Scaffali alla Buc ©UniTrento - Ph. Alessio Coser

Vita universitaria

L'obsolescenza della conoscenza

Come un libro scientifico entra nel patrimonio dell’Ateneo. E come è possibile garantire l’attualità dei contenuti

12 marzo 2024
Versione stampabile
di Daniele Santuliana
Ufficio Stampa e Relazioni esterne

Le biblioteche universitarie di Povo, Mesiano e Rovereto – rispettivamente Bup, Bum e Bur – conservano il patrimonio librario scientifico dell’Ateneo. Sui loro scaffali e nei loro depositi è possibile trovare materiale documentario a supporto dell'attività didattica e di ricerca per i dipartimenti di Matematica, Fisica, Ingegneria industriale, Ingegneria e Scienza dell'Informazione, Biologia cellulare, computazionale e integrata, per il Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica, per il Dipartimento di Scienze cognitive e per il Centro interdipartimentale Mente/Cervello. Un patrimonio che, pur quantitativamente minore rispetto a quello della Biblioteca universitaria centrale (dove è conservato l’84% dei libri dell’Ateneo), rappresenta una risorsa imprescindibile per la comunità universitaria. Per le tematiche che trattano, però, i libri conservati in collina e a Rovereto richiedono cure e attenzioni particolari. Il rischio è che le conoscenze in essi contenute invecchino e diventino obsolete, non più attuali. Ne parliamo con Sonia Stenico, responsabile delle biblioteche scientifiche dell’ateneo.

Qual è l'iter prima che un libro entri nel patrimonio di UniTrento?

«Un libro può entrare nel patrimonio dell’Ateneo in vari modi. In generale, il regolamento di Biblioteca prevede che ci sia sempre una proposta di acquisto da parte dei docenti. A raccogliere gli ordini nei dipartimenti, sono docenti con una delega specifica. Anche Il personale delle biblioteche può proporre l’acquisto di testi, sempre ottenendo la validazione dei docenti delegati. Studenti o esterni possono tuttavia anche richiedere l'acquisto di libri, sia compilando l'apposito form online, che via mail o rivolgendosi a direttamente ai bibliotecari. I libri per la didattica seguono un iter diverso, perché vengono ordinati sulla base delle bibliografie caricate in Esse3. Altri libri entrano attraverso donazioni».

Come funziona la catalogazione e chi se ne occupa?

«In Provincia di Trento per catalogare occorre una formazione specifica fornita dal Sistema bibliotecario provinciale. A occuparsi di catalogazione sono quindi bibliotecari che hanno seguito questo percorso, acquisendo uno specifico “patentino”. All’Università, si occupano di catalogazione sia l’Ufficio centrale Acquisizioni, sia gli uffici dei poli. Come standard, utilizziamo lo standard internazionale ISBD e la classificazione decimale Dewey, su base numerico-decimale la più diffusa a livello internazionale. Oggi, per fortuna, la catalogazione è facilitata dall’esistenza di repertori internazionali e nazionali che permettono di catturare o confrontare alcuni dati, velocizzando in parte i processi del catalogatore».

Parliamo di obsolescenza della letteratura scientifica. C’è modo di garantire la validità e l’attualità delle informazioni contenute in questi testi?

«È opportuno specificare che chi lavora in biblioteca ha perlopiù una formazione in ambito umanistico o biblioteconomico, non siamo scienziati. Nonostante questo, nel corso del tempo sviluppiamo la sensibilità e la competenza necessaria per visionare un libro e capire se le informazioni contenute sono ancora valide. Ci sono ambiti – penso ai classici della matematica e della fisica – in cui le informazioni rimangono tendenzialmente sempre valide; altri – come l’astronomia, l’informatica, l’ingegneria dei materiali – sono più soggetti ad evoluzione: nel caso dell’informatica testi sui programmi per elaboratori pubblicati negli anni ‘90 possono avere semmai un valore storico, ma non una valenza tecnica. Il nostro compito è ovviamente quello di mettere a disposizione del pubblico il testo i cui dati scientifici siano aggiornati, mentre al contrario  la presenza a scaffale di testi non coerenti o superati può essere addirittura fuorviante. I testi tolti dallo scaffale rimangono comunque a catalogo, dislocati in spazi di archivio e sono comunque facilmente fruibili in ogni momento. Di recente, alla Bum abbiamo fatto un grande lavoro sui testi di tipo normativo (edilizia, sicurezza, antincendio) così come di informatica e, dismettendo quelli non più validi e sostituendoli con edizioni di recente pubblicazione e aggiornate ai giorni nostri.
Analogamente è avvenuto di recente alla Bup per quanto concerne l’informatica, che recentemente ha visto un rinnovarsi dei testi in materia di programmazione, intelligenza artificiale, data science, cybersecurity, machine learning. Questo settore, ancor più di altri ha l’esigenza di un'attenzione costante, a causa del rapidissimo invecchiamento delle informazioni; per questo servono fondi di acquisto ma anche sensibilità e impegno da parte dei docenti e dei bibliotecari».

Da poco, la Bup ha messo a disposizione del pubblico la donazione Guella. Di cosa si tratta?

«Alcune delle nostre collezioni erano piuttosto datate. Quella di fisica, ad esempio, era ferma agli anni Duemila, mentre le opere di astronomia risalivano agli anni Novanta. Il budget di questi dipartimento è infatti quasi tutto impegnato sugli abbonamenti delle riviste. La donazione Guella ci ha permesso di rinnovare notevolmente il patrimonio della Biblioteca scientifica di Povo. Augusto Guella era infatti un appassionato cultore di queste materie. L’intera collezione è composta da circa 6000 testi, anche di recente pubblicazione, in ottime condizioni e in più lingue (italiano, inglese, tedesco, francese) su materie come la fisica e l’astrofisica, la matematica e la geometria, la statistica, l’astronomia e la cosmologia, ma anche filosofia e storia delle scienze. Ci sono pubblicazioni scientifiche di Springer, Academic Press, Wiley, Elsevier, Oxford e Cambridge University Press, dagli anni ‘90 al 2018, riguardanti buchi neri, onde gravitazionali relatività, teoria quantistica, fisica nucleare, spazio-tempo, gravità, materia oscura, stelle a neutroni, particelle elementari e subatomiche, meccanica celeste e altro ancora. Sono presenti anche molti nuovi titoli che riguardano le discipline della matematica, settori specialistici come la geometria differenziale, le varietà algebriche, le teorie,  la fisica matematica, l’analisi e la stocastica».

Quale è stato il riscontro da parte di chi frequenta la biblioteca?

«Abbiamo già registrato tanti prestiti dei libri che fanno parte della donazione Guella, anche un aumento delle richieste di prestito interbibliotecario provinciale. Per garantire l’unitarietà del fondo, i libri sono stati collocati a parte rispetto al resto della collezione della Bup, hanno una sala tutta per loro (a parte alcune eccezioni)».

Come funziona con le donazioni? Come è possibile donare un fondo alle biblioteche d’Ateneo?

«Sul portale delle Biblioteche UniTrento ci sono le linee guida per l’acquisizione in dono di collezioni librarie. Al momento, il problema maggiore è però lo spazio: quello a disposizione è poco e questo ci obbliga a selezionare cosa accettare tra il materiale che ci viene proposto. Ad esempio, non possiamo più accettare libri doppi rispetto a quelli che già possediamo. Per questo, chiediamo sempre un elenco dei libri che ci vengono proposti, in modo da sapere in anticipo di che opere si tratta».