Martedì, 10 settembre 2019

Cordoglio in Ateneo per la scomparsa di Luigi (Gino) Colazzo

Intellettuale, pioniere dell’informatica e della didattica online

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Cordoglio in Ateneo per la prematura scomparsa del professor Gino Colazzo (all’anagrafe Luigi) dell’Università di Trento. 

Così lo ricorda il rettore Paolo Collini “La scomparsa improvvisa di Gino Colazzo è una bruttissima notizia. Siamo stati colleghi a Economia per molti anni, inclusi quelli in cui ero preside. Era stato, con un gruppetto di colleghi, tra coloro che avevano fondato gli studi di informatica nella nostra università. Considerava il suo lavoro come una missione intellettuale e sempre allargava gli orizzonti di ciò che faceva. È stato pioniere della didattica online di cui hanno beneficato decine di migliaia di studenti in ateneo e aveva anticipato i tempi nel concepire gli utilizzatori come una comunità. Gli piaceva sempre guardare oltre, al di là delle tecnicalità che l'informatica proponeva, ricercando il disegno più grande che la tecnica poteva produrre. Una bella persona, pacata e saggia.”

Approdato a Trento nel 1977, poco dopo la laurea in Informatica a Bari, ha inizialmente collaborato con la Facoltà di Sociologia, per poi diventare ricercatore e in seguito professore presso la Facoltà di Economia. Nel 2012 in seguito alla costituzione del Dipartimento di Ingegneria Industriale è afferito a questo dipartimento nel quale ha lavorato fino al suo pensionamento avvenuto nel febbraio 2018.

Al cordoglio dell’Ateneo si aggiunge quello particolare di docenti, personale, studenti e studentesse dei Dipartimenti di Ingegneria Industriale e di Economia e Management.

Pubblichiamo un ricordo di Luisa Mich, professoressa del Dipartimento di Ingegneria Industriale, che ha condiviso con Luigi Colazzo interessi scientifici e di ricerca.

“Gino era un intellettuale, un filosofo-informatico. Amava argomentare. Amava leggere. Comprava libri tornando in studio con borse piene. Li prestava e non si ricordava a chi. Non venendo restituiti diceva che aveva sempre spazio nella libreria. Amava Escher a Bateson.

Da laureando di Alberto Silvestri aveva proposto l'idea di portare l'informatica ‘dove si devono risolvere i problemi’ e quindi nelle facoltà di economia, facendola conoscere anche fuori dai dipartimenti di ingegneria e matematica. Silvestri ha fatto suo il progetto e con l'approvazione dei gruppi scientifici della disciplina ha iniziato ad insegnare Informatica nel corso di laurea in Economia a Trento, dove Gino era diventato ricercatore. Nei primi anni c'erano 4 esami di informatica per gli studenti di Economia. Intanto partiva la sperimentazione della laurea breve a Rovereto. Da quelle esperienze era nata la laurea in Net Economy, con una visione che anticipava i temi caldi di oggi come il ruolo della conoscenza o la necessità di formare i manager all’utilizzo dell’informatica. [...]

Si ritrovava poco nella ricerca basata su indicatori e misure di performance, e ne aveva indicato i limiti che ora stanno emergendo anche sulle pubblicazioni scientifiche.
Si è occupato di ipertesti e ipermedia prima del Web, individuando nel ‘disorientamento dell'utente’ un tema centrale. È stato un pioniere dell'e-learning con una visione dell'insegnamento basata sulle relazioni e quindi sulle comunità, allora chiamate virtuali. Ma che Gino ha sempre sostenuto essere reali. Ha creato un gruppo per lo sviluppo della piattaforma Comunità online e lo ha chiamato Laboratorio di Maieutiche coerentemente con la sua idea di insegnamento. Ha creato una rivista (Je-LKS. Journal of e-Learning and Knowledge Society) che trae la sua forza dagli autori che Gino ha coinvolto coerentemente con l'idea di ‘comunità’ scientifica.

Collezionava cactus: ne aveva e conosceva decine e decine. Tornava in Puglia ogni volta che poteva per coltivare le sue piante. Aveva sconfitto il punteruolo rosso. Aveva una spiegazione per la malattia degli ulivi legata all'abbandono delle tradizionali pratiche di coltivazione. Sapeva cucinare e conosceva la cucina pugliese: mi ha fatto conoscere le friselle, i friggitelli, insegnato una ricetta per cuocere le zucche intere, regalato un libro di cucina pugliese. Sognava una pensione fra i suoi ulivi.”