Il Consorzio della rete dei laboratori universitari di Ingegneria sismica e strutturale Reluis ha premiato Chiara Nardin (assegnista di ricerca al Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica) per il progetto di ricerca “Mappe di esposizione e rischio sismico integrate a scala regionale”.
La cerimonia si è tenuta a Roma l’8 novembre in occasione del convegno “20 anni di Reluis”, che ha visto anche Nardin tra relatrici e relatori.
Scopo del progetto è sviluppare il primo prototipo italiano di mappa di rischio sismico locale. A livello europeo, è recente il passaggio da mappe di pericolosità a mappe di rischio sismico.
Un esempio lo si trova nella pubblicazione del Servizio sismologico svizzero del primo modello di rischio sismico accessibile al pubblico per i territori elvetici. Comunità scientifica ed enti federali responsabili della gestione della sicurezza del territorio e della società hanno evidenziato i molteplici benefici di un simile modello: dallo sviluppo di piani e strategie di prevenzione, mitigazione e rafforzamento della resilienza sismica alla pianificazione e gestione degli eventi in fase emergenziale e non.
In questo contesto, si inserisce quindi la proposta di ricerca di Chiara Nardin. Il progetto coinvolge un gruppo multidisciplinare di professori di Ingegneria sismica strutturale con Oreste S. Bursi e Marco Broccardo di UniTrento e del settore geofisico con Stefano Parolai dell’Università di Trieste e Giovanna Laurenzano dell’Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale assieme ad Alessandro Moltrer e Alfio Viganò della Provincia autonoma di Trento.
La metodologia di lavoro di Nardin – si spiega - rappresenta un archetipo estendibile ad altre aree e realtà di interesse in ambito nazionale. E si offre come base per procedere in futuro a valutare e studiare il rischio sismico di particolari opere strategiche del territorio, come dighe o infrastrutture viarie.