Palazzo Piomarta. Dipartimento di Psicologia e scienze cognitive ©foto Alessio Coser. Archivio UniTrento

Formazione

Lavorare sulle competenze

Cosa prevede il Piano strategico per formare comunità studentesca, docenti e personale, professionisti

18 maggio 2022
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di Alessandra Saletti
Ufficio Stampa e Relazioni Esterne dell'Università di Trento

Transizione ecologica e transizione digitale. Ne sentiamo parlare sempre più spesso negli ultimi tempi, perché queste parole chiave sono entrate prepotentemente nell’agenda dell’Unione europea, come obiettivi attorno a cui organizzare il rilancio dell’occupazione, della produzione industriale, dell’economia, in generale. Anche le università, come istituzioni che si occupano della formazione delle competenze, sono chiamate a partecipare a questo impegno collettivo con azioni mirate.

Andrea FracassoAnche l’Università di Trento si è interrogata su come contribuire alla gestione di questa fase di transizione. E la riflessione interna, unita al confronto con le realtà del territorio, ha trovato sintesi nel Piano strategico 2022-27, dove sono raccolte varie iniziative specificamente rivolte alla promozione delle competenze. «Affrontare le sfide legate alle transizioni digitale e verde e alla ripresa dalla pandemia richiede infatti di dotare le persone di un bagaglio di conoscenze specialistiche» spiega Andrea Fracasso, prorettore alla programmazione e risorse. «Ma non solo: servono anche soft skills e competenze trasversali, capacità relazionali e organizzative, atteggiamento aperto all’innovazione e disponibilità a ragionare in modo diverso, aperto, cercando il dialogo fra discipline, abilità ed esperienze diverse». 

Tre le direzioni principali attorno a cui si sviluppa il contributo dell’Ateneo: rendere ancora più efficace l’offerta didattica; lavorare sulla formazione anche del corpo docente; potenziare la formazione continua.

Paola VenutiMa come si declinano questi obiettivi del Piano strategico in azioni concrete? Lo spiega Paola Venuti, prorettrice alla didattica: «Per favorire lo sviluppo delle competenze di studenti e studentesse serve un’offerta didattica dinamica e differenziata, diretta a formare cittadini e cittadine responsabili e pronti ad accedere al mondo del lavoro. Per raggiungere questo obiettivo, l’Ateneo intende innanzitutto rivisitare i corsi di studio, con una didattica attiva e partecipativa. E poi potenziare i dottorati in collaborazione con il settore privato e la pubblica amministrazione. Serve infine anche un impegno ulteriore nello sviluppo di nuove esperienze extra-curriculari di apprendimento». 

Non solo studenti e studentesse, però. Nel nuovo Piano strategico l’azione ha un raggio più vasto e riguarda anche docenti, personale tecnico-amministrativo e dirigenti. «Sì, perché l’Università si impegna a potenziare la formazione anche del proprio personale universitario per favorirne la crescita – spiega Venuti. L’innovazione nella formazione del corpo studentesco può infatti avvenire soltanto se al personale docente vengono fornite opportunità per sviluppare nuovi approcci e competenze, metodologie, contenuti e ambienti didattici. La formazione del personale non docente è altrettanto cruciale per migliorare le performance dell’Ateneo in tutti suoi ambiti. Se pensiamo a come stanno rapidamente cambiando le cose attorno a noi nel mondo della formazione e del lavoro, è evidente come serva rafforzare anche le attività di supporto alla didattica, alla ricerca, allo sviluppo».

«Serve un consolidamento e un’ulteriore espansione delle competenze disponibili in Ateneo» chiosa Andrea Fracasso. «In questo potranno concorrere le risorse e le energie che verranno da quelli che abbiamo definito come “fattori abilitanti”: l’internazionalizzazione, intesa come capacità di valorizzare la collaborazione internazionale e la capacità di attrazione dell’Ateneo di Trento in riferimento a risorse sia umane sia finanziarie; le infrastrutture e tecnologie per un Ateneo dinamico, che comprende sia l’adeguamento dei processi ai fini di una progressiva digitalizzazione, sia un nuovo Piano edilizio».

La formazione oggi non è più solo una questione da relegare agli anni di scuola o università. Questo cambiamento di prospettiva sembra ormai essere stato accolto da chi sempre più si trova a scegliere di continuare a studiare e aggiornarsi per fare meglio il proprio lavoro. O per cercarne uno ancora migliore. Nel Piano strategico, infatti, l’Ateneo rivolge azioni specifiche proprio alle persone che, concluso o mai iniziato un percorso di studi universitari, abbiano la necessità di aggiornare le proprie competenze durante il corso della vita. Questo richiede di rafforzare le attività di formazione continua, utilizzando anche nuove soluzioni formative come le microcredenziali e gli open badge, strumenti sperimentati con buoni risultati negli anni scorsi, diventano ora elemento strutturale previsto nel Piano strategico.

«Il nostro Ateneo ha una caratteristica che bene si adatta a questo piano di sviluppo: è un ateneo dinamico e flessibile» aggiunge Fracasso. «Per questo mira a diventare un laboratorio di innovazione per l’elaborazione e la diffusione di nuovi paradigmi, modelli e pratiche, e per il trasferimento della conoscenza e la formazione delle competenze nel territorio. L’Università di Trento vuole essere davvero un centro di apprendimento sul territorio. Per farlo vuole investire nelle relazioni e nel dialogo dinamico, costante, con docenti e dirigenti del mondo della scuola, professionisti, lavoratori specializzati, operatori, enti e imprese che agiscono a livello locale e nazionale. È un impegno che va oltre la comunità studentesca». 

Sono numerose le iniziative contenute nel Piano strategico sul versante delle competenze promosse dai vari dipartimenti e centri. Ma c’è spazio anche per il consolidamento e lo sviluppo di due iniziative “collettive”, la School of Innovation e il FormID, esperienze già avviate con il precedente Piano strategico, che hanno già dato buoni risultati. Queste iniziative contribuiranno a rafforzare la programmazione e la realizzazione di nuove attività di formazione di competenze, anche nell’ambito dei progetti promossi dal consorzio ECIU (Europea Consortium of innovative Universities) di cui UniTrento fa parte e per rispondere alle sfide proposte dai partner territoriali. A queste si affiancherà il rafforzamento delle attività di monitoraggio delle competenze, di placement e mentoring.