Mercoledì, 16 dicembre 2015

In ricordo del professor Jean­-François Malherbe

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In questi giorni è mancato il prof. Jean­-François Malherbe, ordinario di Filosofia morale presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Università di Trento.
Il dott. Francesco Ghia, ricercatore presso il Dipartimento, ha scritto alcune righe sull'attività del prof. Malherbe per ricordarne la figura di eminente filosofo

Breve ricordo del prof. Jean-­François Malherbe (1950-­2015)

Jean­François MalherbeA chi sia capitato di entrare nello studio che Jean­François Malherbe, nato a Bruxelles nel 1950, ha occupato presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia fino a pochi giorni prima che ci raggiungesse ieri sera la notizia del suo improvviso decesso nella sua casa in Svizzera, non sarà sfuggita la galleria di ritratti di filosofi che adornavano le altrimenti spoglie pareti, quasi a indicare un colloquio ininterrotto con i classici del pensiero. Socrate, Platone, Aristotele, Epicuro, Tommaso d’Aquino, Meister Eckhart, Kant, Hegel, Marx, Wittgenstein, Arendt... Tra di loro, anche un volto meno noto, ma forse, tra tutti, il più significativo nella formazione di Malherbe. Quello del suo maestro luvaniense Jean Ladrière, filosofo della matematica e del linguaggio. Dal magistero di Ladrière Malherbe apprende innanzitutto che non esiste alcun linguaggio o sistema capace di autogiustificarsi: per acquisire un senso, ogni linguaggio deve aprirsi a un linguaggio di genere diverso. È il modo in cui Ladrière supera e confuta ogni logica del “terzo escluso”, del “tertium non datur”.

Nella sua riflessione filosofica, Malherbe si è sempre sforzato di tener fede a questa originaria intuizione del suo maestro, applicando ad ambiti più vasti rispetto alla ristretta cerchia delle ricerche logiche, gnoseologiche ed epistemologiche (da cui pure lo stesso Malherbe ha tratto le mosse occupandosi in specifico del pensiero di Karl Popper e Ludwig Wittgenstein) la ricerca inesausta del “terzo”. Ne è nato così il concetto più qualificante della sua filosofia, vale a dire la “teoria del terzo incluso”, da lui applicata in particolare al dominio dell’etica (e segnatamente dell’etica clinica, di cui è stato, in Europa, uno dei pionieri). Un cammino è autenticamente creativo solo e nella misura in cui non è mai statico o cristallizzato, ma costantemente dinamico: il dinamismo è possibile soltanto nell’incontro con l’altro, che sostituisce la logica alternativa ed escludente dell’aut­aut con quella contestuale e includente dell’et­et e fa uscire dalla ristrettezza del dover essere necessariamente o una cosa o il suo contrario. Da qui, nell’ultima sezione dell’itinerario filosofico di Malherbe l’interessa per l’elaborazione di una “etica eretica”: sia che gli etici “eretici” siano stati direttamente vittime dell’ostracismo delle autorità politiche con cui sono entrati in conflitto, sia che, più subdolamente, siano stati invece “convertiti” dagli agiografi della filosofia accademica, in un caso come nell’altro a farne il bersaglio della repressione sono stati i tentativi, da essi arrischiati, di risolvere le esclusioni. Le pratiche etiche dell’inclusione rappresentano proprio quei cammini di creatività che – ripeteva sempre Malherbe – i tempi di crisi che stiamo vivendo pressantemente richiedono.

Tra le opere principali di Malherbe, che prima di diventare ordinario di filosofia morale a Trento aveva insegnato nelle università di Louvain, di Montréal e di Sherbrooke, si possono ricordare:

  • La philosophie de Karl Popper et le positivisme logique, Paris 1977, Montrèal 2011
  • Le language théologique à l’âge de la science. Lecture de Jean Ladrière, Paris 1985
  • Souffrir Dieu. La prédication de Maître Eckhart, Paris 1992, 2003 [tr. it., Soffrire Dio. La predicazione di Maestro Eckhart, Napoli 2013]
  • Pour une éthique de la médecine, Paris 1987 [tr. it., Per un’etica della medicina, Milano 1989]
  • L’incertitude en éthique, Montréal 1996
  • Le nomade polyglotte. L’excellence ethique en postmodernité, Montréal 2000 [tr. it., Il nomade poliglotta, Napoli 2015]
  • La démocratie au risque de l’usure. L’ethique face à la violence du crédit abusif, Montréal 2004 [tr. it., La democrazia a rischio di usura, Trento 2010]
  • Sujet de vie ou objet des sois ? Introduction à la pratique de l’éthique clinique, Montréal 2007
  • Tendre l’oreille à l’inouï. L’éthique des hérétiques, Paris 2013
  • L’educazione di fronte alla violenza, Foggia 2014
  • Elementi per un’etica clinica. Condizioni dell’alleanza terapeutica, Trento 2014

Courtesy: EDI - Editrice Domenicana Italiana
Si unisce al cordoglio la casa Editrice Domenicana Italiana per la quale il professore aveva pubblicato numerose opere.