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Eventi

MANGIARE, ABITARE E MUOVERSI IN MODO SOSTENIBILE

Una tavola rotonda affronta il tema della sostenibilità ambientale applicata al settore dell’agroalimentare, dell’edilizia e della mobilità

11 dicembre 2014
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Andrea Petrella
di Andrea Petrella
Collaboratore presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento.

La tavola rotonda “Mangiare, Abitare e Muoversi in modo sostenibile”, che si è tenuta lo scorso 2 dicembre presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento, ha visto protagonisti tre ospiti provenienti da realtà differenti ma accomunate dall’attenzione alla sostenibilità ambientale. La volontà di ridurre l’impronta ecologica (ovvero l’impatto delle attività umane sull’ecosistema) ha fornito a molti attori economici la spinta per modificare sensibilmente i propri processi produttivi, le rispettive strategie di mercato e i servizi offerti. Interrogando ed ascoltando i tre relatori è stato perciò possibile comprendere le più recenti sfide, le innovazioni più interessanti e i nodi ancora irrisolti nel campo dell’agroalimentare, dell’edilizia e della mobilità. Si tratta di tre dimensioni con cui ci misuriamo quotidianamente attraverso i nostri consumi, i nostri acquisti e le nostre abitudini, tuttavia per ognuna di esse esiste una diversa concezione di “sostenibilità” e differenti modalità per conciliare le esigenze di mercato con la salvaguardia ambientale. 

Se, come ha ricordato Ulrich Klammsteiner vicedirettore dell’Agenzia CasaClima di Bolzano, la preoccupazione verso i cambiamenti climatici ha ispirato persino il nome del famoso ente certificatore alto-atesino, nel caso del Consorzio Ortofrutticolo Val di Gresta la scelta di orientarsi verso una produzione agricola biologica e biodinamica è maturata nel corso di alcuni decenni e ha raccolto sempre più consensi tra i consumatori. Vanda Rosà, presidente del Consorzio, ha illustrato i molti progressi compiuti per giungere, oggi, all’80% di verdura biologica conferita al Consorzio; il 20% proviene da campi in cui si utilizza ancora il metodo “integrato” (che non esclude l’impiego di mezzi chimici, ma ne limita l’utilizzo a principi attivi a debole impatto ambientale). La testimonianza di Antonella Valer, presidente della Cooperativa Car Sharing Trentino, si è invece concentrata sulle potenzialità, spesso ancora inespresse, della mobilità condivisa sottolineando l’imprescindibilità di ideare e adottare politiche integrate dei trasporti che prevedano una efficace complementarietà tra mezzi pubblici e privati.

Particolarmente stimolanti sono state alcune affermazioni del vicedirettore di CasaClima, che ha invitato gli studenti a considerare la sostenibilità non come un paradigma astratto e utopico, bensì come una pratica quotidiana da declinare con attenzione e razionalità a seconda del contesto in cui si opera. La casa energeticamente efficiente, sostiene Klammsteiner, deve essere inserita in un quadro (quartiere, vallata, città) coerente con i principi del risparmio energetico, della riqualificazione edilizia e paesaggistica e della riduzione del consumo di suolo. L’ospite alto-atesino, inoltre, ha accennato al problema legato allo smaltimento dei materiali utilizzati per la produzione di energie rinnovabili (i pannelli fotovoltaici e termici), molto complesso e solo parzialmente conciliabile con l’idea di sostenibilità ambientale.

I problemi sembrano perciò essere tanti, così come le sfide che ancora accendono la passione e l’impegno del Consorzio della Val di Gresta: arrivare alla creazione di un “bio-distretto” è il traguardo che Vanda Rosà, assieme agli altri attori economici e sociali della vallata, si pone. Guardando al modello della BioVallée nella valle del Drôme in Francia l’obiettivo è di incentivare, oltre a quello agricolo, altri settori (turistico, dei trasporti, gastronomico, edile, artigianale, energetico) al raggiungimento di livelli di sostenibilità ambientale tali da caratterizzare la Val di Gresta come un contesto in cui le imprese, i cittadini, i consorzi e le istituzioni possano cooperare e integrare i rispettivi sforzi per conciliare le attività economico-produttive con la salvaguardia complessiva del territorio.