Hanno scelto di partire da Amaya Eva Coppens, studentessa del quinto anno di medicina dell’Università Autonoma del Nicaragua, con sede a Leòn, arrestata il 10 settembre del 2018 a causa della sua partecipazione a un movimento di protesta nazionale.
E così, studenti e studentesse dell’Università di Trento, dopo aver approfondito la situazione della libertà accademica e - in particolare - il suo caso, hanno organizzato alcune giornate di raccolta firme, in varie sedi, per la sua liberazione.
L’iniziativa ha come slogan “We Are Amaya. UniTrento per la libertà accademica” ed è promossa da Pietro Carra, Ion Foltea, Francesca Ongaro, Federica Tagliavini e Clelia Zardini, studenti e studentesse dei seminari di “Advocacy for Academic Freedom” coordinati dalla docente Ester Gallo del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale.
Questa mattina il gruppo ha incontrato il rettore Paolo Collini per presentargli il caso della studentessa del Nicaragua detenuta per motivi politici e proporgli la petizione. Invito che è stato accolto. Il rettore ha, infatti, sottoscritto la lettera a favore della liberazione di Amaya.
L’Università di Trento da novembre 2017 aderisce a “Scholars at Risks” (Sar), rete internazionale di università, che promuove la libertà accademica, intesa come libertà di ricerca e insegnamento e come diritto di accesso allo studio, nonché come diritto di espressione nella sfera pubblica da parte di docenti, studenti e staff amministrativo.
L'Ateneo trentino è, inoltre, tra i fondatori della sezione Sar-Italia, che è stata istituita lo scorso 19 febbraio.
Ester Gallo è delegata Sar per UniTrento.
La petizione per la liberazione di Amaya Eva Coppens è rivolta alla comunità universitaria e a tutta la cittadinanza e può essere sottoscritta anche online