Una scogliera irlandese. Foto Adobe Stock

Storie

Un ponte verso l'Irlanda

Il 18 settembre la consegna del premio in memoria di Rakesh Zucchelli per tesi di laurea in irlandesistica

13 settembre 2023
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di Johnny Gretter
Studente collaboratore Ufficio stampa e relazioni esterne

Quando a Parigi un giornalista chiese al drammaturgo Samuel Beckett se fosse inglese, lui rispose ironicamente: «Au contraire». Era, infatti, irlandese e aveva una forte consapevolezza della differenza tra la letteratura inglese e quella del suo paese. Una differenza che alle persone comuni non è sempre chiara: basti pensare che a scuola studiamo autori come lui, James Joyce e Oscar Wilde sotto l’etichetta più ampia di “letteratura inglese”. All’Università di Trento, invece, l’irlandesistica è un campo di studi che interessa fortemente studenti, studentesse e docenti. Ne è una dimostrazione il premio di laurea "Meno stress e più farfalle" istituito in memoria di Rakesh Zucchelli, arrivato quest’anno alla terza edizione.

Il premio di laurea è stato creato tre anni fa dal Dipartimento di Lettere e Filosofia, su spinta del corpo docente dei corsi di lingua, dopo la prematura scomparsa di Rakesh Zucchelli, ex alunno che nel 2011 si era laureato in Mediazione linguistica per il turismo e le imprese con una tesi dedicata al sistema di ricezione turistica irlandese. «Rakesh era profondamente innamorato della musica, del popolo e del paesaggio irlandese», racconta Andrea Binelli, docente di Lingua e traduzione inglese e referente del premio. «Dopo la laurea trovò lavoro a Cork e si trasferì: era come se lì si sentisse più a casa. Così Rakesh è diventato per l’Ateneo un ponte verso l’Irlanda, dispensando consigli a studenti e neolaureati intenzionati a studiare, viaggiare o trasferirsi lì».

"Meno stress e più farfalle" nasce proprio per ricordare Rakesh, la sua generosità e il suo grande amore per l’Irlanda, in modo che possa diventare un esempio per altri giovani studiosi e studiose. Quest'anno saranno premiate due neolaureate del corso di Lingue moderne: Ilaria Visentin e Matilda Peruch.

«Entrambe le vincitrici si sono dimostrate molto capaci e hanno colpito la giuria con due tesi che dialogano col presente della società irlandese», spiega ancora Binelli. «La tesi della dottoressa Visentin s’intitola "Sinéad Gleeson’s Constellations: Analysis and Translation". Visentin ha realizzato un'ottima traduzione di questa raccolta di saggi, analizzando un testo che costituisce uno specchio dell'Irlanda contemporanea. Gleeson ha una scrittura fortemente femminile e mostra un paese che, dopo anni di conservatorismo religioso, cerca di aprirsi e garantire maggiori diritti: un percorso politico rigoroso, lontano dal populismo».

Anche la tesi della dottoressa Peruch, "The Overturning of Roe v. Wade: A Critical Discourse Analysis of American and Irish Newspapers", prende spunto da un tema molto attuale. «Il caso trattato è quello della sentenza statunitense Roe vs. Wade, che garantiva la possibilità di abortire negli Stati Uniti», aggiunge Binelli. «Nel 2022 la sentenza è stata impugnata e così alcuni stati hanno messo in discussione il diritto all’aborto. Peruch ha studiato come questa vicenda è stata trattata negli Usa e in Irlanda, dove il tema è molto sentito, soprattutto a livello etico. In particolare, ha analizzato come le strategie retoriche usate nei giornali indirizzavano i lettori verso una determinata idea».

In Italia esiste un'importante nicchia di studi di irlandesistica, che va dalla letteratura fino alla musica, al cinema e al ballo. UniTrento non fa eccezione: oltre a promuovere il premio “Meno stress e più farfalle”, l’Ateneo ha curato con Antonio Bibbò la mostra “Irish in Italy - Irish literature and politics in Italy in the first half of the 20th century”, organizzata dall’Istituto italiano di Cultura di Dublino per illustrare le relazioni tra il panorama letterario e gli scambi politici tra i due paesi.

Ci si potrebbe aspettare che questa attenzione per l’Irlanda sia dovuta ad alcune somiglianze con l’Italia, primo fra tutti il fatto che entrambi sono paesi cattolici e segnati, in passato, da una forte emigrazione. In realtà, al di là di queste apparenti basi comuni, c’è molto altro. «Non si può dire che ci sia un vero transfer culturale su questi due aspetti», sottolinea Binelli. «Prendiamo come esempio l’emigrazione: l’Italia sembra aver dimenticato il suo passato, mentre in Irlanda il dibattitto è molto più serio e responsabile. In realtà, l’Italia ha iniziato a prestare una grande attenzione all’Irlanda durante il periodo dei Troubles, parteggiando da destra a sinistra per la parte irlandese. Anche l’Irlanda ha sempre guardato all’Italia: gli irlandesi vengono in Italia per fare esperienza di quella che per loro è “l’Europa continentale”, in tutto il suo splendore culturale».

Tra gli altri, due aspetti della cultura irlandese che suscitano grande interesse sono la letteratura e la musica. «Le autrici e gli autori irlandesi hanno una relazione quasi magica con lo storytelling», aggiunge Binelli. «Sono una nazione piovosa, in cui si socializza nei pub: così si è creata una tradizione retorica che si adatta bene al racconto. Si può prendere come esempio la scrittrice Sally Rooney, che è diventata un fenomeno globale grazie al modo in cui rende il paesaggio interiore dei personaggi: è un assetto mentale tipico dell’Irlanda. Quanto alla musica, il pubblico italiano ne è sempre stato affascinato. Questo riguarda sia artisti che si rifanno alla musica tradizionale, come i Dubliners, sia artisti più legati al rock contemporaneo come i Cranberries o Sinéad O’Connor. Nella musica, l’elemento che attrae maggiormente è l’atteggiamento mistico e artistico che gli irlandesi hanno nella relazione con il loro paesaggio naturale e poco industrializzato».  

La consegna del premio di laurea in irlandesistica Rakesh Zucchelli si terrà lunedì 18 settembre alle 17, nell’aula 001 di Palazzo Prodi. Prima della premiazione, Elena Cotta Ramusino, professoressa dell’Università di Pavia, terrà una lezione dal titolo “Irlanda: storia, memoria, letteratura”, che illustrerà come in Irlanda la memoria storico-sociale abbia trovato nella letteratura un agente fondamentale di dibattito e circolazione.