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Internazionale

LA CINA DEL VENTUNESIMO SECOLO

Il comportamento internazionale e il pensiero militare cinese oggi fra tradizione e cambiamento

9 giugno 2014
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Paolo Rosa
di Paolo Rosa
Professore associato presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale e la Scuola di Studi internazionali dell’Università di Trento.

Il convegno “Da Confucio a Mao. Continuità e cambiamento nel pensiero militare cinese” che si è tenuto lo scorso 28 maggio presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento è nato dall’esigenza di fare il punto su due questioni essenziali. In un momento di grandi cambiamenti a livello mondiale, con il declino degli Stati Uniti e lo spostamento dell’asse dell’equilibrio politico verso il Pacifico e l’Asia, la Cina rappresenta veramente, come sostengono alcuni, “the High Church of Realpolitik”? Oppure la sua storia e la sua tradizione culturale - il confucianesimo innanzi tutto, ma anche il rifiuto da parte del maoismo di ogni forma di politica egemonica - la spingeranno su una traiettoria diversa da quella tragica seguita dalle grandi potenze del passato?

Alcuni avvenimenti in particolare hanno contribuito a fare emergere l’idea di questo convegno: innanzitutto, la costituzione all’interno della Scuola di Studi internazionali dell’Università di Trento di un gruppo di ricerca sulla Cina. Il Gruppo, composto da me e dai professori Luigi Bonatti e Andrea Fracasso, intende analizzare gli aspetti economici, sociali e politici del modello di crescita cinese. Mentre, Bonatti e Fracasso affrontano le tematiche connesse all’economia io mi occupo dei cambiamenti della leadership politica e dei suoi riflessi sulla politica estera di Pechino.
Un secondo impulso è giunto dal Centro Martino Martini. Oltre un anno fa, il suo ex presidente, Riccardo Scartezzini, mi chiese di curare una ricerca sul pensiero militare cinese. La mia idea, allora, fu di analizzare come questo si fosse conservato e/o trasformato nel corso degli anni e quanto di esso fosse ancora oggi valido. Alcuni sostengono che il pensiero militare cinese contemporaneo rappresenti una cesura rispetto al passato, essendo soprattutto il risultato dell’influenza del marxismo-leninismo (nella sua versione sinicizzata da Mao Zedong) e dell’esperienza militare sovietica. Altri invocano la continuità con la tradizione classica. 

Il lavoro di ricerca, condotto da alcuni dei massimi esperti italiani, e di cui il convegno presenta i primi risultati, ha cercato di sciogliere questo nodo, conducendo una dettagliata analisi dei classici e una loro comparazione con il dibattito contemporaneo. Le tematiche trattate sono state varie: quali sono gli elementi principali del pensiero militare cinese classico? In quale manierale tradizioni culturali hanno condizionato l’approccio cinese alla guerra? Quali elementi di questa tradizione si sono mantenuti nel tempo? In che modo Mao Zedong ha ripreso/adattato/trasformato gli elementi delle tradizioni confuciana e realista cinesi combinandoli con quelli derivanti dal pensiero occidentale? Nel mondo del dopo-guerra fredda in che modo il pensiero strategico cinese si è modificato?
Alcune delle risposte emerse dalla ricerca, e discusse al convegno, confermano che la tradizione culturale di un paese è importante per spiegare il suo comportamento internazionale e che ancora oggi, nella Cina XXI secolo, gli elementi di continuità in molti casi hanno la meglio su quelli di cambiamento, almeno per quanto riguarda il comportamento strategico.