© Foto Ruggero Arena

Eventi

L’amministrazione condivisa

Un convegno a Giurisprudenza per un’alleanza fra società civile e istituzioni

7 febbraio 2022
Versione stampabile
Gregorio Arena
di Gregorio Arena
Professore ordinario di Diritto amministrativo all’Università di Trento e fondatore del Laboratorio per la sussidiarietà (Labsus).

Esattamente 25 anni fa, nel 1997, in un saggio pubblicato in una rivista giuridica esposi per la prima volta la teoria della “amministrazione condivisa”. All’epoca, sembrava un’utopia immaginare che cittadini e amministrazioni pubbliche potessero collaborare per la soluzione dei problemi della comunità, nell’interesse generale. 

Ma a volte, se ci si impegna molto (e si è anche molto fortunati...), le utopie si realizzano. E infatti, grazie all’introduzione nel 2001 nella nostra Costituzione del principio di sussidiarietà (articolo 118, ultimo comma) e all’azione del Laboratorio per la sussidiarietà (Labsus), l’associazione culturale che dirigo da anni, si è sviluppato e affermato il modello dell’amministrazione condivisa. Una recente sentenza della Corte Costituzionale conferma l’importanza di questo modello. La Corte sostiene che, applicando l’articolo 55 del Codice del Terzo Settore, “fra i soggetti pubblici e gli enti del Terzo Settore si crea un canale di amministrazione condivisa, alternativo a quello del profitto e del mercato” (sentenza n. 131/2020).

È grazie a questa teoria se oggi circa 800 mila cittadini attivi in tutta Italia si possono prendere cura dei beni comuni all’interno di un quadro di regole giuridiche chiare e semplici, delineate dal Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni e dai Patti di collaborazione promossi da Labsus. Il Regolamento e i Patti sono strumenti operativi, ma se non ci fosse stata la teoria dell’amministrazione condivisa non sarebbe stato possibile interpretare il principio costituzionale di sussidiarietà nell’accezione indicata da Labsus. L’idea di fondo è che l’essenza della sussidiarietà sta nella creazione di una relazione di condivisione di risorse e di responsabilità fra cittadini e istituzioni, una vera e propria alleanza fra società civile e istituzioni per perseguire, insieme, l’interesse generale. 

Realizzare ovunque sia possibile questa alleanza fra cittadini, enti del Terzo Settore e amministrazioni sarà fondamentale nei prossimi mesi e anni per la tenuta materiale e psicologica del Paese in questa difficilissima fase storica. 
Da un lato, l’amministrazione condivisa riesce a mettere in campo le infinite energie nascoste nelle nostre comunità. In questo modo moltiplica le risorse utilizzabili per risolvere problemi di interesse generale e ci può aiutare ad affrontare meglio le tante difficoltà materiali prodotte dalla pandemia. 
Dall’altro, l’alleanza fra amministrazioni, cittadini ed enti del Terzo Settore potrà sostenere la tenuta psicologica del Paese. Quando questi soggetti collaborano, infatti, “fanno comunità”, cioè contribuiscono a rafforzare e ricostruire i legami che tengono insieme le nostre comunità, producendo beni relazionali, senso di appartenenza, coesione sociale. Nella situazione di incertezza e paura del futuro prodotta dalla pandemia “fare comunità” sarà essenziale.

Un quarto di secolo dopo la sua prima enunciazione, la teoria dell’amministrazione condivisa può contribuire a migliorare la qualità della vita di tutti attraverso la cura dei beni comuni e a “tenere insieme” il Paese con il rafforzamento dei legami di comunità a livello locale. Ecco perché l’Università di Trento e Labsus hanno organizzato il 20 gennaio scorso presso la Facoltà di Giurisprudenza un convegno per fare il punto sullo stato attuale e sugli sviluppi futuri dell’amministrazione condivisa, mostrandone le potenzialità, ancora tutte da valorizzare, per la ripresa del Paese in questa difficile fase della nostra storia.

Il convegno L’amministrazione condivisa è stato organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento e da Labsus. 
Comitato scientifico: Gregorio Arena e Marco Bombardelli (Università di Trento), Fabio Giglioni (Università Sapienza, Roma).
Introdotto e moderato dal preside della Facoltà di Giurisprudenza Fulvio Cortese, il convegno si è articolato in sei relazioni. Vincenzo Cerulli Irelli (Università Sapienza, Roma) ha trattato dell’Amministrazione condivisa nel sistema del diritto amministrativo; Daria de Pretis (giudice della Corte costituzionale ed ex-rettrice dell’Università di Trento) ha parlato di Principi costituzionali e amministrazione condivisa, seguita da Alessandra Pioggia (Università di Perugia) che ha affrontato un tema inedito, La società della cura nella Costituzione. Fabio Giglioni (Università Sapienza, Roma e responsabile della Sezione Diritto di Labsus) ha poi analizzato l’Evoluzione degli strumenti dell’amministrazione condivisa, mentre Marco Bombardelli (Università di Trento) ha analizzato L'organizzazione dell'amministrazione condivisa. Infine, Marianella Sclavi (Politecnico di Milano e presidente di Ascolto Attivo) ha affrontato da un punto di vista sociologico il tema dell’Amministrazione condivisa come innesco al necessario cambiamento paradigmatico della democrazia. Il convegno è stato concluso da Gregorio Arena che ha illustrato la teoria dell’amministrazione condivisa, dalle origini alle potenzialità per il futuro.
Video disponibile nella pagina dell’evento.