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Formazione

A lezione dal Secondo Reggimento genio guastatori alpini

Una collaborazione didattica tra Ateneo ed Esercito Italiano nell’ambito dei corsi di Geografia

7 ottobre 2020
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Elena Dai Prà
Matteo Boschian Bailo
di Elena Dai Prà e Matteo Boschian Bailo
E. Dai Prà è professoressa del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento; M. Boschian Bailo è Maggiore dell’Esercito Italiano.

L’emergenza Covid non ha fermato la collaborazione tra il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Ateneo di Trento e l’Esercito Italiano, che da qualche anno, con il 2° Reggimento genio guastatori alpini di Trento, arricchisce l’offerta didattica degli insegnamenti di Geografia.

Ottimizzando uno strumento già esistente, lo scorso 26 maggio è stata tenuta una lezione a distanza dedicata all’uso sistemico dello strumento militare, ovvero agli interventi compiuti a favore della popolazione nel caso di pubbliche calamità ed emergenze territoriali. Con l’ausilio di foto, filmati e slide sono stati illustrati interventi espletati sia sul territorio nazionale, sia in occasione del terremoto di Haiti del 2008. Si è parlato anche di interventi di bonifica occasionale del territorio da residuati bellici esplosivi nella zona di competenza del reggimento, che appartiene alla Brigata Alpina Julia e opera in coordinamento con le rispettive Prefetture delle Province di Trento e Bolzano, secondo la pianificazione dell’Ufficio Cooperazione Civile-Militare (Cocim) del Comando delle Truppe Alpine. 

L’esperienza del reparto in interventi per pubblica calamità e bonifica del territorio da residuati bellici esplosivi si focalizza sulla gestione delle emergenze, sui rapporti con le autorità locali e con gli organi tecnici preposti, nonché con le Forze dell’Ordine e sull’analisi del piano di comunicazione congiunto, quali preamboli operativi dedicati alla salvaguardia della popolazione. Le campagne informative e la sensibilizzazione del pubblico sulla pericolosità di eventuali rinvenimenti, o presunte presenze di residuati bellici sul territorio, sono importanti così come lo è la neutralizzazione dell’ordigno stesso.

I temi sviluppati durante la lezione hanno messo in rilievo operazioni particolari come l’intervento effettuato durante il terremoto del Centro Italia 2017-2018, tristemente noto come il “cratere”, un bell’esempio di cooperazione civile e militare. L’intervento condotto da una compagnia del reggimento nell’ambito MiBACT (Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo) per preservare opere d’arte, sedimenti storici, monumenti e fonti scritte presenti in archivi storici e istituzionali, in coordinamento con il Nucleo Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, la Soprintendenza dei beni architettonici e delle belle arti e sotto la responsabilità tecnica dei Vigili del Fuoco.

Tra le operazioni di bonifica da residuati bellici sono stati analizzati gli interventi congiunti con i nuclei di palombari della Marina Militare (appartenenti al Comando Subacquei Incursori) negli specchi d’acqua interna  e quelli con i nuclei del Centro tecnico Logistico Interforze CBRN, di stanza a Civitavecchia, dedicati alla neutralizzazione degli ordigni a contenuto speciale (in particolare nervini o simili della Prima Guerra Mondiale). 

Il reggimento esprime quotidianamente dei team di artificieri dell’Esercito per il disinnesco di svariati tipi di ordigni risalenti sia al Primo che al Secondo Conflitto Mondiale, avvalendosi del supporto sanitario fornito dal Corpo Militare della Croce Rossa Italiana. Un cenno particolare è stato dedicato alla bonifica delle bombe d’aereo, operazione che richiede un’ampia pianificazione assieme alle autorità locali e ai tecnici delle istituzioni preposte: operare su grossi ordigni vuol dire prevedere l’evacuazione della popolazione nelle zone urbanizzate e avere una particolare attenzione verso i siti sensibili, i servizi di erogazione delle utenze, i vincoli storici e architettonici e naturali o del paesaggio. 

I casi considerati sono stati in particolare quelli di una 500 libbre rinvenuta nel Centro di Bolzano in ottobre 2019 (Operazione Zentrum) e di una bomba gemella rinvenuta nel bosco sovrastante Romagnano (Trento) nel febbraio 2020 (Operazione Romagnano). Una menzione d’eccezione è valsa per l’Operazione Old Lady: la neutralizzazione di una bomba d’aereo da 4000 libbre presso l’Ex Aeroporto Dal Molin di Vicenza, che nell’aprile 2014 è valsa come case study sia a livello militare italiano e NATO che civile.

Il Reggimento genio, ha mostrato la capacità di intervenire sia in compiti tradizionali che nel comparto di Protezione Civile in molteplici contesti operativi, grazie alla versatilità dei propri specialisti e all’impiego dei mezzi e materiali speciali. Lo scopo principale è quello di ottimizzarne le sinergie con gli altri soggetti preposti in modo da migliorare e aggiornare protocolli operativi e piani di contingenza per rendere più efficace la macchina dei soccorsi.

La lezione del maggio scorso si inserisce in una più ampia cornice di attività congiunte che coinvolge il Dipartimento e il Reggimento genio guastatori alpini, e che comprende l’organizzazione, ogni semestre, di una giornata di didattica seminariale con relatori di rilevanza nazionale per studenti e studentesse di Geografia - dedicata a Cesare Battisti e ospitata presso la Caserma omonima - e in progetti di ricerca congiunti sulla cartografia storica militare. 

Il progetto di didattica e disseminazione nasce quindi da una sinergia innovativa tra Accademia ed Esercito, volta a illustrare a studenti e studentesse dei corsi di Geografia, Geografia storica e Geografia del turismo la capacità di gestione delle criticità territoriali, come gli eventi calamitosi o il rischio rappresentato dai residuati bellici.

La capacità di resilienza delle popolazioni si basa infatti su una piena presa di coscienza delle problematiche del territorio, nonché degli strumenti di monitoraggio e intervento pubblico, che vadano ad accompagnare una sempre più affinata sensibilità verso i problemi ambientali delle aree a rischio del nostro paese. Qui risiede l’importanza di un momento di confronto con gli specialisti di governance ambientale e sociale quali gli esperti del Reggimento, capaci di mostrare a studenti e studentesse le necessità e le conseguenze pratiche da integrare con le competenze di lettura dello spazio e del territorio offerte dai corsi di Geografia.