Giovedì, 4 giugno 2015

Diagnosi del cancro con il calore dell'occhio: il progetto Eye-check vince la terza edizione dello Smart Up Lab

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È “Eye-check” il progetto vincitore della terza edizione dello Start Up Lab, il laboratorio dove studenti di master, dottorato e post-doc lavorano assieme per sviluppare idee innovative, assistiti da un gruppo di tutor costituito da startupper, imprenditori, manager, accademici e consulenti italiani e stranieri.

L’iniziativa, organizzata dall’Università di Trento in collaborazione con l’Istituto di arti grafiche Pavoniano Artigianelli, si è conclusa nei giorni scorsi con la premiazione dei 12 progetti presentati dai vari gruppi di lavoro.

Gli studenti Daniel Adrian Lungu e Diana Bassi del Dipartimento di Economia e Management, insieme con Elena Kalinina, Péter Kiss, Jurian van Dalfsen e Savita Seetaraman del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’informazione, si sono aggiudicati il primo posto, davanti ai promotori dei progetti “Lexally” and “TVBox”, secondi a pari merito, e “Univerius”. 

Tre minuti di presentazione, quattro di dibattito serrato di fronte a una giuria internazionale, tra cui anche esperti del settore come Arcot Desai Narasimhalu, professore e direttore dell’Institute of Innovation della Singapore Management University: è così che i sei studenti vincitori studenti hanno ottenuto il miglior punteggio.
 
Il loro progetto è consistito nella realizzazione di una termocamera che, tramite la tecnologia a infrarossi, è in grado di diagnosticare la presenza di masse tumorali nell’occhio del paziente. 

“Eyecheck” verrà ora sostenuto dall’Università di Trento per partecipare ad una competizione globale di innovazione studentesca, il Virginia Tech Knowledge Work, che si tiene ogni anno ad agosto negli Stati Uniti e che già ha dato grandi soddisfazioni ai team di Trento. 

I precedenti vincitori dello Start Up Lab, infatti, hanno conquistato il “People’s Choice Price” di 5mila dollari nel 2013 e il primo premio assoluto, di 25mila dollari, nel 2014. Un riconoscimento importante della qualità della formazione proposta dal laboratorio trentino, che ha convinto molti ad iscriversi a questa terza edizione. Il numero di domande è più che raddoppiato nel corso di appena tre anni e i partecipanti, che nel 2013 erano 50, nel 2015 sono stati 83, in rappresentanza di 28 diverse nazionalità.

Cos’è Start Up Lab?
Start Up Lab è un percorso che dura tre mesi, durante i quali i partecipanti sono esposti ad otto sessioni formative gestite da Alessandro Rossi, un accademico specializzato nel campo del management dell’innovazione, e Vittorino Filippas, imprenditore nel campo delle ristrutturazioni aziendali. Non c’è solo, però, la parte formativa: una ventina di tutor, attraverso varie sessioni di mentorship, aiutano gli studenti, organizzati in gruppi, a ottimizzare la loro business idea. 

L’obiettivo del corso è quello di offrire le conoscenze di base e far di sperimentare assieme gli atteggiamenti vincenti per affrontare l’innovazione con approccio imprenditoriale. A beneficiarne saranno gli studenti, che avranno maggiori possibilità di impiego, ma anche le aziende, che potranno usufruire dell’alta specializzazione dei nuovi assunti. Non è un caso, infatti, che a sostenere e a finanziare il laboratorio sia la Fondazione Trentino Università, da sempre anello di congiunzione tra l’Ateneo e le imprese del territorio. I meriti del progetto, del resto, sono stati riconosciuti anche a livello internazionale: nel corso di questi due anni lo Start Up Lab è stato scelto come unità formativa d’eccellenza su innovazione ed imprenditorialità per gli studenti di master e ai dottorandi appartenenti allo European Institute of Technology (EIT). 
Il laboratorio è interdipartimentale. Partecipano infatti studenti dalle aree disciplinari di informatica (40%), economia e management (35%), sociologia, biologia, scienze cognitive e graphic design, grazie alla partnership con la Scuola di alta formazione dell’Istituto di arti grafiche Pavoniano Artigianelli. 

L’approccio innovativo nella didattica – La parte formativa del laboratorio è tenuta con il metodo innovativo della flipped classroom. Un video di circa 15 minuti viene messo a disposizione dagli studenti tre giorni prima della sessione; gli studenti lo visionano a casa e la “lezione” si trasforma in una discussione tra pari applicata ai loro progetti. 

L’Università di Trento, assieme a quella di Aalto (Finlandia), è ora riconosciuta a livello EIT come quelle a livello più avanzato nel campo dei sistemi formativi in questo campo.