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Formazione

LA FILOSOFIA A PORTATA DI MANO

Come introdurre questioni classiche usando film e letteratura

23 febbraio 2018
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Sara Dellantonio
di Sara Dellantonio
Ricercatrice presso il Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive dell'Università di Trento.

Chi non conosce abbastanza la filosofia, spesso la considera una disciplina inutilmente complessa, astrusa e relegata irrimediabilmente nella storia. E tuttavia la realtà della buona ricerca restituisce l’immagine opposta di un ambito vivo e fecondo che collabora con la scienza in una dinamica di crescita comune e che affronta tanti degli interrogativi sottotraccia nelle nostre vite.

La cinematografia e la letteratura mettono in scena storie e pensieri, ambienti, relazioni, emozioni e comportamenti. Sono specchi nei quali vediamo riflesse le nostre esistenze, sono mondi possibili che ci fanno penetrare immagini, idee e esperienze che sarebbero altrimenti passate inosservate; per questa ragione, sono anche cataloghi dai quali prendere spunto per applicare la filosofia alla vita. Molti sono gli ambiti della filosofia e tutti possono essere affrontati a partire da uno spaccato di vita quotidiana ritratto da una pellicola o descritto nelle pagine di un romanzo. Uno dei possibili oggetti di indagine che particolarmente si presta a questo scopo è la mente, un tema che in varie forme percorre tutta la storia della filosofia e che è al centro dell’attenzione di quel filone della ricerca filosofica contemporanea che partecipa al progetto interdisciplinare delle scienze cognitive.

In una prima declinazione, la mente è intesa come coscienza. Ad accompagnare la trattazione di questo tema sarà il romanzo di David Lodge “Pensieri, pensieri” [Bompiani, 2002] che ruota attorno al flirt amoroso fra lo scienziato cognitivo Ralph Messenger e la scrittrice Helen Reed. Ralph si occupa, da un punto di vista filosofico e scientifico, del problema della coscienza. Quale scrittrice, anche Helen ritiene di occuparsi di coscienza, sebbene dal suo punto di vista questa non sia “un problema”, ma solo qualcosa di indistricabilmente connesso all’essere umano che la letteratura ha il compito di descrivere e di catturare in tutte le sue sfumature. Nel contrappunto fra questi due approcci – letterario e filosofico-scientifico – si possono affrontare le principali teorie della coscienza che caratterizzano la ricerca filosofica contemporanea. Supportati dallo sguardo di Helen e dai racconti dentro il racconto dei suoi studenti di scrittura creativa si passano in rassegna prospettive quali la coscienza narrativa, l’autocoscienza, la coscienza fenomenica e il ruolo della coscienza rispetto alla cognizione, facendo vedere come la teoria parta sempre da cose concrete. Per quanto in profondità possa andare, ogni teoria si sforza di spiegare la realtà e, per farlo, comincia necessariamente da qui: da ciò che conosciamo e che l’arte a suo modo descrive così efficacemente. 

Anche sulla scorta delle riflessioni ispirate a questo romanzo, si profila un secondo ambito di indagine inerente il mentale che consiste nella questione dell’identità personale. Cosa fa sì che restiamo noi stessi al di là dei cambiamenti che innegabilmente caratterizzano la vita, la storia e la crescita di ciascuno? In cosa consiste il fil rouge dell’identità personale? Ci sono delle condizioni alle quali questo filo può spezzarsi? Affronteremo questo problema prendendo le mosse da Locke e seguendo gli sviluppi della sua concezione all’interno della filosofia contemporanea. Ci faremo accompagnare in questa analisi da vari film che descrivono condizioni in cui l’identità personale è messa in discussione, frantumata, deformata o spezzata in un prima e in un dopo: film che narrano di persone che hanno perso la memoria del loro passato o di un pezzo delle loro vite; oppure afflitte da patologie che hanno profondamente modificato il loro modo di essere e di sentire, che le hanno spente o moltiplicate. 

Parlare di mente significa anche parlare di comprensione e di altre menti. Una terza declinazione di questo tema si rivolge pertanto alla questione del mindreading, letteralmente “lettura della mente”, termine che riecheggia facoltà paranormali di carattere telepatico. Al di là della sua eco esoterica, questa nozione descrive la capacità che noi tutti abbiamo, chi più, chi meno, di capire cosa gli altri hanno in mente. Spesso esprimiamo i nostri pensieri attraverso il linguaggio, ma altrettanto spesso gli altri colgono i nostri pensieri anche senza parole o al di là di queste. Una parte considerevole delle interazioni umane si basa sulla comprensione tacita del punto di vista altrui. Per illustrare questa capacità sono di grande utilità alcune note serie televisive che permettono di vedere come spiccate doti di mindreading non siano legate a presunti poteri paranormali, ma piuttosto ad una particolare propensione all’osservazione e alla memorizzazione di informazioni unita ad altre capacità inerenti la mentalizzazione e la simulazione. Ancora una volta, usando le serie televisive si può anche mostrare come la capacità di intuire i pensieri altrui non è semplicemente un correlato dell’intelligenza e come anzi accada che persone intellettualmente molto dotate e con una forte propensione verso la logica e la razionalità siano inette di fronte al compito di comprendere il punto di vista degli altri. 

Il 14, il 21 e il 24 febbraio (ultimo appuntamento il 7 marzo) la dottoressa Sara Dellantonio ha tenuto il seminario “La filosofia a portata di mano. Come introdurre questioni classiche usando film e letteratura” nell’ambito del ciclo di incontri di aggiornamento per insegnanti “Lo studio della mente e l'arte dell'insegnare” proposto dall’Università di Trento.
L’iniziativa è organizzata daI Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive, in collaborazione con i Dipartimenti di Economia e Management, di Fisica, di Ingegneria e Scienze dell'Informazione, di Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica e di Lettere e Filosofia, e con il coordinamento dell'organismo di raccordo di Ateneo per la formazione degli insegnanti e i rapporti con la scuola (FIRS).
I percorsi tenuti da docenti accademici, ricercatori ed esperti del mondo della scuola, trattano argomenti significativi del fare scuola oggi, favorendo il confronto su aspetti culturali e temi chiave del processo di insegnamento/apprendimento, su metodi, strategie e attenzioni didattiche.