Superamento del carcere come unica risposta al reato. Foto: Adobe Stock

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La pena dopo la riforma Cartabia

Qualche timido passo verso il superamento del carcere come unica risposta al reato

23 marzo 2023
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di Elena Mattevi
coordinatrice dell'Osservatorio sulla Giustizia di pace, conciliativa e riparativa - Facoltà di Giurisprudenza, Università di Trento

La riforma Cartabia in materia penale, attuata con il d.lgs. 150/2022 ed entrata in vigore il 30 dicembre 2022, nasce a fronte di una sorta di ultimatum dell’Unione Europea che ha condizionato l’erogazione dei fondi del recovery plan anche alla riforma della giustizia penale. L’obiettivo era assicurarne una maggior efficienza.
La stella polare della riduzione del numero di contenziosi (deflazione) si sarebbe potuta seguire attraverso una seria strategia di depenalizzazione. Gli illeciti da depenalizzare avrebbero tuttavia dovuto avere una seria incidenza statistica e avrebbero dovuto essere ampiamente avvertiti come non meritevoli di una reazione punitiva nonostante il clima caratterizzato da una ricerca dilagante di risposte penali.

La strategia adottata dalla riforma è stata allora rafforzare o introdurre nel sistema istituti volti a favorire una rapida uscita dal processo, anche rinunciando alla pena, in alcune occasioni specifiche.
Un esempio in tal senso è offerto dalla querela. La riforma infatti ha aumentato di molto i reati procedibili a querela, includendovi fattispecie come il sequestro di persona, la violenza privata e quasi tutte le ipotesi di furto aggravato. 
Grazie alla querela, che lascia in mano al soggetto offeso la valutazione in merito all’opportunità di accertare i fatti di reato – e quindi anche di punire –, si opera una selezione in entrata e in uscita dal procedimento penale visto che la querela è rimettibile e che, per i reati procedibili a querela, è possibile ottenere l’estinzione del reato anche contro la volontà della persona offesa con la riparazione del danno. 
Riguardo al sistema sanzionatorio, la pena detentiva è rimasta purtroppo la prima risposta alla commissione di un reato.
Due sono tuttavia le modifiche più significative introdotte dalla riforma Cartabia, tra tutte quelle che saranno al centro delle riflessioni del Convegno organizzato il 24 e il 25 marzo 2023 alla Facoltà di Giurisprudenza di Trento.
Da un lato, la riforma ha inteso rivitalizzare le sanzioni sostitutive, differenziandole ed estendendole fino a pene detentive della durata di quattro anni. Tra le pene sostitutive rientrano oggi la detenzione domiciliare e il lavoro di pubblica utilità (pensato solo per pene detentive fino a tre anni), mentre la pena pecuniaria sostitutiva, già ampiamente sperimentata, è stata resa fruibile per pene detentive fino a un anno e comunque più “equa” e adeguata alle condizioni economiche dell’imputato.
Con ancora maggior coraggio poi, e per ferma volontà della ministra Cartabia, è stata introdotta una disciplina organica della giustizia riparativa, entro la quale si collocano tutti quei programmi – come la mediazione – che consentono alla vittima, alla persona indicata come autore e ad altri soggetti della comunità, di partecipare liberamente alla risoluzione delle questioni derivanti dal reato con l’aiuto di un mediatore. Pochissimi Stati hanno adottato una normativa così ampia in materia.
Il momento è tuttavia molto delicato, anche per mere questioni organizzative. L’operatività concreta delle pene sostitutive è ostacolata dai limiti di organico degli Uffici locali di Esecuzione penale esterna, che faticano a prendere in carico tempestivamente le persone condannate, mentre i Centri di giustizia riparativa devono essere creati in quasi tutte le regioni italiane e, laddove esistenti, come nella Regione autonoma Trentino Alto Adige, dovranno seguire una procedura di accreditamento che non è stata ancora attivata dal Ministero.

Il convegno
Si analizzerà “La riforma Cartabia tra non punibilità e nuove risposte sanzionatorie” venerdì 24 (dalle 14.30) e sabato 25 marzo (dalle 9) in un convegno nella sala conferenze Fulvio Zuelli del Palazzo di Giurisprudenza dell’Università di Trento. La partecipazione è a ingresso libero con prenotazione sulla pagina web dell'appuntamento.