Giovedì, 17 dicembre 2020

Il DISI contribuisce all’innovazione turistica della Valle dei Mòcheni

Progettazione partecipata di prodotti e servizi tecnologici

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Un nuovo periodico per promuovere l’offerta turistica della valle dei Mocheni: è questo il primo frutto del progetto “P4P: Participatory Design for Public Good”, finanziato dalla Fondazione Caritro e nato dalla collaborazione scientifica tra il gruppo di ricerca interdisciplinare di Vincenzo D’Andrea, professore al Dipartimento di Informatica e Scienza dell’Informazione, e la software house trentina e-Tour, che ha esperienza decennale nel settore turistico. 
 
Il progetto si propone di applicare l’approccio del Participatory Design per il bene comune del territorio trentino. “Il Participatory Design” - spiega Linda Tonolli, ricercatrice del DISI e referente del progetto - “è una metodologia di progettazione partecipata che mira a sviluppare tecnologie e servizi assieme agli utilizzatori finali degli stessi. Il processo che si intende migliorare in questo caso è l’offerta turistica della Valle del Fersina Bersntol, conosciuta in Trentino come Valle dei Mòcheni, attraverso lo sviluppo di relazioni virtuose tra i tre attori coinvolti nel progetto: i turisti ospiti, i residenti della valle e le organizzazioni del turismo (comprese le pubbliche amministrazioni)”. 

In questo progetto i ricercatori del DISI supportano l’innovazione turistica nella Valle del Fersina Bersntol operando come attivatori sociali e tecnologici delle proposte di tutti gli attori coinvolti, e in particolare degli abitanti della valle. In questo modo i residenti possono diventare ambasciatori del loro territorio e partecipare attivamente a ridisegnare i servizi offerti dalla valle.

A seguito dell’emergenza Covid-19 che ha forzatamente limitato il coinvolgimento dei turisti, il progetto si è focalizzato principalmente sugli abitanti della valle. 
Il primo prodotto tecnologico sviluppato all’interno del progetto è infatti Tolstimm, un periodico gratuito in formato digitale e cartaceo che racconta la Valle del Fersina Bersntol, creato dalla valle per la valle. La scelta del nome del periodico è il frutto del processo partecipativo tra gli abitanti di Bersntol e i partner del progetto, che hanno proposto e mescolato nomi e idee fino ad arrivare al risultato finale: Tolstimm è infatti una nuova parola Mòchena coniata per l’occasione che significa appunto “voce della valle” (da “tol”=valle e “stimm”=voce).

“Dopo il lancio di Tolstimm” - racconta la dott.ssa Tonolli -  il nostro lavoro si concentra ora sulla cura dei contenuti del periodico, e sul fornire feedback costanti alla e-Tour sull’usabilità dell’interfaccia digitale. Inoltre, raccogliamo continuamente annotazioni etnografiche che saranno usate per progettare le prossime scelte strategiche”.
“In un momento così difficile per il turismo a causa dell’emergenza sanitaria” - conclude la ricercatrice - “penso che questo progetto di participatory design possa davvero diventare un acceleratore/potenziatore delle risorse turistiche della valle, ridisegnando un nuovo approccio bottom-up e facilitando la condivisione di obiettivi tra cittadini e istituzioni”.

Il Participatory Design, inteso come approccio alla progettazione collaborativa di prodotti e servizi tecnologici assieme agli utenti che ne sono i destinatari diretti, ha origini nel settore manifatturiero e terziario come esigenza dei lavoratori di migliorare le proprie condizioni di lavoro, a partire dall’auto-determinazione delle tecnologie che usano quotidianamente per svolgere le loro mansioni. Dalle sue origini in Scandinavia negli anni ‘80 ad oggi, il Participatory Design, si è evoluto all’infuori dei suoi contesti geografici e tematici, inizialmente in ambienti lavorativi e sindacalizzati, quali fabbriche tipografiche ed ospedali , per articolarsi poi in diverse aree quali ad esempio le amministrazioni ed enti pubblici locali e le comunità, contraddistinte da differenti fattori, come l’età (bambini, adolescenti, anziani), provenienza (nativi, immigrati, rifugiati), interessi (professione, cittadinanza attiva). Il Participatory Design si è storicamente mosso dai settori secondario e terziario verso il settore pubblico, definendo la nuova area di ricerca del Public Design. 
Linda Tonolli, design researcher, si occupa da sei anni di Participatory Design con comunità urbane e rurali. E’ dottore di ricerca in Information e Communication Technology presso il DISI. Nel 2018 ha difeso la sua tesi di dottorato su Participatory Design e Design Research, dal titolo “Designing for the Common in precarious contexts. Notes from a feminist perspective”.