Studenti laureati, archivio Università di Trento

Formazione

IL RAPPORTO 2014 ALMALAUREA SUL PROFILO DEI LAUREATI

I risultati della ricerca AlmaLaurea presentati al convegno “Opportunità e sfide dell’istruzione universitaria in Italia”

23 giugno 2014
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Francesca Chistè
di Francesca Chistè
Lavora presso la Divisione Comunicazione ed Eventi dell’Università di Trento.

L'Università di Scienze Gastronomiche di Bra ha recentemente ospitato il convegno “Opportunità e sfide dell’istruzione universitaria in Italia”, nel corso del quale AlmaLaurea ha presentato il XVI Profilo dei laureati. All’indagine hanno partecipato 230mila laureati del 2013 dei 64 atenei aderenti almeno da un anno al Consorzio Interuniversitario; in particolare, i laureati dell’Università di Trento sono stati in totale 3.202, di cui 1.809 laureati di primo livello, 1.024 laureati nei percorsi magistrali e 338 laureati nei corsi a ciclo unico. Il Rapporto, se letto congiuntamente con il rapporto AlmaLaurea sulla Condizione Occupazionale dei laureati presentato nello scorso mese di marzo, rappresenta un valido strumento per la valutazione dell’offerta formativa del sistema universitario italiano.

Un sunto dell’indagine e dei suoi risultati a livello nazionale è ben espressa dal direttore di AlmaLaurea Andrea Cammelli: “Il bilancio complessivo del XVI Rapporto evidenzia i miglioramenti registrati dall’età alla laurea e dalla regolarità negli studi, aspetti storicamente dolenti dell’intero sistema universitario nazionale pre-riforma”. Inoltre, lo stesso evidenzia come sia fruttuosa al giorno d’oggi la collaborazione tra mondo accademico e mondo del lavoro, che ha portato alla diffusione di esperienze di tirocinio e stage, effettuate soprattutto in realtà esterne al mondo universitario. Al di là dei dati positivi, Cammelli mette però in allerta specificando come pesino l’attuale condizione di instabilità economica e sociale e la precarietà delle condizioni del mercato del lavoro, fattori che influenzano inevitabilmente la scelta dei giovani, e indirettamente delle loro famiglie, di proseguire o no gli studi dopo il diploma e in quale direzione. Un elemento di criticità che investe l’intero paese Italia, ormai a fondo scala nella classifica sul livello di scolarizzazione, e che lo stacca dagli altri paesi OCSE. Su questo gravano senza dubbio molteplici fattori: il calo demografico, la diminuzione degli iscritti in età adulta che aveva fatto aumentare nei primi anni 2000 il numero delle immatricolazioni, il deterioramento delle prospettive occupazionali dei laureati, la crescente difficoltà di molte famiglie a sostenere i costi dell’istruzione universitaria.

Nonostante il contesto non favorevole, il quadro che ne risulta è però confortante; nella media, i giovani sono più regolari negli studi, partecipano più assiduamente alle lezioni, svolgono più attività di tirocinio ed esperienze di studio all’estero.

Considerando la realtà locale, i laureati che escono dall’Università di Trento, i risultati si fanno nel complesso ancora più apprezzabili. Più alta rispetto alla media nazionale è la percentuale di studenti che fanno esperienze di studio all’estero (tra i triennalisti, il 16% rispetto al 10%; tra gli studenti magistrali il 23% rispetto al 15%), che si laureano in corso (nelle lauree triennali il 55% rispetto alla media del 41,5%; nelle magistrali il 59% rispetto al 52%) e che frequentano regolarmente le lezioni (anche qui, lo stacco di alcuni punti percentuali). Inoltre, si evidenzia una maggior soddisfazione del corso di studi intrapreso. Un po’ meno soddisfacenti i risultati che riguardano i laureati magistrali a ciclo unico, ove si registra una minor regolarità negli studi e minor ricorso allo stage, anche se i risultati migliorano considerando le esperienze di studio all’estero, da sempre fiore all’occhiello dell’Università di Trento.

Il prorettore con delega alla didattica dell’Università di Trento Paolo Collini accoglie positivamente i risultati dell’ateneo di Trento e ne spiega brevemente le motivazioni. “I dati AlmaLaurea – dice – permettono di avere una visione oggettiva dei risultati dei nostri sforzi di miglioramento del processo formativo. Grazie alla buona organizzazione, alle strutture di qualità e anche all’attento dimensionamento delle classi, i nostri studenti raggiungono il titolo di studio con percentuali superiori alla media nazionale e in tempi più rapidi. Sono risultati che ci confortano, ma sappiamo anche che è nostro esplicito obiettivo migliorare ulteriormente per dare ai nostri studenti, grazie ad un corpo docente che ha consentito all’ateneo di raggiungere la prima posizione nella valutazione nazionale della ricerca, una formazione di qualità ma anche la possibilità di conseguire il titolo di studio in tempi certi e coerenti con quanto avviene negli altri paesi europei.”