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Carcere e costituzione. Garanzie, principio rieducativo e tutela dei diritti dei detenuti

di Antonia Menghini

24 febbraio 2023
Versione stampabile

La monografia affronta il tema della pena privativa della libertà, apprezzata nel suo momento esecutivo. Propone un approfondimento di questioni centrali per l’ordinamento penale, quali lo stesso carattere definitorio della sanzione penale eseguita in carcere, accompagnando il lettore in un percorso di riflessione sui principi costituzionali (in particolare artt. 13, 25 e 27 Cost.) e sulle garanzie che dovrebbero presidiare un momento tanto delicato quale è quello dell’esecuzione, anche al fine di mettere in luce la perdurante tensione tra ideale rieducativo, riconoscimento dei diritti e istanze di sicurezza. Il circuito di Alta sicurezza diventa in questo senso la cartina al tornasole per misurare il persistente iato riscontrabile tra principi affermati in Costituzione e nella legge n. 354/1975 e la realtà delle carceri. 

Antonia Menghini è professoressa presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento.
 

Da Parte IV, La giurisdizione rieducativa (pag. 501)

[...] teniamo a rimarcare che la deprecabile situazione in cui versano gli istituti di pena, e con essi i detenuti, non è solo conseguenza della distanza siderale tra la norma scritta e la sua traduzione in essere, ma dipende, a nostro modo di vedere, anche dalla mancata o solo parziale attuazione delle fondamentali garanzie costituzionali nelll’ambito dell’esecuzione penale. In ciò si consuma purtroppo il sacrificio di ogni ideale rieducativo. Ciò appare vieppiù paradossale ove si rifletta sul fatto che, come evidenziato da attenta dottrina già molti lustri or sono, l’esecuzione della pena altro non è se non la pena apprezzata nella sua dinamicità.  Il buon penalista non può dunque accontentarsi di “tirare la serranda” nel momento in cui viene pronunciata la sentenza di condanna. E ciò in quanto l’esecuzione della pena non deve essere considerata l’inizio di qualcosa di “altro” rispetto al penale sostanziale, ma una parte integrante del più complessivo iter che, nel prisma della finalità rieducativa, come insegna la Corte costituzionale, dalla previsione astratta della pena porta alla sua estinzione, accadimento questo collegato, nella maggioranza dei casi, alla sua intervenuta esecuzione.
In uno stato di diritto, non è tollerabile che il luogo deputato ad eseguire la pena detentiva sia esso stesso luogo di illegalità.

Libro pubblicato in Open Access con licenza CC-BY-NC ND 3.0 e consultabile nell'archivio Iris.