Disinganno, part. (Francesco Queirolo, 1753-54) Foto di Marco Ghidelli © Archivio Museo Cappella Sansevero

Eventi

Le vie del falso

Storia, letteratura e arte in un viaggio tra dubbio e verità. Un convegno del Dipartimento di Lettere e Filosofia

17 maggio 2022
Versione stampabile
di Matteo Largaiolli
Ufficio Stampa e Relazioni Esterne dell'Università di Trento

False teste di Modigliani, false poesie di Montale, falsi diari di Mussolini. La cronaca degli ultimi anni ripropone puntualmente qualche caso di falsificazione. Il falso, così, scatena la polemica, non soltanto fra gli addetti ai lavori. Sui giornali, su Internet e in televisione si alterna chi sospetta l’inganno e chi difende l’autenticità. Di falso in tutte le sue declinazioni, dall’antichità all’oggi, dall’arte alla storia alla letteratura, si parlerà dal 26 al 28 maggio nel convegnoLe vie del falso” organizzato dal Dipartimento di Lettere e Filosofia.

Falsi creati ad hoc per la propaganda e fake news sono la punta dell’iceberg. Ma il falso non è soltanto questione dei nostri giorni e non è soltanto un evento di cronaca. A volte è un omaggio innocuo o un gioco divertente. Altre, è un malizioso tentativo di raggiungere la fama o di cambiare la storia. Ma a volte le sue conseguenze sono tragiche e violente: quanti danni ha provocato un falso storico come i "Protocolli dei savi di Sion", che inventa di sana pianta un complotto per colpire la comunità ebraica?

Studiare un falso, reale o presunto, è come una partita a scacchi tra chi lo crea e chi cerca la verità. È quello che ha fatto capire con i suoi studi Anthony Grafton, della Princeton University, uno dei più importanti storici culturali del Rinascimento e dell’età moderna. Grafton è anche uno dei massimi esperti di falsi, soprattutto nel loro rapporto con i “critici”, con chi riesce a capire e smascherare i falsari e le loro ragioni. Un buon falso, infatti, ben confezionato da un falsario abile e capace, è anche una sfida all’intelligenza. Una sfida che fa leva sul dubbio alla base di ogni ricerca. 

Affrontare un falso infatti vuol dire porsi molte domande. Cercare di capire il contesto e i protagonisti, chiedersi quello che un falso ci racconta sulla sua epoca, perché viene creato, perché riesce a imporsi come autentico. E naturalmente, come si fa a smascherarlo. Il compito non è facile, perché spesso non c’è soltanto il “falso”, ma anche il “dubbio”. Opere che forse sono vere, ma forse no, e che lasciano quindi spazio per indagini e approfondimenti.

Proprio Anthony Grafton sarà uno degli ospiti più attesi del convegno “Le vie del falso”, organizzato da Andrea Comboni e Sandro La Barbera. Il convegno si interroga sul rapporto tra verità e falso e si inserisce nel dibattito pubblico contemporaneo. «L’idea è di portare un contributo accademico a questo dibattito», spiegano gli organizzatori. «Che cosa significa parlare di attribuzione, di apocrifi, di contraffazioni? Vogliamo capire che cosa è un falso, come si può studiarlo, e anche qual è l’atteggiamento, il punto di vista di chi lo studia». 

Il CeASUM-Centro di alti studi umanistici del Dipartimento di Lettere e Filosofia ha all’attivo tre anni di ricerca su questo tema. Un percorso che ha studiato il concetto di “falso” da molti punti di vista diversi per epoche, spazi, discipline. Arti visive, scrittura, storia, musica, tutti i campi del sapere sono stati toccati, prima o poi, dal problema della falsificazione. Il convegno sarà l’occasione per un bilancio e insieme un’apertura verso nuove prospettive di ricerca. 

Il convegno "Le vie del falso" si terrà nei giorni 26, 27 e 28 maggio, a Palazzo Paolo Prodi (programma completo sul sito unitn.it/falsi). Oltre ad alcune sessioni dedicate all’arte, alla letteratura, alla storia, prevede anche momenti di approfondimento più aperti al dialogo. Venerdì 27 si terrà una lezione-concerto in forma di conversazione con Sandro La Barbera che suonerà al clavicembalo composizioni “attribuite”, ma tutte da verificare, a musicisti di primo piano del Sei e del Settecento. Sabato 28 è prevista una tavola rotonda conclusiva, aperta alla cittadinanza e alle scuole, per discutere “Il falso nella comunicazione pubblica”. Nel corso del convegno inoltre sarà presentato un progetto di banca dati digitale curato da Andrea Comboni e Camilla Russo, l’Archivio dei falsi letterari italiani, di cui una prima versione è già disponibile online.