Il ruolo dell'intercultura nella tutela del minore: impatto professionale e riflessioni teoriche in ambito sociale e giuridico

Ciclo di dialoghi interdisciplinari sull’interculturalità
4 giugno 2021
4 giugno 2021
Contatti: 

Ore: 9:15-12:45, Piattaforma Zoom

Presentazione

Ogni professione ha i propri strumenti di lavoro: per il giurista, i principali sono le definizioni, le classificazioni ed i principi la cui individuazione critica scelta, interpretazione ed applicazione in un contesto contenzioso hanno conseguenze importanti in termini di garanzia effettiva dei diritti. Le complessità della società contemporanea, però, hanno condotto chi si occupa di diritto ad avvicinarsi ai confini con altri saperi: la medicina, la scienza, la sociologia, l’antropologia. In queste intercapedini, ci si trova spesso a confronto con parole identiche, che possono assumere significato diverso quando rispondano alle regole della semantica condivise e note a chi si sia formato in un determinato ambito disciplinare, ma non immediatamente comprensibili a chi non ne abbia competenza.
Il termine interculturalismo, ad esempio, è penetrato nell’ambito giuridico, essendo menzionato talvolta in leggi, sentenze e più spesso in documenti internazionali e di dottrina. Ne è derivata un’ampia letteratura di approfondimento di questo concetto e della sua portata anche giuridica.
Il riconoscimento della natura interdisciplinare di questa definizione, tuttavia, porta ad interrogarsi sul suo significato negli ambiti di discipline contigue, ma diverse rispetto al diritto e sulla possibilità di individuare terreni lessicali comuni. Questa serie di incontri pone in dialogo giuristi/e con esperti/e di altre discipline, ponendo a tutti/e una stessa domanda iniziale: che cos’è interculturalismo? In che cosa esso differisce dal multiculturalismo? L’interculturalismo ammette o esclude rapporti di preminenza di una cultura su altre? In particolare, la cultura ospitante può esigere l’accettazione di una serie di valori/interessi/criteri di condotta da qualificare come comuni? L’interculturalismo esclude l’assimilazione culturale? L’interculturalismo favorisce l’integrazione? L’interculturalismo è un metodo di lavoro? In questo caso, di quali strumenti si avvale? Vi è il rischio di un uso “fai da te” che rischia di generare o rafforzare stereotipi culturali? Vi è il rischio di sovrapporre una dinamica di gruppo alla dimensione della tutela dell’individuo? Al fine di tentare di dare qualche risposta necessariamente interlocutoria a questi quesiti, il ciclo di incontri che qui si presenta è finalizzato ad esplorare la definizione di interculturalismo nell’ambito della medicina, del servizio sociale, della protezione internazionale, dell’istruzione, del diritto di famiglia. Il confronto tra competenze diverse sarà volto all’individuazione degli elementi che accomunano e di quelli che divergono all’interno dei diversi settori e ambiti disciplinari, nella ricerca della possibilità di individuare percorsi di interculturalismo in cui modalità ed obiettivi possano convergere.

Quarto incontro 

L’incremento dei flussi migratori ha comportato, tra le altre cose, la crescente necessità per amministratori e operatori del diritto di interrogarsi relativamente al se e in che modo l’applicazione e interpretazione delle norme giuridiche debbano tenere in considerazione il bagaglio culturale delle persone immigrate o di quelle ormai cittadine, ma con tale pregresso vissuto. 
L’ambito familiare, in particolar modo quello legato alla tutela del minore, rappresenta certamente un terreno in cui tale fenomeno è particolarmente evidente. L’importanza dei valori in gioco, però, spinge ad interrogarsi sugli approcci e strumenti professionali più corretti. Da un lato, vi è la necessità di guardare con occhi culturalmente consapevoli e ragionevolmente attenti alla diversità delle relazioni familiari, senza pretendere che queste ultime siano classificabili secondo paradigmi asseritamente universalistici, ma che riflettono in realtà concezioni tradizionali e territorialmente collocate. Dall’altra, si deve essere pronti a non cadere in un facile esotismo e a non dimenticare il bene giuridico protetto, ossia il superiore interesse del minore, cadendo nell’errore di reificare le diverse culture e dimenticando la “persona” e le sue responsabilità.
Come impatta, dunque, il dato interculturale sul metodo di lavoro di assistenti sociali e operatori del diritto? Con quali strumenti è possibile conoscere meglio e gestire l’elemento interculturale? Come bilanciare questo bisogno di conoscenza di una cultura “altra” con i tempi sempre più stretti imposti oggi ad assistenti sociali e giudici? Vi è il rischio che l’intercultura, anziché essere dato strutturale dell’agire pubblico, sia rimesso alla sensibilità del singolo operatore? Quale spazio per prassi istituzionalizzate che garantiscano al dato interculturale un trattamento sistematico e metodologicamente corretto? Quali ulteriori attori della società civile possono risultare utili per questo lavoro di conoscenza reciproca? 
In questo quarto incontro per il ciclo dei dialoghi interdisciplinari sull’interculturalità, docenti, assistenti sociali, operatori sociali, giudici e studenti saranno chiamati a confrontarsi sui temi in questione, proponendo le loro esperienze e suggerendo possibili risposte in un confronto aperto e trasversale alle diverse discipline.

 

Programma

Presiede: 
  • Prof. Davide Strazzari (prof. diritto pubblico comparato, Università di Trento) 
Partecipano:
  • Prof. Paolo Boccagni (prof. ordinario di sociologia generale, docente in diversità e relazioni interculturali - Università di Trento)

L’interculturalità nella professione dell’assistente sociale: questioni di metodo e di strumenti

  • Dott.ssa Nicoletta Poli (coordinatrice area tutela servizio welfare e coesione sociale, Comune di Trento) e Dott.ssa Anna Berloffa (direttore Ufficio età evolutiva, genitorialità e centro per l’infanzia della PAT) 

Mantenere la rotta tra intercultura e tutela minori

  • Dott.ssa Giulia Valerio (psicoterapeuta, Docente di Etnoclinica presso LiSta -Scuola di Psicoterapia postuniversitaria - e co-fondatrice di MetisAfrica)

La metodologia etnoclinica e transculturale: una risorsa e uno strumento per operatori e persone utenti

  • Dott.ssa Chiara Lucchini (operatrice legale Centro Astalli di Trento, già tirocinante presso Tribunale per i minorenni di Trento).

Genitorialità: femminile, plurale. Parametri valoriali e ordine culturale delle cose

  • Dott. Camilla Gattiboni (giudice presso la Corte d’appello di Trento)

Un processo interculturale: strumenti e possibilità

 

Comitato scientifico: Cinzia Piciocchi, Davide Strazzari, Roberto Toniatti, Carla Maria Reale (Università di Trento)

Il Seminario si svolge nell’ambito del progetto PRIN (2017) - "Dal pluralismo giuridico allo Stato interculturale. Statuti personali, deroghe al diritto comune e limiti inderogabili nello spazio giuridico europeo".

Informazioni e Registrazione

L'incontro si svolgerà tramite la piattaforma Zoom. Per partecipare è necessaria l'iscrizione entro il giorno 31 maggio 2021 ore 12:00.
A ridosso dell'evento verranno inviate via mail le credenziali Zoom per accedere e assistere all'incontro.
 
In accordo con l'Ordine degli assistenti sociali Regione Trentino Alto Adige, il seminario rientra fra le attività valide per l'assolvimento dell'obbligo formativo degli assistenti sociali.
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