Documenti di identità in dispositivi digitali. Foto Adobe Stock.

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La cittadinanza digitale. Competenze, diritti e regole per vivere in rete

di Giovanni Pascuzzi

30 novembre 2021
Versione stampabile

L’Unione europea l’ha indicata come obiettivo per il 2030, ma cosa intendiamo quando parliamo di «cittadinanza digitale?». Il concetto non tocca solamente l’esistenza di nuovi mezzi digitali, ma l’accesso dei cittadini alla tecnologia, le loro competenze per adoperarla, e dunque la titolarità di diritti e doveri, presupposto di un’effettiva partecipazione dell’individuo alla vita politica e alle scelte collettive. Quali competenze, diritti e regole ci servono per abitare quella che oggi appare come una nuova polis? La cittadinanza digitale è destinata a sostituire l’attuale status di cittadino? Cosa può e deve fare il «buon cittadino digitale»? Aggiornato al dibattito europeo in corso, questo libro è una mappa per addentrarsi nell’ennesima complessa sfida che il progresso pone al diritto e alla politica.

Giovanni Pascuzzi è professore presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Trento. È stato recentemente nominato consigliere di Stato.

Dall'introduzione (pagg. 9-13)

Il concetto di cittadinanza è antico e nel corso dei secoli ha visto evolvere il proprio significato. In prima approssimazione esso individua il nesso che lega un individuo ad un ordine costituito mettendone a fuoco le sue principali articolazioni: aspettative e pretese, diritti e doveri, modalità di appartenenza e di differenziazione, strategie di inclusione e di esclusione.
Se affermo: “Sono cittadino italiano”, implicitamente evidenzio:
a) un profilo identitario: lo stato italiano riconosce il mio status di cittadino e io avverto il mio senso di appartenenza alla comunità nazionale;
b) un profilo giuridico: in quanto cittadino sono titolare di diritti (civili, politici, sociali, umani) e destinatario di doveri (ad esempio: pagare le tasse);
c) un profilo politico: concorro, tramite l’esercizio del diritto di voto e la organizzazione dei partiti, alla costituzione e al funzionamento del sistema politico rappresentativo.
In tempi recenti si è assistito all’emersione di tipi specifici di cittadinanza: la cittadinanza urbana; la cittadinanza europea; la cittadinanza cosmopolita o globale; la cittadinanza multiculturale; la cittadinanza di genere; la cittadinanza legata al consumo; la cittadinanza d’impresa; la cittadinanza attiva.
Tra le cosiddette cittadinanze emergenti c’è la cittadinanza digitale. Essa è connessa all’avvento dell’era digitale. Più difficile darne una definizione univoca.

Il Consiglio d’Europa definisce cittadino digitale la «persona che possiede le competenze per la cultura democratica così da essere in grado di impegnarsi in modo competente e positivo con le tecnologie digitali in evoluzione; di partecipare attivamente, continuamente e responsabilmente alle attività sociali e civiche; di essere coinvolto in un processo di apprendimento permanente (in contesti formali, informali e non formali) e di impegnarsi a difendere continuamente i diritti umani e la dignità».
Per l’Unione europea «la cittadinanza digitale è un insieme di valori, competenze, atteggiamenti, conoscenze e comprensione critica di cui i cittadini hanno bisogno nell'era digitale. Un cittadino digitale sa come utilizzare le tecnologie ed è in grado di interagire con esse in modo competente e positivo».

Per quel che riguarda l’Italia, la cittadinanza digitale compare nel nostro ordinamento in una pluralità di significati. Il Codice dell’amministrazione digitale (d. lgs. 82/2005 - CAD) intitola la sezione II del capo I alla «Carta della cittadinanza digitale». Si deve anche ricordare che l’articolo 5 della legge 20 agosto 2019, n. 92 (introduzione dell'insegnamento scolastico dell'educazione civica) prevede che l'educazione alla cittadinanza digitale sia parte dell'insegnamento trasversale dell'educazione civica (reso obbligatorio sin dalla scuola dell’infanzia).
Il concetto di cittadinanza digitale ha a che fare con l’esistenza di strumenti, l’accesso concreto ad essi, il possesso delle competenze necessarie per adoperarli, la titolarità di diritti e doveri, la partecipazione alla vita politica e alle scelte collettive, ed altro ancora. Un concetto, quindi, molto ampio e in continua evoluzione.

Essere cittadini nell’era digitale significa accettare molte sfide.
La prima è quella dell’inclusione. Quanto più le tecnologie saranno presenti nelle nostre vite, al punto da far scomparire la distinzione tra offline e online, tanto più il rifiuto di misurarsi con esse avrà come unica conseguenza l’esclusione. Invece non solo bisogna combattere questa nuova è più subdola possibilità di emarginazione, ma bisogna fare ogni sforzo per abitare appieno lo spazio digitale.
Ecco perché la seconda sfida attiene alle competenze. Non basta comprare un ritrovato tecnologico per essere davvero in grado di padroneggiare opportunità e rischi che lo stesso schiude o comporta. Bisogna apprendere competenze tecniche, cognitive, metacognitive, emotive, sociali, giuridiche utili a metterci in grado di accettare la sfida. Occorre continuare ad imparare per tutta la vita perché le tecnologie diventano sempre più evolute e sofisticate.
La terza sfida è direttamente legata al tema delle responsabilità. Cittadinanza digitale non può che essere sinonimo di cittadinanza attiva. Si è cittadini solo se si agisce attivamente per far funzionare la democrazia e dare corpo all’appartenenza ad una comunità sociale e politica. Questa affermazione è ancora più vera se si guarda all’impatto che le tecnologie hanno sull’esercizio concreto della cittadinanza. Il cittadino digitale ha la responsabilità di alimentare la partecipazione democratica; ha la responsabilità di difendere il pluralismo delle idee; ha la responsabilità di vigilare sulle politiche relative ai dati personali. Sono solo esempi. La costruzione della cittadinanza digitale è un cantiere aperto. È responsabilità dei cittadini partecipare a questa costruzione operando perché la transizione al digitale non comporti una regressione sul piano della tutela dei diritti.
L’ultima sfida è quella dei valori. I cittadini digitali creano, usano e controllano la tecnologia per migliorare l’umanità. Lo scenario tecnologico, già complesso, si sta popolando di macchine sempre più autonome e intelligenti (i robot, ma non solo). È di vitale importanza portare e riaffermare nel futuro i valori alla base della nostra civiltà.

Il volume “La cittadinanza digitale. Competenze, diritti e regole per vivere in rete” si propone di restituire la complessità del tema attraverso modalità che spieghino concretamente chi è e cosa può e deve fare il cittadino digitale: una vera e propria guida alla cittadinanza digitale.

La cittadinanza digitale. Competenze, diritti e regole per vivere in rete di Giovanni Pascuzzi, Il Mulino,  2021, pp. 232