Rio de Janeiro, foto credits: Sebastian Saborio

Formazione

VISUALIZING THE CITY

Lo studio etnografico degli ambienti urbani

10 settembre 2014
Versione stampabile
Andrea Mubi Brighenti
di Andrea Mubi Brighenti
Ricercatore presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento.

Tra i metodi per lo studio della città, l’etnografia si caratterizza per una permanenza prolungata ed immersiva del ricercatore e della ricercatrice tra i fenomeni che si sviluppano in vivo nel mondo sociale. Dalle gang di strada ai processi decisionali di pianificazione, dai conflitti di quartiere ai megaeventi, dalle rivolte alle proteste, dalla gentrification alla suburbanisation allo shrinking, l’etnografo e l’etnografa frequentano intensivamente i luoghi, i gruppi e le persone, instaurando relazioni fiduciarie, mettendo in gioco se stessi e il proprio intuito per affinare nuove modalità di comprensione, spiegazione e interpretazione.

Lo studio etnografico della città ha caratterizzato le origini della sociologia americana e ha in seguito conosciuto un gran numero di trasformazioni e riflessioni. Inevitabilmente, infatti, lo studio degli ambienti urbani solleva non solo difficoltà pratiche nella ricerca sul campo – legate alla impenetrabilità dei sottomondi da indagare – ma anche un gran numero di questioni di ordine epistemologico, politico ed etico.

La seconda edizione della Summer School in Urban Ethnography organizzata dal Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento riunisce per una settimana, dal 9 al 13 settembre, ricercatori senior e junior in un ambiente informale e ad un ritmo di lavoro intenso, integrando la dimensione teorica con quella pratica. 
Quest’anno al centro della riflessione vi è la relazione tra visualità e visibilità: non solo la città è inscritta di immagini, ma si tratta di comprendere come rendere visibile un’ampia serie di processi e di trasformazioni urbane. A tal fine, è necessario riflettere non solo sullo statuto delle immagini ma anche sulla visibilità sociale in senso ampio.

Tra i nomi di richiamo di questa seconda edizione vi sono W.J.T. Mitchell (University of Chicago), Douglas Harper (Duquesne University), Giovanni Semi (University of Torino), Mirko Petrić (University of Zadar). Oltre ai docenti, un ruolo molto importante è quello degli assistant professor Cristina Mattiucci, Sebastiano Citroni, Andrea Pavoni e Chiara Bassetti, che coordinano i workshop, moderano i dibattiti e organizzano le presentazioni. I 20 partecipanti alla Summer School sono stati selezionati a livello internazionale sulla base dei loro curricula e progetti di ricerca.

La Summer School in Urban Ethnography si basa sull’esperienza maturata dal Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento nell’ambito dei metodi qualitativi, della sociologia culturale e della teoria sociale. La scuola è realizzata in collaborazione con la rivista “Etnografia e Ricerca Qualitativa” (ed. il Mulino), che rappresenta un riferimento per la ricerca etnografica a livello nazionale, ed è sostenuta dall’associazione culturale “professionaldreamers”, che organizza e promuove ricerche e pubblicazioni sulle interrelazioni tra spazio e società.