Martedì, 17 ottobre 2017

Una nuova era per l'osservazione dell'universo

Un unico strumento planetario è in grado di indicare la direzione nel cielo dove è avvenuta la fusione di due stelle di neutroni: il ruolo di primo piano dei fisici dell’ateneo trentino

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Il 17 agosto 2017 è una data destinata a rimanere nella storia della scienza. Alle 14:41, ora italiana, gli osservatori gravitazionali LIGO e Virgo hanno visto per la prima volta la collisione fra due stelle di neutroni.

L’osservazione simultanea da parte dei telescopi spaziali Fermi (NASA) e Integral (ESA) di un breve lampo di raggi gamma associato alla stessa sorgente ha permesso di fare un salto notevole nella comprensione dell’universo. È la dimostrazione tanto attesa che i lampi di raggi gamma brevi, scoperti più di 40 anni fa, sono dovuti alla collisione di stelle di neutroni.

Allo stesso tempo è la prima volta che un evento osservato dai rivelatori di onde gravitazionali viene visto anche da osservatori astronomici in orbita e a terra.

Circa due anni fa le collaborazioni LIGO e Virgo sono riuscite a osservare per la prima volta le onde gravitazionali.

Oggi, a meno di due settimane dal conferimento del premio Nobel per la Fisica per quel traguardo, LIGO e Virgo annunciano un secondo risultato di enorme rilevanza scientifica, che dimostra quanto sia stata feconda l’apertura di questa nuova finestra per l’esplorazione del cosmo.

L’annuncio di questa osservazione, destinata a cambiare il modo in cui si guarda allo spazio, è stato seguito in tutto il mondo e anche all’Università di Trento, in un’aula affollata del Dipartimento di Fisica a Povo, collegati in diretta con la conferenza stampa  a Washington DC (USA) della collaborazione LIGO/Virgo e di circa 70 osservatori astronomici. 

Maggiori dettagli nel comunicato stampa diramato da INFN, INAF e ASI.