Mercoledì, 4 aprile 2018

Smascherate le tante facce del tumore alla mammella

Uno studio, condotto da un team scientifico del CIBIO e pubblicato su “Nature Communications”, apre uno spiraglio su origini, punti deboli e sviluppo della malattia

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Ci sono tumori alla mammella particolarmente insidiosi, dalla diagnosi tardiva e per i quali non è ancora stata individuata una terapia specifica.

Uno studio, pubblicato su “Nature Communications” nei giorni scorsi, apre qualche spiraglio su origini, punti deboli e meccanismi attraverso cui questi tipi di tumore continuano a cambiare volto.

Sono risultati scientifici che aiutano a intravvedere applicazioni di medicina personalizzata e a capire se in futuro sarà possibile prevedere la comparsa delle metastasi.

Oggetto della ricerca sono i casi di cancro al seno definiti triplo negativo. Una categoria che sfugge alle normali metodologie di diagnosi fino a quando non sia già in fase avanzata.

Il lavoro vede coinvolto con un ruolo da protagonista il team di ricerca di Alessio Zippo, ricercatore attivo al Cibio - Centro di Biologica integrata dell’Università di Trento.

Lo studio è il risultato di una collaborazione scientifica tra UniTrento con il Cibio (Laboratorio di Biologia della cromatina ed epigenetica), l’Università di Palermo (con il DiBiMIS – Dipartimento Biomedico di Medicina Interna e Specialistica) e il Policlinico Maggiore di Milano. Il progetto, che era iniziato all’Istituto nazionale di genetica molecolare di Milano, è stato reso possibile dal finanziamento del Ministero della Salute, Fondazione Cariplo e dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc).

L’articolo è stato scritto da:
Vittoria Poli, Luca Fagnocchi, Alessandra Fasciani, Alessandro Cherubini, Stefania Mazzoleni, Sara Ferrillo, Annarita Miluzio, Gabriella Gaudioso, Valentina Vaira, Alice Turdo, Miriam Giaggianesi, Aurora Chinnici, Elisa Lipari, Silvio Bicciato, Silvano Bosari, Matilde Todaro e Alessio Zippo.

Nel comunicato stampa le dichiarazioni di Alessio Zippo, responsabile del progetto insieme alla collega Matilde Todaro dell’Università di Palermo.