Dalla locandina di presentazione del corso.

Internazionale

STORIA DELLA POLITICA ESTERA STATUNITENSE, 1898-2012

Presentato all’Università di Trento il nuovo corso del Master in European and International Studies

20 marzo 2017
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STORIA DELLA POLITICA ESTERA STATUNITENSE, 1898-2012
di Umberto Tulli
Assegnista di ricerca del Dipartimento di Lettere e Filosofia e docente a contratto della Scuola di Studi Internazionali dell'Università di Trento.

Che gli Stati Uniti siano stati i principali protagonisti della politica internazionale del lungo Novecento è un dato difficile da contestare. Ma quali siano le forme del coinvolgimento americano nel mondo è un tema complesso che non si presta ad una risposta univoca. Il ruolo globale degli Stati Uniti, infatti, resta oggetto di dibattiti tra specialisti e non, di accesi confronti pubblici, di veementi critiche e di appassionate opinioni favorevoli.

Questi ed altri temi sono stati al centro dell’incontro organizzato dalla Scuola di Studi Internazionali UniTrento (SSI) il 28 febbraio, alla presenza di Kelly Degnan, Chargé d’affaires dell’ambasciata americana a Roma. In questa occasione è stato presentato il nuovo corso offerto agli studenti del Master in European and International Studies (MEIS) su “The United States in the World, 1898-2012”, che ambisce a studiare il ruolo di potenza mondiale degli Stati Uniti nel “lungo” ventesimo secolo. Nato da una collaborazione tra la Scuola di Studi Internazionali, il Centro Studi Americani di Roma, l’AISNA (Associazione italiana di Studi Nord-Americani) e l’ambasciata degli Stati Uniti d’America a Roma, il corso intende discutere il modo in cui gli Stati Uniti hanno agito sulla scena mondiale durante il ventesimo secolo. 

Il corso non si limita ad una disamina dei fatti e dei principali avvenimenti che hanno segnato il coinvolgimento degli Stati Uniti nel mondo e la loro interazione con altri soggetti internazionali. Si propone invece di offrire, attraverso lenti critiche, alcune chiavi di lettura per comprendere i dibattiti, le idee, la pluralità dei soggetti coinvolti, le contraddizioni, il legame tra piano interno e internazionale che hanno accompagnato e accompagnano tuttora la politica estera degli Stati Uniti. Muove dall’idea che il nazionalismo statunitense – un nazionalismo particolare ed eccezionalista – abbia portato ad una visione quasi messianica del ruolo degli Stati Uniti nel mondo. Tuttavia, sarebbe ingenuo e sbagliato pensare di ricondurre l’intera politica estera americana ad una singola matrice. Per questo il corso intende mostrare come identità, ideali, interessi, vincoli interni ed internazionali si siano frequentemente sovrapposti ed intrecciati per determinare il ruolo degli Stati Uniti nel mondo.

Alternando lezioni frontali e seminari di discussione e coniugando l’analisi dei principali documenti che hanno scandito la storia della politica estera americana con lo studio delle principali tradizioni ed interpretazioni storiografiche sull’ascesa e il ruolo degli Stati Uniti a potenza mondiale, il corso si concentra su alcuni momenti specifici. Tra questi, la guerra ispano-americana del 1898 e l’espansione imperiale globale, con il controllo indiretto nei Caraibi e, seppure in chiave più debole e meno esclusiva, nel Pacifico; il progetto di Woodrow Wilson di riforma delle relazioni internazionali dopo la Prima Guerra Mondiale; il distacco degli Usa dalla politica internazionale degli anni Venti e la parentesi isolazionista degli anni Trenta; il coinvolgimento americano nella Seconda Guerra Mondiale; l’inizio della Guerra Fredda, la sua evoluzione e la sua repentina fine; il momento unilateralista e la lotta al terrorismo internazionale.

Al seminario di presentazione del corso ha partecipato Kelly Degnan, Chargé d'affaires ad interim dell'ambasciata americana a Roma. L'incontro è stato introdotto dal prorettore alla ricerca dell’Università di Trento professor Giorgio Vallortigara, sono intervenuti il professor Daniele Fiorentino (Università Roma Tre) e il dottor Umberto Tulli, docente del corso. Ha moderato gli interventi il professor Paolo Foradori, vice direttore della SSI.