Marta Fasan, Federico La Vattiata, Luca Rinaldi. Foto archivio UniTrento.

Innovazione

Il diritto affronta il tema dell’intelligenza artificiale

Dagli aspetti etici ai big data: Marta, Federico e Luca raccontano i loro progetti di dottorato

4 novembre 2020
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Oggi l'intelligenza artificiale (AI - Artificial Intelligence) trova applicazione in numerosi settori tra cui lo sviluppo delle auto a guida autonoma, l’ambito economico, medico-sanitario, giudiziario, le attività di polizia e nel campo dell’informazione.
Una diffusione così capillare e pervasiva non è priva di conseguenze sotto diversi punti di vista, tra cui quello giuridico, che assume particolare rilevanza nelle politiche dei singoli Stati.

La Scuola di dottorato in Studi Giuridici Comparati ed Europei della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento, in collaborazione con altri istituti di ricerca a livello nazionale e internazionale, ha attivato tre borse di studio a tematica vincolata, ossia dedicate al rapporto tra diritto e intelligenza artificiale. Svolte sotto la supervisione del professor Carlo Casonato, professore della Facoltà di Giurisprudenza e componente del Comitato Nazionale per la Bioetica, queste borse di studio finanziano l’attività di ricerca di giovani studiose e studiosi. Queste le loro riflessioni.

Marta Fasan: intelligenza artificiale e principi costituzionali

Il mio percorso di dottorato è iniziato nel 2017, quando ho vinto una borsa di studio vincolata sul tema “Regulatory, Legal and Ethical aspects of Artificial Intelligence, Robotics and Humanoids”, finanziata dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova. Grazie a questa opportunità negli ultimi tre anni ho avuto la possibilità di lavorare insieme ai professori Carlo Casonato e Roberto Cingolani (supervisori della mia attività di ricerca) e di collaborare con il Gruppo BioDiritto, da tempo attivo nel lavoro di ricerca sul rapporto tra diritto e scienza dalla prospettiva del diritto costituzionale.
In questo momento sto portando a termine la stesura della mia tesi di dottorato.

La mia ricerca analizza l’impatto prodotto dalle decisioni definite algoritmiche, sulle categorie giuridiche tradizionali e, nello specifico, su alcuni tra i principi costituzionali e i diritti fondamentali che caratterizzano gli Stati costituzionali di diritto (ad esempio l’uso dell’AI nei risk assessment tools impiegati nelle decisioni giudiziarie). La diffusione dell’intelligenza artificiale incide significativamente sulle decisioni pubbliche e private capaci di produrre effetti giuridici rilevanti sulle libertà e sui diritti individuali e collettivi delle persone.

Ci si chiede se i principi costituzionali tradizionali e gli strumenti normativi esistenti siano sufficienti ad affrontare le sfide, anche giuridiche, poste dall’intelligenza artificiale. Per capire quale sia l’approccio normativo più idoneo ad assicurare un adeguato bilanciamento di tutti gli interessi in gioco, nella mia indagine utilizzo i metodi dell’interdisciplinarietà e della comparazione. L’approccio interdisciplinare aiuta a comprendere le caratteristiche tecniche, i limiti e i profili problematici dell’intelligenza artificiale; la comparazione consente di analizzare i modelli normativi e gli strumenti giuridici adottati da altri ordinamenti, arricchendo la riflessione sull’approccio normativo da utilizzare nel sistema costituzionale italiano.

Per approfondire le tematiche ho svolto diversi periodi di studio presso università e istituti di ricerca riconosciuti a livello nazionale e internazionale: l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, il Centre de recherche en droit public dell’Université de Montréal in Canada, e in seguito l’Health Law Research Centre della Lund University in Svezia.

Federico La Vattiata: le applicazioni mediche dell’intelligenza artificiale

Grazie alla borsa di studio a tematica vincolata, finanziata dalla Fondazione Bruno Kessler, nell’ambito della mia ricerca mi occupo di modelli di gestione del rischio in relazione alle applicazioni mediche di intelligenza artificiale. I miei tutor sono i professori Carlo Casonato e Paolo Traverso. Collaboro, inoltre, con le cattedre di diritto penale.

