Particolare dalla copertina del libro. 

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AUTOSTIMA E SOFT SKILLS: UN SALTO OLTRE LA COMFORT ZONE

a cura di Silvia Toniolo

10 aprile 2018
Versione stampabile

Dalla quarta di copertina 
Siete pronti a uscire dalla vostra comfort zone? Siete pronti a raggiungere un equilibrio in costante aggiornamento, per essere al passo con i tempi? In “Autostima e soft skills: un salto oltre la comfort zone” le autrici propongono spunti di riflessione per trovare il coraggio di osare il salto verso la libertà, in cui la prospettiva psicologica si fonde all’operatività quotidiana in un viaggio esplorativo e di (auto)riflessione per aggiornare il proprio modo di vedere il mondo. Partendo dalla definizione di “zona di comfort”, costituita da tutte le situazioni di comodità, di routine, che sembrano dare sicurezza (“è sempre stato così”, “ho sempre visto fare così”, “hanno sempre detto così”), l’obiettivo è quello di far riflettere criticamente sulle pseudo- certezze che impediscono di porci delle domande, di pensare, di prendere delle decisioni, di evolvere. Il prezzo da pagare, nel lungo termine, per chi rimane in tale comfort zone, è troppo alto. La “zona di comfort” porta all’immobilismo, blocca il progresso; non abbandonarla significa rinunciare alla crescita, al miglioramento e all’indipendenza. In 6 capitoli, basati su questa evidenza scientifica, le autrici, in un team di professionalità che si intersecano, propongono spunti di (auto)riflessione da applicare a vari ambiti: lo studio e il lavoro, l’apprendimento di una lingua straniera, l’insegnamento e il viaggio formativo, la scoperta del nuovo attraverso l’arte. Il libro si rivolge in particolare a studenti e insegnanti, ma anche a tutti coloro che vogliono sperimentarsi in un percorso di (auto)riflessione e avviare un cambiamento positivo i cui effetti persisteranno nel tempo.

Con scritti di: Cristina Algranati, Anita Ghane, Roberta Giurco, Sabine C. Stricker, Silvia Toniolo e Chiara Vulcan.

Silvia Toniolo insegna lingua tedesca presso l’Università di Trento e presso la Libera Università di Bolzano. È formatrice e consulente in metodologie glottodidattiche presso la Provincia Autonoma di Trento. 

Da Consapevolezza linguistica e cross culturalità (pp.53, 66-69)
 
