Mercoledì, 13 febbraio 2019

Il cervello nasce già pronto per riconoscere i volti

Lo rivela uno studio condotto dal CIMeC di UniTrento in collaborazione con l’Ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto; i risultati pubblicati su PNAS

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Gli esseri umani posseggono una straordinaria capacità di individuare, riconoscere e analizzare i volti dei loro simili, una competenza fondamentale per una specie sociale come quella umana.

Nelle persone adulte tale capacità si basa su un circuito specifico di aree del cervello altamente specializzate nell’elaborazione dei volti umani (le aree corticali occipito-temporali).

Già a pochi minuti dalla nascita, però, neonati e neonate mostrano un orientamento preferenziale per le facce e l’abilità di interagire rapidamente con chi si prende cura di loro.

La teoria a oggi più diffusa e controversa sostiene che la corteccia cerebrale dei neonati sia troppo immatura e indifferenziata per avere una regione specializzata per il riconoscimento dei volti e che quindi la preferenza sarebbe determinata da alcune strutture del cervello (sottocorticali) ritenute evolutivamente primitive.

L’attivazione cerebrale associata alla preferenza per i volti nei neonati non è, però, mai stata misurata. Questa capacità si basa già sull’attivazione di un circuito corticale specializzato per l’elaborazione dei volti come nelle persone adulte o la corteccia cerebrale è ancora effettivamente immatura e tale circuito diventa funzionale solo con l’esperienza e/o la maturazione?

È per rispondere a questa domanda che ci si è messi al lavoro al Centro interdipartimentale Mente/cervello dell’Università di Trento. Per scoprirlo, un gruppo di ricerca del CIMeC, coordinato da Giorgio Vallortigara, ha avviato una collaborazione con i reparti di Pediatria e di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto per studiare l’attivazione corticale ai volti nei neonati.

I risultati sono stati pubblicati in questi giorni sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences: l'articolo si intitola “Cortical route for facelike pattern processing in human newborns

Questo lavoro di ricerca è frutto di una larga collaborazione interdisciplinare che ha coinvolto Marco Buiatti, Manuela Piazza e Giorgio Vallortigara dell’Università di Trento, Elisa Di Giorgio dell’Università di Padova e i medici Ermanno Baldo, Fabrizio Taddei, Carlo Polloni e Giuseppe Menna dell’Ospedale Santa Maria del Carmine. La ricerca è stata in parte finanziata dalla Fondazione Caritro.

Nel comunicato stampa le dichiarazioni di Marco Buiatti, primo autore dell’articolo.