Martedì, 29 maggio 2018

Con Remix si punta ai trapianti senza più rigetti

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Ingegneria dei Tessuti e Medicina Rigenerativa (Tissue Engineering and Regenerative Medicine – TERM) definiscono metodologie per realizzare in laboratorio sistemi ibridi materiali/cellule/molecole biologiche che possano essere impiantati nel corpo umano e promuovere la rigenerazione di tessuti e organi danneggiati.

Fenomeni patologici o traumatici possono portare a danni permanenti di tessuti o organi, che alcune volte richiedono la sostituzione con protesi o, nel caso di alcuni organi, il trapianto.

Le protesi (ad esempio le protesi d’anca) sono in grado di restituire, anche se talvolta in parte, la funzionalità compromessa, ma sono soggette a numerose limitazioni, la più importante delle quali è il danneggiamento che possono subire nel tempo. Gli organi trapiantati danno luogo a reazioni immunitarie, che possono essere controllare con l’uso di farmaci, ma che alcune volte possono indurre fenomeni di rigetto. Inoltre la disponibilità di organi per il trapianto è molto inferiore al numero delle persone che ne hanno necessità, ed un trapianto per alcuni organi può avvenire soltanto grazie al decesso di una persona, dalla quale prelevare l’organo da trapiantare, in genere giovane e non portatrice di patologie (affermazione triste del detto mors tua vita mea).

La scarsa disponibilità di organi per il trapianto ha conseguenze molto serie per i pazienti, costretti a lunghe liste di attesa che spesso non si esauriscono, ma porta anche, in talune parti del mondo, alla fioritura di un mercato nero di compravendita di organi.

Scopo dell’Ingegneria dei Tessuti e Medicina Rigenerativa, è la ricerca, sviluppo e produzione in laboratorio di tessuti biologici che possano essere utilizzati per l’integrazione o la sostituzione di tessuti umani danneggiati e anche di organi, utilizzando materiali, cellule del paziente, fattori di crescita, ed eliminando pertanto rischi di rigetto.

Metodi TERM possono essere già utilizzati per rigenerare tessuti vari, quali cartilagine o osso,  o per ricostruire organi quali la vescica o la trachea.

Il Dipartimento di Ingegneria Industriale (DII) dell’Università di Trento e il laboratorio Biotech sono attivi da anni nell’Ingegneria dei Tessuti, avendo partecipato a numerosi progetti di ricerca di carattere internazionale e mantenendo importanti collaborazioni con importanti istituti di ricerca stranieri. A partire da novembre 2017, il DII ha attivato un nuovo progetto di ricerca su questo settore chiamato REMIX – Regenerative Medicine Innovation Crossing – coordinato dalla prof.ssa Antonella Motta. Grazie al sostegno finanziario del programma Horizon 2020 dell’Unione Europea, il progetto organizzerà nei prossimi quattro anni numerosi scambi di ricercatori – sia senior che junior – tra il DII e le Università di Minho (Portogallo), Chulalongkorn (Thailandia), MUST (Mongolia) e Chonbuk (Corea del Sud). Lo scopo è mettere in rete le esperienze, pratiche e conoscenze di ciascuna istituzione che con l’utilizzo di nuovi materiali di origine naturale consentano la produzione di tessuti e lo sviluppo di metodologie di lavoro che migliorino i protocolli di ricerca in vitro e riducano la necessità di sperimentazione su animali.

Da ultimo, ma non meno importante, il progetto permetterà di promuovere il ruolo e l’importanza di Trento in questo settore grazie all’organizzazione in Trentino di una serie di attività collegate alla ricerca che vanno da Summer Schools formative a convegni internazionali di respiro mondiale.