Daria de Pretis e  Marta Cartabia. Foto archivio Università di Trento

Eventi

La Corte costituzionale

Incontro aperto alla cittadinanza con le giudici Marta Cartabia e Daria de Pretis

25 marzo 2019
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di Marinella Daidone
Lavora presso la Divisione Comunicazione ed Eventi dell’Università di Trento.

La Corte costituzionale è chiamata a garantire che le leggi dello Stato siano rispettose dei principi della Costituzione. Ma quando e in che modo  interviene la Corte e cosa comportano le sue sentenze? E inoltre,  la nostra Costituzione è ancora attuale o è un testo datato e da riformare? 

A riflettere su questi temi due protagoniste d’eccezione, le giudici della Corte costituzionale Marta Cartabia e Daria de Pretis, ospiti dell’Ateneo,  in un incontro aperto alla comunità accademica e ai cittadini.

Marta Cartabia, vice presidente della Corte e professoressa ordinaria di Diritto costituzionale dell’Università di Milano-Bicocca, ricorda che quando è stata nominata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel 2011 era l’unica donna a farne parte.

Il Collegio dei giudici della Corte costituzionale è composto da 15 membri e attualmente solo tre di loro sono donne. Un'altra giudice ad essere eletta è  stata Daria de Pretis, professoressa ordinaria di diritto amministrativo dell’Università di Trento ed ex-rettrice del nostro Ateneo, nominata nel 2014 dal presidente Napolitano. Ancora, Silvana Sciarra, è stata eletta sempre nel 2014 dal Parlamento.

La Costituzione prevede che i membri della Corte siano designati  per un terzo dal Presidente della Repubblica, per un terzo dal Parlamento in seduta comune e per un terzo dalle magistrature supreme. In particolare il Parlamento ha spesso fatto fatica a trovare un accordo sui giudici da designare; questo ha comportato che in certi periodi la Corte operasse con un numero ridotto di membri (fino a 12).

All’interno della Corte non ci sono correnti o alleanze, essa non opera come un organo politico, ma attraverso il confronto delle argomentazioni: “ Raramente si arriva alla votazione - sottolineano Cartabia e de Pretis - si decide per consenso, quando si è convinti; si discute fino a quando non emerge la soluzione su cui tutti (o quasi) convergono. Spesso si sceglie una soluzione complessa, di compromesso.”

La Corte svolge una funzione molto delicata, ma è vincolata alle richieste che le vengono fatte; talvolta i quesiti risultano inammissibili se non presentati nel modo giusto. Non  può sostituirsi al legislatore,  ma può sollecitarne la decisione. Questo è accaduto ad esempio con il caso Cappato, il leader dell’associazione Luca Coscioni sotto processo per aver aiutato Fabiano Antoniani (meglio noto come Dj Fabo) a porre fine, in Svizzera, alla sua vita. La Corte costituzionale, interpellata, ha rinviato di un anno la sua decisione con il fine dichiarato di rimettere al Parlamento il compito di adeguare l’ordinamento alla Costituzione.

Così come la Corte non può sostituirsi al legislatore, non può nemmeno sostituirsi al giudice ordinario; la funzione della Corte è quella di giudicare la compatibilità delle leggi rispetto a una fonte: la Costituzione.

Entrata in vigore il 1° gennaio 1948, la Costituzione italiana nasce come altre carte costituzionali europee alla fine della Seconda Guerra mondiale, nello stesso periodo in cui viene fondato il Consiglio d’Europa. Le leggi razziali avevano insegnato che anche la legge può diventare strumento di ingiustizia e contro le deviazioni dei parlamenti e delle loro maggioranze vengono creati strumenti a tutela dei diritti.

“Abbiamo un dovere di lealtà verso la Costituzione,” sottolinea Daria de Pretis. “Se pensiamo al periodo in cui è nata, alla nostra società rurale, alcune vicende di cui ci occupiamo oggi erano inimmaginabili allora. La nostra carta costituzionale può aver bisogno di un po’ di ‘manutenzione’, ma  i principi che detta non sono mutati. Sono valori che mettono al centro la persona, possono prendere colorazioni nuove, ma in questo sistema noi ci riconosciamo.”

Sulla stessa linea di pensiero è Marta Cartabia che parla di “energia di reiterazione” a proposito della carta costituzionale che paragona a certi classici, come la tragedia greca: “Quando si riprendono in mano a distanza di anni, continuano a parlarci e a dirci cose che non avevamo colto in un primo momento. Il segreto è che la Costituzione è scritta per principi, e non per regole, e i principi che la compongono sono così profondi da poter essere validi di generazione in generazione.”  Non è un caso dunque che sia nata alla fine della Seconda  Guerra mondiale,  occorreva una “cassetta di sicurezza” per mettere al sicuro ciò che è davvero prezioso.

L’incontro con le giudici Marta Cartabia e Daria de Pretis, sul tema “La Corte costituzionale: giudice della legge e dei diritti”, si è tenuto alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento. È stato uno degli appuntamenti del ciclo Meeting the expert organizzato nell’ambito del modulo Jean Monnet  “BioLaw: Teaching European Law and Life science”. L’incontro si è aperto con i saluti del rettore Paolo Collini e del preside Fulvio Cortese. A moderare l’incontro è stato Carlo Casonato, responsabile scientifico del ciclo insieme a Simone Penasa. L’iniziativa, aperta alla cittadinanza,  ha visto grande entusiasmo e partecipazione da parte di un pubblico eterogeneo, con molti studentesse e studenti universitari e delle scuole superiori.