (FBK), la Provincia autonoma di Trento, tramite Trentino Sviluppo, sta realizzando presso il Polo della Meccatronica di Rovereto una facility di prototipazione di prodotti meccatronici che mira ad accelerare l’innovazione in questo settore da parte dell’industria, della ricerca e della formazione trentine. 

Centro trentino per le scienze e tecnologie quantistiche Laboratorio Q@TN”. Anche questo è un progetto molto articolato a cui la Fondazione partecipa per il secondo anno consecutivo. Vede capofila il Dipartimento di Fisica e si colloca in un più ampio disegno di industrializzazione rivolto alle nuove tecnologie quantistiche. Un mercato dalle potenzialità enormi, considerato che la sola industria mondiale dei semiconduttori, interamente basata sulla fisica quantistica, è stimata con un valore prossimo ai 240 miliardi di euro. 

La Fondazione sostiene anche progetti di divulgazione scientifica e di collaborazione territoriale: l’annuale FestivalMeteorologia che si svolge a Rovereto, i seminari e le conferenze divulgative nell’ambito del progetto interdisciplinare Scienza Tecnologia e Società (STSTN), la collaborazione con squadre trentine per supportare gli atleti nella loro “dual career” di sportivi e studenti.

Il sostegno della Fondazione va anche a iniziative dell’Ateneo che promuovono la formazione di alto profilo e la formazione alla ricerca, in particolare al Collegio Bernardo Clesio e ad alcuni corsi di dottorato di ricerca.

Il Collegio Bernardo Clesio valorizza il talento dei giovani e favorisce la loro crescita in un contesto universitario e cittadino accogliente e stimolante; ogni anno propone inoltre un programma culturale aperto alla cittadinanza. Il dottorato di ricerca è il più alto grado di istruzione previsto nell’ordinamento accademico italiano al quale Fondazione Caritro guarda con attenzione.

Vista l’importanza che la formazione alla ricerca ha per i giovani, per l’innovazione e per le ricadute sul territorio, la Fondazione ha messo a disposizione per borse di dottorato un budget di 300 mila euro.