Giovedì, 26 marzo 2020

Stare a casa è importante

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Il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 si è diffuso velocemente a livello globale e la sindrome respiratoria che esso causa, COVID-19, è stata riconosciuta dall’OMS come una pandemia: una minaccia mondiale. Da settimane il COVID-19 è protagonista delle cronache e le misure per il contenimento del contagio hanno cambiato la nostra quotidianità. Vale la pena di chiudersi in casa?

Decisamente sì.

Un nuovo modello matematico, sviluppato per descrivere e prevedere l’evoluzione di questa epidemia, ci dice che, senza alcuna misura di restrizione, il 70%-80% degli italiani sarebbe stato contagiato dal virus in meno di un anno: molti avrebbero sviluppato sintomi e il 10% della popolazione, pari a 6 milioni di persone, avrebbe potuto necessitare della terapia intensiva, molti nello stesso periodo. Una situazione ingestibile per qualunque sistema sanitario. Invece, con misure molto restrittive applicate a livello nazionale poco dopo la scoperta dei primi focolai italiani, l’epidemia avrebbe potuto concludersi in tempi brevi, colpendo solo lo 0,08% della popolazione: 48 000 persone in tutto.

Sono questi alcuni risultati di uno studio condotto in collaborazione tra Giulia Giordano (DII, Università di Trento), Franco Blanchini (Università di Udine), Patrizio Colaneri (Politecnico di Milano) e i medici della Task Force COVID-19 dell’Ospedale San Matteo di Pavia: Raffaele Bruno, Alessandro Di Filippo, Angela Di Matteo e Marta Colaneri.

I parametri del modello sono stati stimati basandosi sui dati epidemici del periodo dal 20 febbraio al 12 marzo; poi, diversi scenari futuri sono stati ipotizzati a seconda del diverso effetto – blando, forte, molto forte – delle misure di distanziamento sociale adottate.

Per ora si vede il risultato dei provvedimenti meno forti presi all’inizio: i dati fino al 20 marzo sono perfettamente allineati con la progressione epidemica nello scenario in cui le misure hanno un effetto blando. Tuttavia, il recente rallentamento nella crescita del numero di contagiati lascia sperare che si inizi a vedere presto l’effetto delle misure più rigide di quarantena adottate in seguito, il cui risultato dovrebbe essere evidente nelle prossime settimane.

Anche il picco del contagio si sposta a seconda delle misure adottate: se l’effetto dei provvedimenti fosse blando, il picco potrebbe arrivare entro un paio di mesi, mentre se l’effetto si rivelasse forte entro un paio di settimane.

Le simulazioni e la comparazione degli scenari mostrano chiaramente che l’adozione, e il rispetto scrupoloso, di opportune misure restrittive può avere effetti molto significativi sull’evoluzione dell’epidemia, diminuendo il numero dei contagiati, il numero di posti necessari in terapia intensiva e il numero di vittime; la diminuzione è tanto maggiore quanto più sono incisive le misure. Provvedimenti decisi possono anticipare il picco (oltre a diminuirne l’ampiezza), limitando la durata dell’epidemia, mentre misure più blande possono ritardare il picco, dando al sistema sanitario più tempo per organizzarsi, ma anche prolungando la durata dell’emergenza.

 

L’articolo è scaricabile dal box di download e disponibile al link seguente:

https://arxiv.org/abs/2003.09861

Sulla stampa:

https://www.repubblica.it/cronaca/2020/03/24/news/coronavirus_senza_retrizioni_sarebbe_stato_colpito_il_70-80_degli_italiani-252187565/?rss