Puntare al rafforzamento della capacità di produrre risultati scientifici di alto valore, alla valorizzazione delle attività formative e al trasferimento delle conoscenze. Questi gli obiettivi ribaditi dal Consiglio di amministrazione (Cda) dell’Ateneo nell’approvare, nella seduta del 21 dicembre, il bilancio di previsione 2016. I dati previsionali 2016 sono in linea con l’Atto di indirizzo per l’Università e la ricerca 2015-2018 e con il Piano strategico d’Ateneo 2014-2016.
Il bilancio preventivo del prossimo esercizio, che include anche i progetti di edilizia, garantisce il pareggio tra costi e ricavi sulla cifra di 231,40 milioni di euro, prevede l’utilizzo di riserve di patrimonio netto per 4,34 milioni di euro.
I trasferimenti 2016 da parte della Provincia autonoma di Trento, sulla base dell’impegno assunto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ammontano a 118,44 milioni di euro. A tali trasferimenti si aggiungono residui di contributi di anni precedenti riferiti a iniziative progettuali di interesse comune non ancora ultimate (6,21 milioni).
Da segnalare anche i ricavi propri, una voce che fa emergere la capacità dell’Ateneo di attrarre finanziamenti per la ricerca (41,96 milioni), fra i quali spiccano 32,80 milioni di euro relativi a progetti di ricerca comunitari nell’ambito dei programmi FP7 e Horizon 2020. Significativi anche i proventi derivanti da ricerche commissionate e da trasferimento tecnologico (10,90 milioni) e la contribuzione studentesca per 17,95 milioni di euro.
Per quanto riguarda i costi, le spese complessive per il personale strutturato dell’Ateneo sono pari a 83,46 milioni di euro, mentre le spese per interventi a favore degli studenti ammontano a 26,31 milioni di euro complessivi, di cui 10,52 a favore dei dottorati di ricerca e 15,79 a favore di studenti per il finanziamento di borse di studio volte, principalmente, a promuovere e valorizzare la mobilità internazionale. Di rilievo anche le spese destinate alla ricerca e all’attività editoriale per 18,36 milioni di euro strettamente legate alle attività di ricerca scientifica e di diffusione dei risultati delle strutture accademiche di Ateneo.
Per il piano degli investimenti sono stati stanziati 20,21 milioni di euro complessivi – per 9,48 milioni coperti da contributi in conto capitale della Provincia autonoma di Trento – destinati principalmente allo sviluppo del piano edilizio per 12,70 milioni di euro (in particolare secondo lotto Manifatture Tabacchi, biblioteche Albere e Mesiano) e per l’acquisto di attrezzature scientifiche.
Nella stessa seduta il Cda ha nominato il nuovo direttore generale dell’Università di Trento. La scelta è caduta su Alex Pellacani, dirigente della Direzione Pianificazione Amministrazione e Finanza dell’Ateneo, nel segno, dunque, di una valorizzazione delle competenze interne. Il nuovo direttore generale prenderà servizio con il prossimo 11 gennaio e rimarrà in carica per tre anni (rinnovabili). Pellacani succede a Giancarla Masè, che ha ricoperto l’incarico al vertice della struttura amministrativa dell’Ateneo dal 2007 e che inizierà il nuovo anno come direttrice generale dell’Università di Verona. «Il dottor Pellacani – ha sottolinaeto il rettore – possiede grandi doti professionali ed è molto preparato. Ha maturato una conoscenza approfondita del nostro Ateneo e un’ampia visione trasversale delle sue varie componenti. Qualità che gli permetteranno di proseguire nel lavoro svolto finora, ma anche di dare impulso forte al senso di unità e appartenenza nella nostra comunità accademica, con un’attenzione particolare alle persone che in essa lavorano».