Mercoledì, 7 dicembre 2022

Mattia Biesuz nominato associate editor del JACerS

Il Journal of Materials Chemistry A valorizza lo studio su ossido sostenibile senza nichel applicabile nelle batterie al litio

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Doppio riconoscimento per Mattia Biesuz, ricercatore del Dipartimento di Ingegneria Industriale (DII) dell’Università di Trento.

Il Journal of the American Ceramic Society, rivista di riferimento per la comunità scientifica operante nel settore dei vetri e dei ceramici, lo ha nominato associate editor. Un ruolo che lo porterà a collaborare al processo di peer review dei manoscritti inviati al noto giornale.

“È un incarico che giunge un po’ inaspettato, visto che mi ritengo ancora abbastanza ‘giovane’, e per questo mi inorgoglisce data anche l’autorevolezza e la storicità della testata edita dalla Società Ceramica Americana”, commenta Biesuz che già conosce questa realtà per essere un suo reviewer. 

Ma questa non è l’unica novità degli ultimi giorni. Un’altra prestigiosa rivista scientifica internazionale, il Journal of Materials Chemistry A, ha incluso tra gli HOT articles 2022 lo studio dal titolo “Ni-free high-entropy rock salt oxides with Li superionic conductivity” che il ricercatore ha condotto assieme al prof. Vincenzo M. Sglavo e a Mauro Bortolotti del DII, al prof. Giorgio Speranza, affiliato al Dipartimento e senior researcher della Fondazione Bruno Kessler, nonché a Jixi Chen e al prof. Vincenzo Esposito della Technical University of Denmark.

La pubblicazione, che si inserisce nell’attività di ricerca di Mattia Biesuz finanziata nel 2021 dalla Fondazione Caritro, riguarda una famiglia di ossidi ad alta entropia (ossia caratterizzati da elevato disordine) con struttura salgemma. Si tratta di una classe di materiali dalle interessanti proprietà funzionali, ma con uno svantaggio: contiene nichel, un metallo pesante che può nuocere gravemente alla salute delle persone e dell’ambiente.

Il gruppo di lavoro trentino ha cercato di ovviare a questo problema sviluppando, per la prima volta, una composizione senza nichel. Al suo posto è stato utilizzato il manganese. Quest’ultimo si è rivelato efficace nel preservare le proprietà elettriche della soluzione ad alta entropia. Nello specifico è stata osservata una rapida conduzione degli ioni di litio che, inoltre, possono essere ampiamente immagazzinati. Non solo: la nuova composizione presenta un ridotto contenuto di cobalto, un altro metallo potenzialmente cancerogeno ma considerato strategico nel settore tecnologico, il cui approvvigionamento è ritenuto critico a livello europeo.

La combinazione di tutte queste caratteristiche rende la nuova famiglia di ossidi una valida alternativa agli ossidi a base di cobalto utilizzati come elettrodi nelle batterie agli ioni di litio. Si tratta di batterie ricaricabili, normalmente in uso, che hanno – tra gli altri – il pregio di accumulare grandi quantità di energia prodotta da fonti rinnovabili, come quella eolica e solare. Ad esse si guarda con sempre maggiore interesse perché possono svolgere un ruolo fondamentale nella cosiddetta transizione energetica. In tale contesto, la ricerca che vede capofila il DII risulta particolarmente promettente.

L’articolo è consultabile a questo link: https://pubs.rsc.org/en/content/articlelanding/2022/ta/d2ta06101e