Casa Rosmini - Biblioteca storica (©Biblioteca Rosminiana di Rovereto)

Eventi

Un implacabile segugio delle contraddizioni

A Rovereto si riflette su libertà e infinito nel filosofo Antonio Rosmini

22 marzo 2023
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di Paolo Marangon e Paolo Bonafede
Centro studi e ricerche Antonio Rosmini

Torna l’appuntamento con i Rosmini Days, la settimana di approfondimento dedicata alla figura di Antonio Rosmini (1797-1855) che si svolgerà a Rovereto dal 23 al 30 marzo. L’edizione 2023 propone una serie di manifestazioni con l’obiettivo di favorire un accostamento accessibile, ma rigoroso alla vita e al pensiero del filosofo roveretano e di comprendere la sua durevole influenza nel dibattito religioso, filosofico e culturale contemporaneo.
Nella giornata di apertura è prevista la presenza di uno studioso specialista del pensiero di Rosmini: Paolo Pagani. Professore ordinario di Filosofia morale all’Università Ca’ Foscari di Venezia, Pagani è direttore del Centro interuniversitario di studi sull’etica (Cise), membro del consiglio scientifico del Centro di etica generale e applicata (Cega) dell’Almo Collegio Borromeo di Pavia e del consiglio scientifico della Fondazione Sciacca. È stato responsabile – tra il 1997 e il 2002 – della Cattedra Rosmini alla Facoltà di Teologia di Lugano.
Al mattino del 23 marzo rivolgerà la lezione “Filosofi di fronte alla domanda: cos’è la libertà?” a studenti e studentesse delle scuole secondarie di secondo grado all’Iprase di Rovereto, con la partecipazione di classi in presenza e collegate a distanza.
Nel pomeriggio del 23, alle 17.30, nella casa natale di Antonio Rosmini, Pagani terrà la lectio magistralis organizzata annualmente dal Centro studi e ricerche Antonio Rosmini sulla questione: “Libertà e infinito in Rosmini”. Pagani ha concesso un’intervista a UniTrentoMag.

Professor Pagani, che significato ha il nesso libertà e infinito nella filosofia di Rosmini?

«Rosmini è un filosofo classico, collocato nel cuore dell’età moderna. Non è certo uno che debba fare i conti con la modernità dall’esterno; ne è semplicemente un protagonista. Del resto, la filosofia moderna è una grande e polivoca ripresa delle intuizioni del filosofo cui Rosmini è legato in modo speciale, cioè Agostino: tra queste, fondamentale, è l’intuizione del ruolo positivo dell’infinito nella vita e nel sapere degli uomini. La persona è intesa modernamente come soggetto libero e la libertà è intesa come relazione consapevole con un referente infinito. Su questi nessi, Rosmini va a fondo del pensiero degli altri autori moderni e li supera sul loro stesso terreno. Questo referente deve infatti essere decifrato e la lettura metafisica che Rosmini ne dà, chiarisce che la libertà è legame con la trascendenza e denuncia come contraddittoria la pretesa di chi volesse riservare alla persona umana un orizzonte semplicemente sociale o comunque storico».

Quale contributo può dare oggi, in questo tempo di incertezza e scetticismo, la riflessione rosminiana sul tema della libertà?

«Leggere Rosmini, anche quando non risulta facile, “fa bene”, perché dà respiro. La preoccupazione di questo autore è non dimenticare nessuno dei fattori che costituiscono le realtà di cui tratta. Nel caso dell’essere umano, il suo approccio è vòlto a evitare ogni forma di riduzione unilaterale, e soprattutto di “riduzionismo”. La libertà, in particolare, o viene legata alla intellettività – e quindi all’apertura sull’orizzonte infinito dell’essere, che consente la relativizzazione di ciò che è finito - oppure è ridotta a una imprevedibilità indeterministica – come accade nei contesti empiristici (prevalenti oggi, come ai tempi di Rosmini)».

In quale rapporto sta la libertà di pensiero e di coscienza, affermata da Rosmini, con la ricerca di una verità frammentata e sfuggente, da parecchi studiosi ritenuta oggi votata in partenza al fallimento?

«La libertà “di” pensiero ha come condizione preliminare la libertà “del” pensiero: il suo affacciarsi su quell’orizzonte senza limiti che gli dà respiro, e che lascia spazio a tutto, tranne che a ciò che si autonega (cioè all’autocontraddizione). Come insegnavano i greci, “non sempre uno pensa tutto quello che dice”: una scollatura, quella tra il dire e il pensare, che si realizza nella contraddizione. Rosmini è un implacabile segugio delle contraddizioni che la retorica orecchiabile e le mode culturali spacciano per assiomi indiscutibili. La retorica, sostenuta dal potere mediatico, produce un “prêt-à-penser” che – in ragione della sua inconsistenza - diventa rapidamente un “prêt-à-jeter”. Di qui la sfiducia verso la verità e la persuasione che essa si riduca all’avvicendarsi storico delle opinioni di volta in volta prevalenti».

Quale significato può assumere il concetto di infinito? Si possono intrecciare letture trascendenti, immanenti, logico-matematiche?

«“Infinito” si dice in molti modi. Rosmini parla, di questi molti modi nella sua Teosofia. Pensiamo anzitutto all’“infinito” di perfezione: Dio, inteso come concreta e completa implementazione della virtualità del positivo. Ma, tutti gli infiniti secundum quid - di carattere geometrico, temporale, numerico – che il nostro autore individua, che cosa sono se non altrettanti casi di “infinito potenziale”? Rosmini, poi, intuisce anche la possibilità di parlare di quello che Cantor avrebbe chiamato, qualche decennio più tardi, il “transfinito”: l’idea di imbrigliare in altrettanti insiemi le sequenze potenzialmente infinite, è infatti già presente in nuce nella matematica accademica ed è esplicitata da Agostino. Se non che, Rosmini concentra la propria attenzione su un tipo di infinito che è preliminare agli altri, in quanto consente di concepire l’infinito di perfezione (anche per poterne eventualmente negare la sussistenza) e di costruire mentalmente gli infiniti potenziali e i transfiniti. Si tratta di un infinito indeterminato - perché non corrisponde direttamente a un ente né a un gruppo di enti - eppure non incrementabile, perché tale da abbracciare nel suo orizzonte ogni realtà e ogni possibilità. L’essere umano si spiega solo come apertura competente su questo “affaccio” senza limiti».