Marco Andreatta con Enrico Bertolino alla Notte dei ricercatori del 2013 (©UniTrento ph. Roberto Bernardinatti)

Formazione

L’irragionevole efficacia della matematica

Dalla scuola alle aziende, Marco Andreatta spiega quanto contano i numeri

26 gennaio 2023
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di Elisabetta Brunelli
Ufficio Stampa e Relazioni esterne

La matematica è compagna di strada dell’umanità fin dalla preistoria. Numeri e nozioni matematiche hanno preceduto di molto l'invenzione della scrittura. Poi, l’impulso dato da figure come Talete, Pitagora, Euclide, Ipazia e Archimede, ha traghettato il sapere matematico attraverso le civiltà antiche fino alla società moderna. Oggi la matematica è un campo di ricerca sofisticato e florido, i cui risultati sono alla base di modelli per la diffusione delle malattie, la previsione del tempo, i movimenti finanziari e di tecnologie per la navigazione satellitare e la sicurezza informatica, solo per fare qualche esempio. Eppure spesso viene ancora considerata una scienza difficile da comprendere e di cui si può fare a meno. Anche i docenti dell’Università di Trento sono impegnati per vincere questa diffidenza. Tra loro c’è Marco Andreatta, professore di Geometria al Dipartimento di Matematica di UniTrento, direttore del Cirm, Centro Internazionale per la Ricerca Matematica e responsabile dell’unità di ricerca locale dell’Istituto Nazionale di Alta Matematica.

Professor Andreatta, la matematica ha decine di secoli sulle spalle. Quale forza le permette di restare un punto di riferimento per la scienza contemporanea e per le tecnologie più evolute?

«Il premio Nobel per la Fisica E.P. Wigner verso la metà del secolo scorso parlava della “irragionevole efficacia della matematica nelle scienze naturali”. Ovviamente questa efficacia non è per niente irragionevole e credo sia corretto dire che una teoria, non solo naturale ma anche sociale o economica, è scientifica nel momento in cui si appoggia a prassi e modelli matematici. Questo è quel che ci ha insegnato Galilei. Più recentemente ho anch’io riflettuto sulla “irragionevole efficacia della matematica” in quasi tutte le tecnologie moderne, che vanno dalla localizzazione spaziale alla guida assistita, dallo scambio e uso di denaro in sicurezza alle tecnologie mediche».

Qual è il rapporto con il mondo industriale del territorio?

«Abbiamo un buon rapporto, soprattutto con le imprese ad altro contenuto tecnologico che hanno bisogno di tanta matematica. Quel che a mio avviso si deve oggi fare, e in Italia si fa meno che all’estero, è stimolare la sperimentazione e la ricerca matematica nelle aziende. Da noi si pensa che un problema matematico debba essere studiato in università. E, invece, se le aziende assumessero un matematico, potrebbero risolvere il problema internamente, magari in collaborazione con i laboratori dell’Università. Penso che oggi la matematica sia la chiave per aumentare l’innovazione e la competitività delle nostre aziende».

La matematica da alcune persone è considerata affascinante, da molte altre solo una delle materie scolastiche più ostiche. Oltre che insegnarla all’Università, lei cerca di renderla più vicina e accessibile alla gente. Non è una sfida persa in partenza?

«Vero, la matematica, come tante cose belle e profonde, o ti appassiona o ti annoia. Richiede un po’ di impegno e quindi non stupisce che qualcuno preferisca dedicare il suo tempo ad altro, e poi magari si pente. A me è piaciuta sin da piccolo, ero bravo a scuola e mi divertivo ad aiutare gli altri, magari anche per far vedere che valevo in qualcosa. Formulare un teorema matematico e farlo capire è una grande sfida e è il compito quotidiano dei matematici professionisti. Spinti dalle richieste della società, sempre più basata sulla conoscenza e lo sviluppo tecnologico, alle volte proviamo a spiegare i nostri risultati e il nostro modo di lavorare a un pubblico più vasto partendo dall’interesse e dalla curiosità che essa può suscitare».

Su cosa punta per attirare il pubblico e, soprattutto, per farsi seguire e comprendere?

«La matematica è una disciplina con una lunga storia, elaborata da un grande numero di scienziati, tra cui alcune figure fondamentali, e fatta di grandi idee (idea è una parola greca che significa schema o figura geometrica). A me piace proporre le idee matematiche attraverso un approccio storico e, quando possibile, utilizzando le parole di chi le ha prodotte. Penso che sia affascinante scoprire che tanto di quel che facciamo nella vita si basa su costruzioni matematiche che hanno centinaia di anni e che sono state create per la prima volta da figure come, ad esempio, Archimede e Galilei, poi riprese e perfezionate da Einstein, Penrose e tanti altri. In questo modo ho preparato conferenze divulgative, articoli di argomento interdisciplinare e gli ultimi due libri di divulgazione pubblicati da Il Mulino».

La didattica è la via privilegiata per trasferire le conoscenze accademiche a studenti e studentesse. Cosa offre il Dipartimento di Matematica di UniTrento?

«Comunicare, divulgare, è un’attività sempre più importante nella nostra società; in particolare in tanti vogliono sapere e capire cosa fanno gli scienziati. La comunicazione ha le sue regole e le sue prassi, che la rendono una professione. Per questo, con altri colleghi provo a insegnare nel corso di Comunicazione delle scienze gli elementi base della divulgazione scientifica, soprattutto negli ambiti di scienza della vita, fisica e matematica. Abbiamo anche dei laboratori dove creiamo prototipi di progetti comunicativi. Spesso sono laboratori in cui si sperimenta sia la comunicazione sia la didattica. Al dipartimento di Matematica ne abbiamo due, uno di Didattica e comunicazione della matematica e uno di Comunicazione, storia e filosofia della matematica. Spesso, poi, collaboriamo con l’analogo laboratorio di Fisica e con il nuovo FabLab (laboratorio di costruzione digitale) di Informatica».

Quali iniziative avete, invece, per appassionare studenti e studentesse della scuola?

«Sono numerose. Vanno da iniziative di orientamento, con seminari nelle scuole, visite di classi scolastiche nei nostri centri e laboratori sul territorio a progetti di alternanza scuola-lavoro. Quest’anno, ad esempio, uno dei progetti consisteva nello studiare, ideare e realizzare giochi di carattere matematico: ne sono stati realizzati sette, che sono stati presentati al Festival della Scienza di Genova e a un convegno di formazione insegnanti a Trieste. La partecipazione ai numerosi festival della scienza che si tengono in Italia è un buon mezzo per appassionare studenti alla bellezza e utilità della matematica».

L’Università di Trento cosa propone a chi dimostra particolare talento?

«UniTrento offre moltissime possibilità. Da percorsi teorici e di matematica di base a percorsi mirati a imparare la matematica che serve ad esempio nelle scienze della vita o nella sicurezza informatica o nei modelli economici. La maggioranza di chi li ha frequentati ha poi trovato facilmente molti sbocchi lavorativi, anche nel mondo della comunicazione». 

Ulteriori informazioni su:
Archimede, l'arte della misura (il Mulino, 2021)
La forma delle cose. L’alfabeto della geometria (il Mulino, 2019)
Laboratorio di Didattica e comunicazione della matematica
Laboratorio di Comunicazione storia e filosofia della matematica
Centri di ricerca matematica