Lunedì, 8 luglio 2019

Cordoglio dell’Ateneo per la scomparsa del professor Renzo Leonardi

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Grande cordoglio in Ateneo per la scomparsa del professor Renzo Leonardi, fisico nucleare e docente emerito dell’Università di Trento.

“È stato uno dei padri fondatori della Fisica a Trento, uno di quegli scienziati che si sono formati lontano, hanno fatto grandi cose e poi hanno deciso di tornare per mettere la propria competenza al servizio della comunità”, ricorda il rettore Paolo Collini. “A lui il nostro Ateneo e il Trentino deve molto. È arrivato a Trento da Bologna e Catania dopo varie esperienze accademiche e formalmente è diventato nostro professore nel 1977. Da allora ha lavorato incessantemente per dar vita a progetti scientifici ambiziosi. L’ultima sua grande sfida, il Centro di protonterapia, è stato da lui ideato, sviluppato, voluto fortemente. Ha convinto il mondo politico e accademico, ha affrontato tutte le difficoltà logistiche, legate alle tecnologie, ai partner da coinvolgere. Ha permesso all’Ateneo di avviare una collaborazione intensa e fruttuosa con l’INFN, con la Fondazione Kessler e con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari e ha dato vita a una struttura che combina un forte orientamento alla ricerca in Fisica medica con l’approccio clinico utile alla collettività. Il nostro pensiero e la nostra vicinanza va alla moglie e alla famiglia”.

“Era una persona piena di interessi, un carattere poliedrico, mai fossilizzato in un unico settore” aggiunge l’ex rettore Davide Bassi. “Grande esperto e appassionato di arte, ad esempio. Dal suo entusiasmo è nata una scuola di Fisica teorica molto apprezzata a livello internazionale, non solo nel settore nucleare. Ha seminato molto: tanti giovani con il suo sostegno sono cresciuti e si sono affermati come scienziati autorevoli. Non solo uno studioso, è stato un esempio per tanti”. Uno di questi amici e colleghi che lo hanno conosciuto e apprezzato è stato Sandro Stringari, che anche grazie al suo aiuto ha proseguito la sua carriera in Trentino. “Tra i suoi grandi meriti, quello di aver fondato nel 1993 l’ECT*, il centro di ricerca teorica in Fisica nucleare e aree collegate, che ogni anno a Villa Tambosi attira centinaia di ricercatori e ricercatrici per convegni e progetti di alto valore scientifico. Ha creato un ponte, un collegamento tra la comunità scientifica internazionale e quella dei fisici trentini. In veste di preside dell’allora Facoltà di Scienze, dal 1993 al 1996, fu uno dei primi a intravvedere le potenzialità di sviluppo della biologia a Trento, anche grazie ai suoi contatti illustri, come Rita Levi Montalcini o Renato Dulbecco. Un progetto che è diventato realtà molti anni più tardi”.

Al cordoglio dell’Ateneo si aggiunge quello particolare dei colleghi professori, amici e studenti del Dipartimento di Fisica, oggi rappresentanti dal direttore Giulio Monaco, che lo ricorda come persona sempre molto attiva e presente.