Innocenzo Cipolletta, foto archivio Università di Trento

Internazionale

UN MONDO PIÙ LARGO

La crescita economica mondiale tra conflitti e opportunità. Il punto di vista di Innocenzo Cipolletta

5 febbraio 2016
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Monica Agostini
di Monica Agostini
Referente per la comunicazione del Sistema bibliotecario di Ateneo dell'Università di Trento.

Davvero il periodo che stiamo vivendo è così negativo? No, secondo Innocenzo Cipolletta (economista e presidente dell’Università di Trento), che in un suo recente intervento invita ad analizzare il momento presente non con l’occhio miope della contemporaneità ma in una prospettiva storica. 
Indubbiamente questi sono anni di forti cambiamenti che hanno sovvertito molte relazioni tradizionali e generato tali tensioni a livello sociale, politico ed economico che il Papa pochi mesi fa ha parlato addirittura di “terza guerra mondiale spezzettata”. 
Ma, dati alla mano, è indiscutibile che a livello globale negli ultimi quindici anni si registra una sensibile crescita economica. Crescita che, a differenza di quanto avveniva in passato, non vede più come protagonisti Europa, Stati Uniti e Giappone, ma i Paesi emergenti: Cina e India sono diventate il traino dello sviluppo, ma anche aree come l’Africa Subsahariana, che molte teorie ritenevano destinate ad un sottosviluppo permanente, iniziano, seppur tra mille difficoltà, a mettere in moto la loro economia. I Paesi di più antica industrializzazione, invece, alle prese con una forte crisi che ha ridotto posti di lavoro e capacità produttiva, hanno perso molte posizioni acquisite e si sono visti costretti a riorganizzare i modelli di produzione e consumo. Ma, sebbene possa sembrare che da questo processo i Paesi sviluppati ne siano usciti danneggiati, un’attenta analisi dimostra come il nuovo assetto economico mondiale, con l’allargamento dei mercati e l’innalzamento delle soglie di consumo per milioni di persone, abbia creato maggiori opportunità per tutti. “In sostanza”, dice Innocenzo Cipolletta usando un’appropriata metafora ”se la torta si allarga non significa che noi non possiamo più mangiarla”; in altre parole, i Paesi che maggiormente fruivano della ricchezza mondiale non diventano necessariamente più poveri se questa è distribuita in modo più equo.

Quali saranno i fattori che sosterranno la ripresa nei Paesi sviluppati? Cipolletta individua nell’immigrazione e nell’innovazione i due elementi principali. L’immigrazione, nonostante sia sempre accompagnata da inevitabili tensioni, dà impulso all’economia in quanto compensa i cali demografici, fa crescere la competizione interna e, generando nuovi bisogni, stimola i consumi e la domanda di infrastrutture. L’innovazione, invece, favorisce la produzione perché impone alle persone un frequente ricambio dei propri beni, rendendo in poco tempo obsolete, ancorché funzionanti, molte apparecchiature. L’innovazione sarà l’elemento caratterizzante del futuro: un’innovazione costante, veloce, globale, che produrrà nuove professionalità e aprirà altri mercati e spazi di ricerca, primi fra tutti quelli legati al corpo umano e al potenziamento delle sue capacità fisiche ed intellettuali. 

In questo contesto anche l’Italia può trovare il suo spazio, se riesce ad adattare i prodotti alle esigenze dei nuovi mercati puntando su innovazione e qualità. A monte è però necessario un grosso investimento nel settore educativo e della ricerca.
“Non sarà un mondo facile”, conclude la sua relazione Cipolletta, “ma in un mondo più largo aumentano le opportunità”. Permarranno i conflitti legati all’immigrazione, si vivranno altre crisi economiche, aumenteranno i problemi relativi all’inquinamento, ma generalmente la crescita genera benessere e stimola l’innovazione. Sta a noi far sì che l’innovazione sia orientata al miglioramento della qualità della nostra vita e non in senso contrario.

La conferenza, ideata per gli allievi del Collegio di Merito “Bernardo Clesio” di Trento ma aperta all’intera comunità universitaria e cittadina, si è svolta il 2 febbraio 2016 presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale ed è stata organizzata con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto.