La piazza di Stortorget a Malmö (foto di Mattias Kärrholm)

Formazione

L’ANALISI DEGLI SPAZIO-TEMPI URBANI

Lezione aperta di Mattias Kärrholm su una metodologia per lo studio del design urbano e della vita pubblica della città

3 dicembre 2015
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Andrea Mubi Brighenti
di Andrea Mubi Brighenti
Ricercatore presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento.

La progettazione della città, dopo la prima stagione modernista della pianificazione che ha contraddistinto il ventesimo secolo, avviene oggi in modi molto sofisticati e tenendo conto delle fluttuanti articolazioni temporali degli spazi. L’urban design attuale è in effetti piuttosto diverso dalla pianificazione tradizionale, più simile alla progettazione urbana, ma portata su scale spaziali molteplici: molta attenzione viene prestata infatti a quelle che tradizionalmente venivano definite le infrastrutture, ma a cui oggi si guarda con rinnovato interesse come a spazi aperti e connettivi fondamentali per definire delle atmosfere urbane, dei modi di vita e di incontro. 

L’architetto svedese Mattias Kärrholm, professore associato dell’Università di Lund (Svezia), è un esperto dello studio degli spazio-tempi della vita pubblica delle città. È stato il coordinatore del progetto Chronotope, dedicato alle trasformazioni degli spazi della vendita e del consumo, e del progetto Local Publics in the Making, dedicato allo studio delle piazze urbane. Da oltre un decennio Kärrholm sta sviluppando una prospettiva “territoriologica” per l’analisi degli spazio-tempi urbani. Una “territoriologia” vuole oggi essere più di una scienza applicata: essa ripensa integralmente il territorio come atto o evento, prima ancora che come spazio, e a partire da ciò sviluppa una metodologia per lo studio del design urbano e della vita pubblica della città.

In altre parole, una territoriologia supera l’idea etologica che vede nella territorialità un istinto primordiale, e analizza i complessi composti di materiali fisici e relazioni sociali significative che costituiscono i territori. Lungi dall’essere dei dati di fatto o degli istinti immutabili, i territori sono dunque l’esito di costanti processi di produzione e stabilizzazione, condotti non solo attraverso strategie deliberate ma anche attraverso usi spontanei e associazioni implicite. Oltre ai paesaggi del consumo, questa prospettiva può applicarsi utilmente anche allo studio degli spazi pubblici, che sono spazi sia di transito che di incontro, e che sono oggi sempre più al centro dell’attenzione (non a caso il terrorismo colpisce lì, e lo stato d’urgenza vieta il formarsi di assembramenti in essi).

Nello studio della città e dei territori ampiamente urbanizzati, la teoria sociale non può fare oggi a meno della teoria architettonica: al di là degli specialismi, entrambi questi studi risultano essenziali per sviluppare e rafforzare l’immaginazione pubblica del futuro urbano, in modo che tale futuro in arrivo sia realmente vivibile da tutti.

La lezione di Mattias Kärrholm, professore associato presso il Department of Architecture and the Built Environment, Lund University (Svezia), si è svolta il 3 dicembre al Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Ateneo nell’ambito del corso di studi Space and culture.