Particolare dalla copertina del libro. 

In libreria

NEOCLASSICAL REALISM AND THE UNDERDEVELOPMENT OF CHINA’S NUCLEAR DOCTRINE

di Paolo Rosa

10 settembre 2018
Versione stampabile

Paolo Rosa è professore di Scienza Politica presso la Scuola di Studi Internazionali dell’Università di Trento.

Abstract 
(Presentazione inedita gentilmente concessa dall’autore)

Il libro analizza la formazione della dottrina nucleare cinese. In particolare, cerca di spiegare perché i dirigenti cinesi – dopo aver lanciato un crash programme negli anni '50 per sviluppare ordigni nucleari e i relativi mezzi di lancio – non abbiano formulato una chiara dottrina operativa per quanto riguarda il targeting e l'impiego di tali armi fino alla metà degli anni '80. 
L'ipotesi generale dello studio, derivata dal Realismo Neoclassico, è che – nonostante le minacce internazionali – la politica interna della Cina abbia impedito (in linea con l’ipotesi dell’underbalancing di Randall Schweller) la possibilità di articolare una chiara e dettagliata dottrina nucleare nel periodo di massimo pericolo (1964-1971).
Dopo un esame approfondito dei limiti dei vari studi sulla dottrina nucleare cinese, un modello basato sul Realismo Neoclassico è elaborato al fine di spiegare il diverso esito del dibattito sulle armi atomiche in due periodi storici particolari: la Rivoluzione Culturale e l'era delle riforme successiva alla morte di Mao Zedong.
Il periodo dal 1964 al 1971 – che segue il primo test atomico – è caratterizzato da una dura lotta di potere tra le fazioni del Partito Comunista Cinese (PCC), che trasforma il dibattito sulle armi nucleari in una sorta di “continuazione del fazionalismo con altri mezzi” e in una sfida al potere stesso di Mao.
Il periodo dal 1978 al 1989 – contraddistinto da una forma meno aspra di fazionalismo – segna il ritorno a un modello più “normale” di politica. La maggiore stabilità interna determina un ambiente decisionale favorevole a un dibattito articolato tra politici e militari sull’elaborazione delle regole di targeting e impiego delle testate nucleari. In questa fase sono discusse anche strategie di war-fighting e l’uso di ordigni tattici.