Modelli ingegneristici della Scuola di Ingegneria aerospaziale del Centro San Marco di Roma

Formazione

Chiamata per lo spazio

Sulla rampa di lancio il nuovo ciclo del Dottorato nazionale in Space Science and Technology coordinato da UniTrento

29 giugno 2023
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Elisabetta Brunelli
Ufficio Stampa e Relazioni esterne

Perché il lancio di una missione spaziale avvenga in sicurezza, la sonda resti in collegamento con la base fino al rientro sulla terra e possano essere svolti in orbita le attività previste, sono necessari un lungo lavoro preparatorio, alte competenze, materiali e strumentazioni sempre più evoluti. Per formare le competenze tecniche e scientifiche necessarie e creare un ponte tra ricerca ed industria 19 atenei italiani, 8 enti di ricerca e 3 imprese hanno attivato, per il secondo anno consecutivo, un Dottorato di interesse nazionale in Scienza e Tecnologia spaziale, di durata triennale. La prima edizione è partita nel 2022 con 33 partecipanti, mentre sono 55 i posti a concorso nel ciclo: un nuovo equipaggio di dottorandi e dottorande pronti a salire a bordo dell’iniziativa di alta formazione che, coordinata da UniTrento, si svolge in tutte le sedi italiane, con destinazione l’universo.

Il Dottorato di interesse nazionale (DIN) è stato istituito con il decreto ministeriale 226 del 2021 e con l’utilizzo di fondi PNRR: quello sullo spazio è il primo DIN che vede UniTrento nel ruolo di capofila e ha come coordinatore Roberto Battiston, professore di fisica sperimentale dell'Ateneo di Trento. «Il corso di dottorato di ricerca dedicato alla scienza e alla tecnologia spaziale offre una formazione post laurea in grado di connettere competenze scientifiche e tecnologiche, università ed enti di ricerca, accademia e industria» sottolinea Roberto Battiston. «L’offerta formativa copre gli ambiti molteplici che caratterizzano l’attività spaziale. Nell’ambito del consorzio è possibile accedere a lezioni e contenuti formativi, acquisire competenze tematiche, frequentare laboratori e opportunità di tirocinio offerti da un ampio numero di università, organismi di ricerca nazionali e internazionali e imprese. In questo modo è possibile garantire la qualità nei contenuti formativi che permette lo sviluppo di una rete di relazioni e di una varietà di profili professionali personalizzati. L'attività di ricerca mira a sviluppare un approccio esplorativo rigoroso e una capacità di trasferire i risultati di rilevanza e qualificazione scientifica su problemi e contesti applicativi del settore spaziale, per rafforzare i legami tra ricerca di base e applicata in campi che, per loro natura, richiedono lo sviluppo di tecnologie, metodi e soluzioni ad alto contenuto innovativo» aggiunge Battiston. Il dottorato in Space Science and Technology è stato tra i protagonisti a Roma del primo DIN Day (https://www.dottoratinazionali.it/din-day) lo scorso 5 giugno alla Crui, in occasione di una giornata di presentazione dei dottorati di interesse nazionale attivati in Italia nell’ambito del Pnrr. La manifestazione, curata dal Coordinamento dei dottorati di interesse nazionale e rivolta soprattutto a potenziali candidati e candidate, è stata un momento di incontro e scambio di informazioni su questo nuovo tipo di dottorati. In occasione dell’evento nazionale, l’Università di Trento ha organizzato due giornate (https://webmagazine.unitn.it/evento/sst/117017/il-futuro-dello-spazio) nelle quali i 33 partecipanti avranno modo di condividere esperienza e attività di ricerca e di raccontare opportunità, sfide e prospettive del percorso che hanno intrapreso. Le giornate vedranno anche la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni universitarie e degli enti di ricerca che hanno finanziato le borse di dottorato e di colleghi di altri DIN. I lavori si terranno al Polo Ferrari 2 di Povo, fatta eccezione per l’incontro con l’astronauta e ingegnere aerospaziale Paolo Nespoli (https://webmagazine.unitn.it/eventi/117227/astronauta-cos-il-sogno-diventato-realt) che si terrà a Palazzo Prodi, in città, la sera del 4 luglio. Le giornate nazionali saranno l’occasione per una riflessione che si snoderà tra passato, presente e futuro della ricerca spaziale. Che poi è una delle cifre del dottorato: radicato nella tradizione scientifica ma, al tempo stesso, capace di captare ogni margine di miglioramento e sviluppo del settore. S’inquadra in questa dimensione la visita che dottorandi e dottorande hanno compiuto nelle scorse settimane alla Scuola di Ingegneria aerospaziale del Centro San Marco di Roma, tra modelli ingegneristici di razzi, strumenti per lo studio della meccanica del volo e l’astrodinamica, raccolte di dati satellitari. «Abbiamo potuto toccare con mano le attività che si svolgono in questo storico centro di sperimentazione e ricerca scientifica spaziale, la Scuola di Ingegneria aerospaziale dell’Università Sapienza di Roma» racconta Ahmed Nosseir, uno dei due rappresentanti degli studenti e delle studentesse di dottorato. Riprende: «Il Centro ricerche rappresenta la continuazione dello storico progetto San Marco degli anni '60, nato da un programma di collaborazione bilaterale, tra Italia e Stati Uniti, per la sperimentazione e le attività di ricerca scientifica spaziali. Il progetto San Marco segnò l'inizio dell'era spaziale italiana lanciando il San Marco 1, il primo satellite italiano a orbitare intorno alla Terra. Il Centro ricerche e i suoi laboratori contribuiscono ancora oggi con attività significative che continuano ad arricchire non solo la comunità scientifica italiana, ma l'intera comunità scientifica europea impegnata nel settore spaziale». Conclude Ahmed: «La visita rientra in un calendario di escursioni scientifiche e tecniche programmate per ispirare gli studenti e le studentesse del dottorato e incoraggiare la collaborazione multidisciplinare e multiculturale».