La mia indagine, in prospettiva interdisciplinare e comparata, riguarda gli ordinamenti statunitense, tedesco e italiano. Il diritto tedesco e quello italiano si inseriscono all’interno del sistema di integrazione inter-ordinamentale (spazio di libertà, sicurezza e giustizia) determinato dall’adesione all’Unione europea, il cui diritto, pertanto, è oggetto di analisi. 

Nonostante le difficoltà legate alla pandemia da COVID-19 mi abbiamo impedito di trascorrere soggiorni di ricerca all’estero, ho instaurato una proficua relazione scientifica in modalità online con la Yale Law School (Stati Uniti) e l’istituto di giustizia penale e teoria del diritto della Goethe Universität di Francoforte sul Meno.

Sto svolgendo il mio terzo e ultimo anno di dottorato e sto lavorando alla tesi.

Vorrei sottolineare l’elevata professionalità delle persone con le quali collaboro, e la loro vicinanza umana. Un connubio, questo, che mette me, le mie colleghe e i miei colleghi nelle condizioni di esprimere in serenità il “meglio di noi stessi”.

Luca Rinaldi: big data e privacy digitale

Il mio lavoro di ricerca si concentra sull’impatto delle tecnologie intelligenti sui diritti fondamentali riconosciuti nella Costituzione e nelle Carte internazionali elaborate nel secondo dopoguerra. Le nuove tecnologie e l’AI in particolare, mettono in discussione le tradizionali modalità di tutela di alcuni diritti consolidati nella nostra cultura giuridica: il fenomeno dei big data ha sconvolto il concetto di privacy digitale; nei prossimi decenni macchine intelligenti sempre più complesse ci affiancheranno – e talvolta sostituiranno – in un gran numero di attività oggi patrimonio di specialisti. 

Il diritto è di fronte a un bivio: si tratta di uno scenario auspicabile in ogni caso? Quali rimedi offriremo a una persona che ritenga di essere stata ingiustamente discriminata, ad esempio, da un sistema intelligente incaricato di valutarne l’affidabilità per la concessione di un finanziamento bancario? 

Alcuni testi giuridici, tra cui il nuovo Regolamento Europeo sulla protezione dei dati personali (GDPR) parlano già di un diritto umano a una decisione non completamente automatizzata. Il tema della mia ricerca è proprio questo: l’evoluzione dei “vecchi” diritti fondamentali di fronte all’intelligenza artificiale e l’eventuale necessità di elaborarne di “nuovi”.

Sono felice di occuparmi di questi temi, destinati ad assumere crescente importanza nei prossimi anni, e ritengo una fortuna poterlo fare in due realtà aperte all’innovazione come la Facoltà di Giurisprudenza UniTrento e la Fondazione Bruno Kessler, che finanzia la mia borsa di dottorato e che mi ha offerto, inoltre, la possibilità di collaborare ad alcuni progetti di ricerca in materia di protezione dei dati personali e di etica della tecnologia.

Accanto alle attività di ricerca svolte all’interno della Scuola di dottorato, presso la Facoltà di Giurisprudenza è attivo dal 2019 un corso libero in Diritto e intelligenza artificiale, volto ad introdurre le studentesse e gli studenti interessati allo studio di questo tema. Quest’anno è stato inaugurato il corso in Law and Ethics in Artificial Intelligence, all’interno del corso di laurea magistrale in Artificial Intelligence Systems presso il Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell’Università di Trento. Inoltre, il BioLaw Journal – Rivista di BioDiritto, in collaborazione con Fondazione Leonardo, ospita una sezione permanente dedicata al rapporto tra diritto e AI. 
La Redazione di UnitrentoMag ringrazia la dottoressa Marta Fasan per la collaborazione nella preparazione dell'articolo.