Uscire dalla zona di comfort significa trovare il coraggio di abbandonare piccole e grandi abitudini di tutti i giorni per metterci alla prova. Le piccole o grandi consuetudini, gli ambienti conosciuti o familiari, tanto ci piacciono perché ci fanno sentire “al sicuro”, ci danno delle (pseudo) certezze. 
Anche l’uso esclusivo della nostra lingua madre contribuisce a farci sentire “comodi”, e sicuri in tale zona cuscinetto. Eppure il rischio è quello di cadere nell’immobilismo, di restare intrappolati dentro ai limiti, in questo caso linguistici, della nostra zona-cuscinetto di monolinguismo. È vero che non provando nemmeno a esporci a nuove sfide, non proveremo l’imbarazzo di fare brutta figura o di fallire, e non rischiamo nulla. 
[...]
Cross-culturalità, quale migliore allenamento alla flessibilità?
Mettersi in viaggio alla scoperta di voi stessi non è più prerogativa degli eroi! Imparate quanto prima a esporvi al nuovo per scoprire voi stessi, in relazione al vostro prossimo, senza aver bisogno di persone che medino per voi, diventerete una risorsa preziosa e insostituibile in ogni ambito della vostra vita!
Il termine cross-culturale riguarda le relazioni che instauriamo quando per motivi personali, di studio o di lavoro entriamo in contatto con lingue e culture diverse dalle nostre. Quanto affrontato nel (I) capitolo del presente libro, in merito alle skills relazionali, ai principi della comunicazione e agli stili comunicativi - passivo, aggressivo, assertivo - inevitabilmente si complica quando entrano in ballo fattori di natura cross-culturale che ci portano al confronto con persone di cui spesso non conosciamo bene né la lingua né la cultura di provenienza. Tale processo implica fatica poiché le seguenti domande diventano ancor più complesse:
  • Conosco il nuovo contesto culturale, incluse le regole non scritte della comunicazione verbale e non verbale? Conosco quali sono gli argomenti che posso affrontare e quelli tabù? Riesco a creare punti di contatto o parlo solo di quello che conosco io e interessa a me?
  • Conosco il mio nuovo contesto situazionale? Sono consapevole di come interagiscono gli interlocutori nel mio nuovo contesto sociale e lavorativo rispetto al mio contesto di provenienza?
  • Conosco abbastanza il mio di stile comunicativo? So sintonizzarmi a contesti e persone nuove? O continuo a restare intrappolato a quello che ho sempre visto fare e a come ho sempre parlato e sentito a casa e con i miei “soliti” amici? So rispettare e farmi rispettare? Tendo a prevaricare? O soccombo quando mi sento un pesce fuor d’acqua?
  • So cavarmela da solo? Voglio confrontarmi con quello che non conosco, imparare e migliorare? Voglio aggiornarmi ai tempi che cambiano? O è meglio nascondermi?
Aver sperimentato sulla vostra pelle cosa significa studiare, lavorare o comunque soggiornare per un lungo periodo all’estero o semplicemente lontani da casa vostra, avendo trovato le “vostre” risposte a tali quesiti e avendo trovato il vostro modo di essere; aver sviluppato un atteggiamento che rapidamente sa leggere nuovi contesti, sa risolvere situazioni impreviste senza andare in tilt, visto che quando siete da soli nessuno può farlo per voi, sarà essenziale in tutte le vostre relazioni interpersonali anche quando tornerete nel vostro contesto di provenienza. [...]
Per contro, il rischio di sentirsi come un pesce fuor d’acqua, e di giungere al cosiddetto shock culturale a quella sensazione di ansia a causa della perdita di certezze e dei vostri punti di riferimento nelle relazioni interpersonali, nel nuovo contesto, è alto quando siete poco flessibili e poco disposti a conoscere e sperimentare usi e costumi diversi da quelli a voi familiari. Più scoprirete le dimensioni culturali, quei valori impliciti, taciti, non espressi in parole dai nostri interlocutori di cultura diversa dalla nostra, minore sarà il rischio di shock in ogni ambito, interpersonale, lavorativo, culinario, del tempo libero. 
Ci libereremo dal “pregiudizio” che tutto quello che non conosciamo è “strano” solo quando saremo consapevoli che non tutto il mondo funziona, direi fortunatamente, come “a casa” nostra e che è tutto da scoprire.
Quando (ri)attribuiremo nuovi significati a quelle che erano nostre certezze e ci libereremo da atteggiamenti di arroganza dettati spesso dalla mancanza di contatto, conoscenza, sperimentazione, non diremo più, ad esempio in ambito culinario, che la tradizione del Tè delle cinque britannica o dell’”Abendbrot” tedesca e altre tradizioni enogastronomiche sono strane (con accezione negativa) ma diremo che sono diverse dalle nostre e che forse, una volta sperimentate, non sono poi così male! Questo atteggiamento di curiosità e di inclusione del diverso naturalmente non si limita solo al cibo ma apre gli orizzonti su usi e costumi in tutti gli ambiti della vita.
Esservi allenati in un contesto non familiare, implica aver “fatto il salto”, aver superato difficoltà da soli, significa esservi rinforzati, implica essere maturati, cresciuti. Tornerete più forti, consapevoli dei vostri punti di forza e migliori. Saprete comunicare meglio con i vostri amici, colleghi, superiori. Saprete farvi rispettare quando dovrete farvi valere. Sarete maturati emozionalmente avendo allenato la vostra intelligenza intra- e interpersonale poiché vi sarete messi alla prova da soli con voi stessi.  Di persone mature da questo punto di vista, ogni ambito professionale ha un enorme bisogno. Non a caso di persone “equilibrate emotivamente”, consapevoli e flessibili con cui è piacevole interagire sia da un punto di vista personale che lavorativo si dice “si vede che ha visto il mondo”! Non da ultimo, tornando alla metafora dello sport quando si fanno allenamenti in quota, tornare ad allenarsi o giocare una partita in condizioni standard sembrerà un gioco da ragazzi. Lo stesso vale per l’allenamento “fuori casa”. Abbiate coraggio di fare fatica! Ve ne sarete grati!
Cavarvela da soli, rivedere vostri modi di pensare per ri-attribuire nuovi significati alle vostre credenze e valori presi in eredità di cui nemmeno siete consapevoli finché non vi sperimenterete in azione è inizialmente indubbiamente una fatica titanica, da eroi! Eppure nel lungo termine ne guadagnerete in termini di autenticità e di autoconsapevolezza e gli effetti persisteranno per tutta la vostra vita! Non sarete in balia degli eventi ma diventerete gli eroi di voi stessi, avrete imparato ad aggiornare rapidamente il vostro modo di essere, alimentando la vostra vera e non millantata autostima! Il rischio di capitolare incombe invece su chi resta fermo, su chi non ha mai il coraggio di mettersi alla prova, di alzare l’asticella, di osare il salto oltre la propria comfort zone, in una tensione verso il futuro! Rimane intrappolato!

 

Per gentile concessione di Tangram Edizioni scientifiche