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Formazione

NEVE E VALANGHE: UNA GIORNATA DI STUDIO ALLE VIOTE

Un’esperienza sul campo con esperti nivologi per gli studenti del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica dell’Ateneo

25 marzo 2015
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di Giorgio Rosatti e Nadia Zorzi
Rispettivamente professore associato e dottoranda presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica (DICAM) dell’Università di Trento.

Affascinante. E irruente. È la neve, candida delizia per i frequentatori dell’inverno alpino, soffice pennellata sulle cime, travolgente valanga dal potenziale devastante. La neve ha mille facce, come mille sono le forme dei suoi cristalli, ma mille sono anche i suoi comportamenti. Conoscere la neve è quindi essenziale in un territorio montano dove uomo e natura interagiscono in modo complesso e a volte catastrofico. Perché conoscere aiuta a preservare, prevenire, proteggere.

Per questo da alcuni anni il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica (DICAM) dell’Università di Trento, punto di riferimento nel campo della difesa idrogeologica dell’ambiente montano, accoglie percorsi di formazione e di ricerca volti alla conoscenza e all’approfondimento della dinamica delle valanghe e alla loro modellazione fisico-matematica. In questo contesto nasce il modulo didattico su neve e valanghe da noi proposto nell’ambito del corso di Protezione Idraulica del Territorio offerto dal DICAM agli studenti magistrali in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio. Oltre alla nivologia, il modulo affronta lo studio della meccanica della neve e la dinamica delle valanghe. Inoltre, simulazioni al computer permettono di imparare strategie di prevenzione e protezione da attuare nelle zone antropizzate soggette a valanga. Per conoscere, riconoscere, intervenire.

Non solo teoria. Grazie alla collaborazione con l’Ufficio Neve, Valanghe e Meteorologia della Provincia autonoma di Trento e il Museo delle Scienze (MUSE), il 6 marzo scorso si è svolta una visita di studio sul Monte Bondone (Trento) presso il Campo neve Bondone-Viote, stazione della rete nivometeorologica di Meteotrentino. Qui gli studenti hanno avuto l’opportunità di sperimentare sul campo quanto appreso in aula, grazie alle preziose competenze e all’appassionata professionalità dell’ingegner Walter Beozzo, del nivologo Marco Gadotti e del tecnico delle stazioni automatiche Efisio Sissidi.

Il Campo neve Bondone-Viote è un campo dotato di strumentazione tecnica permanente con avanzato sistema di trasmissione dati e consente di rilevare quotidianamente altezza del manto nevoso al suolo, altezza di neve fresca, radiazione solare e molte altre variabili significative dal punto di vista nivologico. Grazie a questa visita, gli studenti hanno potuto capire e verificare il funzionamento di questi sistemi di misura ma hanno anche potuto constatare che, accanto ai rilievi automatici, sono necessarie periodiche e approfondite analisi di campo del manto nevoso, seguendo le rigorose procedure codificate in Italia dall’AINEVA (Associazione Interregionale NEve e VAlanghe). Tali procedure sono state condotte alla presenza degli studenti, che hanno così potuto seguire da vicino tutte le fasi di caratterizzazione fisico-meccanica degli strati del manto nevoso, dalla superficie al terreno.

Muoversi d’inverno in montagna. Proprio in tema di escursionismo e di sicurezza in montagna, gli esperti di Meteotrentino hanno illustrato gli strumenti (pala, sonda e ARTVA) e le tecniche di autosoccorso da mettere in atto in caso di incidente da valanga. La diffusione di queste conoscenze è stata accolta positivamente dagli studenti, che hanno subito compreso l’importanza della tematica: l’autosoccorso, se praticato in modo tempestivo (entro i primi 15-20 minuti dall’incidente), può fare la differenza fra la vita e la morte. Per conoscere e salvare.

Passione e competenze. Soddisfazione è stata espressa dagli studenti per questa iniziativa, che ha messo in contatto il mondo accademico e la professionalità di chi, con passione, si occupa quotidianamente di neve e sicurezza. Dall’uscita è nato anche l’auspicio che la collaborazione tra gli esperti nivologi e il DICAM possa proseguire in futuro, sia nell’ambito formativo - con tesi di laurea e l’eventuale coinvolgimento degli studenti come osservatori della rete di Meteotrentino - sia nell’attività di ricerca. Per conoscere.

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Foto archivio Università di Trento
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