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IL RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI STORICI NEGLI ORDINAMENTI COSTITUZIONALI

a cura di Matteo Cosulich e Giancarlo Rolla

28 aprile 2015
Versione stampabile

Matteo Cosulich, professore associato di Istituzioni di diritto pubblico presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Trento, è autore di una settantina di pubblicazioni dedicate prevalentemente alla legislazione elettorale, al diritto regionale, al diritto sanitario e alle minoranze linguistiche.

Giancarlo Rolla, professore ordinario di Diritto pubblico comparato presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Genova, direttore del Centro di ricerca sui Sistemi costituzionali comparati presso il medesimo Ateneo, vanta un’amplissima produzione scientifica, che spazia dal diritto regionale e degli enti locali alla giurisprudenza costituzionale, dalla tutela dei diritti fondamentali al diritto comparato, con particolare riguardo agli ordinamenti canadese e spagnolo.

Il Volume raccoglie gli Atti dell’Incontro di studio dedicato a «I diritti storici» (Trento, 4-5 ottobre 2013). L’analisi presuppone la consapevolezza che gli ordinamenti costituzionali non vengono costruiti nel vuoto, ma, al contrario, sono edificati su una base preesistente, formata anche, per quel che qui interessa, dai diritti storici. Al riguardo, può rilevarsi la tendenza degli ordinamenti costituzionali a riconoscere i diritti storici, siano essi presenti da tempo immemorabile ovvero derivanti da ordinamenti previgenti.
Sia gli uni, sia gli altri sono significativamente riscontrabili in Trentino, rispettivamente nella forma degli assetti fondiari collettivi e del sistema tavolare, cui sono dedicati alcuni saggi del Volume. La prospettiva poi si allarga, sia sul piano territoriale, sia su quello materiale. Così, da un canto, gli assetti fondiari collettivi e il sistema tavolare vengono esaminati anche al di fuori del Trentino, e, dall’altro, si analizzano altri diritti storici riconosciuti dagli ordinamenti costituzionali, quali il maso chiuso in Alto Adige/Südtirol e i diritti forali in Spagna. Trova quindi conferma la tesi, presente in filigrana nell’intero Volume, secondo cui la storia può porsi quale fonte del diritto, come esplicitamente affermato, sin dal titolo, nel suggestivo saggio di Diego Quaglioni.