Mercoledì, 4 novembre 2020

La tecnologia 5G al servizio dell’Internet of Musical Things

Ricerca pubblicata su IEEE Xplore

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È possibile organizzare un concerto online dove i singoli musicisti suonano insieme pur trovandosi a centinaia di chilometri l’uno dall’altro, avendo la sensazione di essere fisicamente presenti nello stesso luogo? Per Luca Turchet, ricercatore al Dipartimento in Ingegneria e Scienza dell’Informazione, in un futuro sarà possibile grazie al lavoro di ricerca sull’Internet of Musical Things (IoMusT, l’internet delle cose musicali).

L’IoMusT include una serie di dispositivi informatici in grado di rilevare e scambiare dati per produrre musica, con molteplici applicazioni: nelle prove tra musicisti per permettere loro di suonare a distanza abbattendo così i tempi, i costi e l’inquinamento dovuti agli spostamenti; nei concerti per consentire al pubblico di vivere nuove forme di esperienze musicali potenziate dall’uso di stimoli tattili o visuali in realtà virtuale e aumentata; nell’educazione musicale per fornire agli studenti dei nuovi servizi che supportino il loro apprendimento tramite strumenti musicali intelligenti e connessi.  

Gli aspetti considerati più critici per la comunicazione della musica online sono la mancata sincronizzazione e il ritardo della trasmissione, la cosiddetta latenza.

Grazie ad una collaborazione con l’azienda Elk e con il prof. Carlo Fischione dell’istituto svedese KTH, il dr. Turchet ha contribuito a sviluppare un sistema che permette ai musicisti di suonare contemporaneamente a distanza garantendo una bassissima latenza. 

Attualmente, però, le generazioni di reti cellulari non possono garantire l'affidabilità e la velocità di trasmissione che l’IoMusT richiede, specialmente quando molteplici musicisti sono collegati assieme. Il dr. Turchet sta quindi studiando il modo di aumentare la velocità di trasmissione utilizzando la prossima generazione di sistemi cellulari 5G per superare i limiti di affidabilità dell'attuale quarta generazione, il cosiddetto 4G. 

L’obiettivo della ricerca è di progettare un sistema IoMusT basato sull’infrastruttura 5G introducendo elementi costitutivi utili per una configurazione di rete efficace. I primi risultati di questa ricerca sono stati pubblicati nel settembre 2020 nei Proceeding della 27th IEEE Conference on Open Innovation Association FRUCT, con co-autori il dr. Paolo Casari dell’Università di Trento e il dr. Marco Centenaro della Fondazione Bruno Kessler. Il progetto è sovvenzionato dall’Agenzia Spaziale Europea e dall’European Institute of Innovation and Technology.