Aggiornamento, confronto, networking. Sono gli ingredienti che hanno caratterizzato il 29esimo Convegno annuale della Società italiana di Patologia vegetale (Sipav) curato dal Centro Agricoltura Alimenti Ambiente (C3A) dell’Università di Trento. La tre giorni ha portato in città, per la prima volta, 300 ricercatori e ricercatrici da tutto il mondo per fare il punto sulle malattie che colpiscono le piante e condividere le ultime e più importanti conoscenze.
Ad aprire i lavori sono stati i saluti del Rettore dell’Università di Trento, Flavio Deflorian, e del Direttore del C3A, Riccardo Rigon, che hanno sottolineato come lo studio della patologia vegetale sia centrale per rispondere alle sfide derivanti dal cambiamento climatico e dalla presenza di agenti patogeni dannosi. Ancor più in Trentino, un territorio particolarmente vocato all’agricoltura.
Tanti i temi affrontati nelle quattro sessioni proposte: la patologia vegetale molecolare, l’epidemiologia e la diagnostica fitopatologica, le interazioni tra pianta e microrganismi, il microbiota della pianta e la gestione sostenibile delle malattie vegetali.
Alcuni lavori hanno riguardato patogeni vegetali importanti come la Xylella fastidiosa, che in Puglia ha causato danni ingenti agli olivi, e malattie come la fusariosi del grano, una minaccia nell’attuale crisi del grano legata alla guerra in Ucraina, o la ticchiolatura che può mettere in crisi la qualità delle mele. Spazio anche al ruolo dei microbiomi delle piante nello sviluppo delle malattie vegetali, così come alla caratterizzazione molecolare dei meccanismi d’azione dei microrganismi benefici utilizzati come agenti di biocontrollo al posto dei pesticidi. Un vero e proprio passo in avanti per proteggere le colture dai patogeni, senza dover ricorrere a metodi impattanti per la salute e per l’ambiente come l’eccessivo uso di fungicidi di sintesi chimica.
Guest speakers
Ad arricchire il convegno sono stati anche gli interventi di esperti di fama internazionale.
Dan Bebber, studioso degli effetti del cambiamento climatico sulla produzione vegetale e sulla sicurezza alimentare, proveniente dal Dipartimento di Bioscienze dell'Università di Exeter (Regno Unito), ha evidenziato come la sicurezza alimentare globale sia minacciata dal cambiamento climatico. Ciò influisce direttamente sulla fisiologia e la produttività delle colture e, indirettamente, sui microrganismi associati alle piante, inclusi i patogeni. Non solo: stando alle ricerche più recenti, l'aumento delle temperature potrebbe intensificare l'impatto delle malattie delle piante, causando possibili spostamenti latitudinali della pressione delle malattie e influendo negativamente sulla produzione agricola.
Dino Zardi, professore di Fisica atmosferica al Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica dell’Università di Trento ed esperto di meteorologia e inquinamento atmosferico, ha invece sottolineato come i recenti progressi nelle previsioni climatiche e l'uso di algoritmi di intelligenza artificiale stiano aprendo nuove possibilità per prevedere e contrastare gli effetti del cambiamento climatico sulle coltivazioni.
Monica Höfte, patologa vegetale al Dipartimento di Piante e Coltivazioni dell’Università di Ghent (Belgio), si è soffermata sul duplice ruolo svolto da una particolare classe di metaboliti secondari, i lipopeptidi ciclici, nei batteri fitopatogeni del genere Pseudomonas. Queste molecole permettono ai batteri fitopatogeni di competere con i funghi presenti sulle radici delle piante coltivate e, allo stesso tempo, sono responsabili dell’insorgenza delle malattie nella pianta. È un chiaro esempio di evoluzione microbica che dà una nuova chiave di lettura dello sviluppo dei patogeni vegetali.
Angela Sessitsch, responsabile dell'unità Risorse biologiche dell'Istituto austriaco di tecnologia (AIT) e pioniera dei microbiomi associati alle piante, ha illustrato come i complessi microbici (microbiota) associati alla pianta, dalle radici ai tessuti aerei fino agli organi riproduttivi, abbiano un impatto positivo sulla mitigazione dello stress da siccità e sulla fisiologia della pianta stessa. Il prossimo passo della ricerca sarà quello di studiare meglio questi microorganismi e le loro interazioni con la pianta per poter sviluppare nuove applicazioni in agricoltura.
Riconoscimenti
Numerosi i riconoscimenti assegnati nel corso del convegno. Il premio Sipav “Giovanni Scaramuzzi” alla migliore tesi di dottorato in Patologia vegetale è stato conferito a Monia Federica Lombardo dell’Università di Catania. Premiati dalla Sipav anche 20 giovani ricercatori nell’ambito della selezione “Young Researchers in Training”.
Angela Bolzonello, Fares Bellameche, Silvia Canna, Eleonora Cappelletti, Antonella Cardacino e Isabel Vicente si sono invece distinti per le migliori presentazioni orali, mentre Sofia Bertacca, Rudy Cignola, Mohamed Idbella, Gelsomina Manganiello, Nesma Zakaria Mahmoud Mohamed e Daniele Nicotra per i migliori poster.
Il convegno è stato anche un’occasione per conoscere la città di Trento. Non sono mancati, infatti, un walking tour serale e la visita alle sue principali bellezze, come il Duomo e il Castello del Buonconsiglio.