Conferenza / Incontro

Gli Enigmi di Giuditta. Tavolo storico-letterario

"Io mi getto nell'eterno" - Il personaggio di Giuditta tra archetipi e riscritture
8 novembre 2021
Orario di inizio 
17:00
Palazzo Paolo Prodi - Via Tommaso Gar 14, Trento
Aula 005
Destinatari: 
Tutti/e
Partecipazione: 
Ingresso libero con prenotazione
Contatti: 
Staff CeASUm
0461 281712

"Io mi getto nell'eterno" - Il personaggio di Giuditta tra archetipi e riscritture

Giuditta nasce come personaggio letterario fin dalle origini, protagonista assieme ad Oloferne di una trama finzionale in cui amore e morte, eroismo e tirannia evocano figure archetipiche remote.
È possibile riscontrare nel Libro di Giuditta diverse tradizioni più antiche che sono state poi fuse e riadattate, come la rappresentazione di Nabucodonosor e Oloferne che sembra essere ispirata ad altri personaggi storici. La stessa vicenda della donna che seduce e uccide il maschio non solo doveva risultare familiare a quanti avevano letto e ascoltato alcuni miti greci, ma trovava altresì paralleli nella storiografia greca di età classica.
Nel Medioevo, Giuditta è prima di tutto un simbolo e, come tale, bivalente: la sua persona e la sua vicenda sono figura della Vergine Maria, allegoria della pudicizia e della castità, modello di fede, o - più di rado - il loro contrario misogino, ossia exemplum di menzogna e lussuria. La componente edificante prevale su quella letteraria e Giuditta trova infatti spazio privilegiato nella produzione didattico-morale ed enciclopedica. 
Nell'età moderna la sua figura conosce una radicale metamorfosi: a dispetto, infatti, della sua problematicità, per il XVI e il XVII secolo la liberatrice di Betulia viene assunta come modello di un eroismo cristiano da spendere nella difesa della fede, manu militari, contro i nemici della Chiesa che avanzano lungo i confini orientali dell'Europa. A partire, però, dalla fine del XVII secolo, in un mutato clima etico-filosofico, le antiche riserve
sulla liceità dell'agire di Giuditta la rendono una figura scomoda, difficile da proporre a una cultura che sta procedendo alla critica dell'eurocentrismo e che parallelamente ha intrapreso un più o meno rapido processo di laicizzazione: tramontato il poema eroico, Giuditta non trova posto nel "romanzo moderno", ma resiste in zone circoscritte della tradizione letteraria (l'oratorio e la tragedia biblica), in cui vigono una serie di convenzioni letterarie così tenaci da consentire ad autore e pubblico di sospendere il loro giudizio sulla verosimiglianza e sulla moralità dei testi sacri, e accettare la formidabile virtù d'animo di una donna pronta a sfidare il nemico del suo popolo.
La letteratura del XIX e XX secolo approfondisce, a partire da Hebbel, le ragioni intime e psicologiche di una donna concentrata più sulla seduzione e sul desiderio che sulla liberazione del suo popolo. La sessualità, la violenza e la morte portano progressivamente la vedova di Betulia ad assumere i tratti della femme fatale, al pari di Salomè, o a incarnare in un gesto la lotta per l’emancipazione.

 Intervengono            

  • Valentina Gallo (Università degli Studi di Padova) 
  • Roberta Capelli (Università di Trento) 
  • Elena Franchi (Università di Trento) 
  • Carla Gubert (Università di Trento)

Partecipazione

A causa delle restrizioni dovute all'emergenza sanitaria, per partecipare in presenza è obbligatorio registrarsi al seguente link

L'iscrizione chiuderà il giorno 08 novembre 2021 alle ore 10.00

E' inoltre possibile partecipare via zoom iscrivendosi al seguente link

L'iscrizione per partecipare via zoom chiuderà il giorno 08 novembre alle ore 12.00

Download 
File Modulo autodichiarazione (DOCX | 271 KB)
PDF icon Locandina (PDF | 593 KB)