Space Calling

Countdown to the launch of the new cycle of the national PhD program in Space Science e and Technology, coordinated by UniTrento

It takes hard work and long hours, high skills, top materials and technology to safely launch a space mission, to maintain communications between the spacecraft and the Earth along the way and to conduct scientific and technological experiments while in orbit. To provide students with the technical and scientific knowledge required to bridge the distance between research and industry, 19 universities, 8 research institutes and 3 private companies have joined forces, for the second year in a row, to create a three-year national PhD program in space science and technology. The first edition of the program, in 2022 (38th cycle), welcomed 33 participants but now, for the 39th cycle, there are 55 open positions for doctoral students, who will be involved in activities at all the partner institutions but keep an eye on the universe.
The national PhD program in Space Science and Technology, coordinated by Roberto Battiston, professor of experimental physics of the University of Trento, was established by Ministerial decree 226 of 2021 through the financial resources of the National Recovery and Resilience Plan-NRRP, and it is the first national PhD program with UniTrento as leading institution. "A national PhD program focused on space science and technology is strategic to bring together scientific and technological skills, universities and research institutions, academia and industry", underlines Roberto Battiston. "The program covers a variety of topics related to space activities. The consortium makes it possible to share the lectures, contents, workshops and internship opportunities offered by many national and international universities and research institutes. This will ensure quality and excellent education and build a vast network of professional relationships and train a wide range of professionals. The purpose of the doctoral activity is to develop an exploratory approach to the research topics that enables the students to use the results achieved to solve application problems in other context, in order to strengthen the links between basic and applied research in fields that require the development of highly-innovative technologies, methods and solutions", adds Battiston.
The national PhD program in Space Science and Technology was among the highlights of the first Din Day in Rome (https://www.dottoratinazionali.it/din-day) on 5 June, an event organized to illustrate the national PhD programs funded by the NRRP. The event, curated by the 'Coordinamento dei dottorati di interesse nazionale' and aimed above all at potential applicants, provided an occasion for a discussion on this new type of programs.
At the end of the first year of the 38th cycle of the Space national PhD program, the University of Trento organized a two-day event (https://webmagazine.unitn.it/evento/sst/117017/il-futuro-dello-spazio) in which 33 students will share their experience and research work and explain the opportunities, challenges and perspectives it offers. The representatives of university and research institutions that have funded the doctoral scholarships will also participate. The location for the event is the Ferrari 2 Building in Povo, except for the night with astronaut and aerospace engineer Paolo Nespoli (https://webmagazine.unitn.it/eventi/117227/astronauta-cos-il-sogno-diven...) that will take place at Palazzo Prodi, in Trento. The discussion will focus on the past, present and future of space research, which is in the spirit of the program: while being rooted in tradition, it also looks for new ways to advance and develop the sector.
To take inspiration from the past, in May the PhD students of the 38th cycle visited the Project San Marco Research Centre located in the School of Aerospace Engineering of the Sapienza University of Rome, where they initiated the visit with a presentation about San Marco 1 satellite project as well as several rocket models and satellite mock-ups. "We were able to touch first-hand the activities that take place in this historic center of space experimentation and scientific research within the School of Aerospace Engineering of Sapienza University of Rome" says Ahmed Nosseir, a representative of PhD students. The Research Center continues the work of the historic 1960s San Marco Project, that was developed from a bilateral collaboration program on space experiments and research involving Italy and the United States. The project, in fact, marked the beginning of the Italian space age with the launch of the San Marco 1, the first Italian satellite to orbit around the Earth. The Research Centre and its laboratories still contribute to important space activities that continue to enrich not only the Italian scientific community, but the entire European scientific community. The trip to Rome is part of a series of scientific and technical visits that aim to inspire us, as young PhD students, and encourage multidisciplinary and multicultural collaboration", he concluded.